NAZARETH FdD il Blog
ECCLESIA FIRMAMENTUM VERITATIS
  • HOME
  • FOCUS ON
    • MONDO OGGI
    • CHIESA OGGI
    • ACTUAL
  • CHIESA CATTOLICA
    • FONDAMENTALI >
      • I 10 COMANDAMENTI
      • I 5 PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
      • 54 MODI DI ESSERE MISERICORDIOSI DURANTE IL GIUBILEO
      • 12 MODI PER ESSERE CATTOLICI MIGLIORI
      • GALATEO IN CHIESA
      • REGOLE PER I LETTORI
      • ATTENTI A MESSA
      • CIRCOSTANZE IN CUI BISOGNA EVITARE DI COMUNICARSI
      • DECALOGO DEL CHIRICHETTO
      • 17 SCUSE - SMONTATE - PER NON ANDARE A MESSA
    • RIFLESSIoni DI LUCE >
      • RIMERITIAMOCI SOPRA >
        • ANNO B 2014-2015
        • ANNO C 2015-2016
        • ANNO A 2016-2017
        • ANNO B 2017 - 2018
        • ANNO C 2018 - 2019
      • SANTE PAROLE
      • RIFLESSIONI
      • VITA E DETTI DEI PADRI DEL DESERTO
    • UN SACERDOTE RISPONDE
    • ESAME DI COSCIENZA
    • LITURGIA
    • LECTIO BREVIS
    • PREGHIERE
  • PARABOLE MODERNE
  • MEDIA
  • PETIZIONI
  • LINKS

LE VERE PUTTANE

30/6/2015

0 Commenti

 
LE VERE PUTTANE
di don Aldo Buonaiuto 

La maggior parte della gente pensa che le prostitute siano quelle dei marciapiedi. Le notti più oscure delle tante giovanissime donne maltrattate, sfruttate, torturate, abusate, mercificate, violentate e spesso anche uccise sulle strade. In realtà la vera prostituzione riguarda ben altra cosa. Per chi facesse finta di non saperlo, le vere puttane, non sono di certo quelle che si vedono sulle vie e nei bordelli, ma al contrario quelle che si prostituiscono “orgogliosamente” a fior di quattrini con quei Vip i cui maxi stipendi provengono dalle nostre tasse. Vengono elegantemente definite “signorine” o direttamente “escort” o donne di accompagnamento per il cliente malato di solitudine. A fare il resto per anestetizzare le coscienze, ci penserà poi la cocaina.

Ci sono circuiti perversi nei tanti ambienti della società, compresi quelli più inimmaginabili che dimostrano bene cosa significhi essere “puttana”. Il termine ancora potrebbe risultare offensivo specialmente se attribuito pregiudizialmente a quelle donne che una volta erano definite di facili costumi. Ma oggi questo vocabolo viene molto più usato per indicare tanti altri tipi di prostituzione e quindi di vendita di se stessi.
Nella top ten delle più ovvie forme di meretricio, al giorno d’oggi, non può mancare quasi tutta la politica. Nessuno si vende e si svende così spesso e senza pudore come un eletto. Rappresentanti che pesano sulle spalle di un popolo inerme e sconfitto. Anche la corruzione è un’altra forma di mercimonio insopportabile che sta permeando la cosa pubblica.

Come non menzionare tra i più abili e sofisticati modi di prostituirsi un certo giornalismo fatto da vere peripatetiche, per usare un termine raffinato gradito alla categoria, sempre pronte a soddisfare i bisogni del proprio padrone anche quando la marchetta è ingiusta, riprovevole, malsana e devastante per chi la riceverà.

Ma “se Atene piange Sparta non ride”. Anche nella Chiesa, cosi come in altri contesti religiosi infatti, ci sono personalità che si presentano come capaci di raggiungere qualsiasi obiettivo con le proprie abilità e prestazioni. Svilendo il proprio ruolo e svendendo la propria anima.

Questa mentalità del vendersi al miglior offerente viene legittimata e promossa non soltanto dai maschi ma anche dalle stesse donne. Addirittura mogli che giustificano le deviazioni dei propri mariti e madri che avviano le figlie alla compravendita del proprio corpo. Nelle piaghe di questa società ferita troviamo adolescenti che già nelle scuole si offrono con disinvoltura anche solo per avere in cambio una ricarica telefonica. Il corpo diventa un oggetto. Si resta così fermi allo sfogo animalesco ed istintivo di chi deve semplicemente rispondere ai propri bisogni e piaceri. E il business della pornografia ringrazia!

I rapporti fisici sono quindi considerati una semplice modalità che ha ormai del tutto perso di sacralità. Invece il sesso è l’esperienza più intima che rappresenta l’apice dell’amore. Per questa irrefrenabile forma di egoismo l’uomo ha sempre fallito, deluso, tradito, ucciso i rapporti più importanti. Le ragazze di strada, quelle che sono accolte nelle Case Famiglia, le sfruttate e schiavizzate, oggetto di umiliazioni e soprusi, di fatto non hanno mai gestito nulla della propria esistenza.

C’è una moltitudine di persone pulite e oneste che sono sempre accanto e a disposizione di chi soffre così come esistono famiglie straordinarie e giovani impagabili nella loro quotidiana semplicità.

Ci sono invece coloro che si alzano ogni mattina sapendo cosa venderanno e per quale prezzo; forse dovrebbero trovare il coraggio di guardarsi meglio allo specchio per vedere in faccia le vere puttane.
0 Commenti

VISTO CHE ALCUNI CI CONTINUANO A DIRE...

28/6/2015

0 Commenti

 
Visto che alcuni ci continuano a dire...
"Perché volete negare i diritti"...
Sia chiaro che nessuno vuol negare nulla...
A supporto di ciò che diciamo riproponiamo un articolo di qualche mese fa...
Chiarificatore e cristallino.

Buona Lettura.

Il “matrimonio” omosessuale non può esistere giuridicamente e non è necessario praticamente. Secondo la Costituzione, in Italia non si può introdurre il matrimonio gay: ma non per questo gli omosessuali sono discriminati nei loro diritti fondamentali, nonostante le chiacchiere che si sentono in giro. Essi non hanno la capacità giuridica di accedere al matrimonio, proprio a motivo della condizione che vivono.
E ciò in rispetto al principio di uguaglianza. A seguire una scheda elenca i diritti che comunque le coppie conviventi (gay o etero) hanno: per cui il matrimonio gay non è neanche sostanzialmente necessario

Nel nostro ordinamento la convivenza è solo tollerata. La Costituzione italiana prevede all’art. 29 solo il matrimonio “naturale”, tra uomo e donna. Tutte le altre convivenze – eterosessuali o omosessuali che siano – sono solo tollerate dallo Stato, che ai conviventi non riconosce diritti particolari. Il vigente assetto costituzionale è quindi pro matrimonio, anche se ci sono una ventina di eccezioni in leggi che già danno ai conviventi molti diritti (si veda la scheda seguente).

La maggior tutela del matrimonio è dovuta al fatto che i coniugi si assumono particolari doveri che si riverberano positivamente sulla collettività: “l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia” (art. 143 cc).

Gli omosessuali che non possono sposarsi sono discriminati nei loro diritti fondamentali?
No: i diritti fondamentali sono quei diritti che devono essere riconosciuti alla persona in quanto persona, cioè al di là del suo credo, età, sesso, razza, stato di salute, ecc. per esempio il diritto alla vita, alla libertà, all’educazione. I diritti fondamentali vengono riconosciuti – e non attribuiti – dallo Stato. Gli altri diritti sono accessori e sussistono qualora si verifichino delle circostanze determinate dalle norme giuridiche (ad es. il diritto di voto al raggiungimento della maggiore età). La mancata attribuzione di un diritto accessorio non intacca la dignità umana (ad es. non attribuire al 14enne il diritto al voto non lo discrimina in quanto persona).
Il diritto di coniugio non è un diritto fondamentale: l’incapace che non è in grado di esprimere un consenso valido, per esempio, non viene leso nella sua dignità sebbene non abbia il diritto di sposarsi.
Il principio di uguaglianza vuole che situazioni uguali siano trattate in modo uguale e situazioni diverse in modo diverso.
A tutti gli uomini devono essere riconosciuti gli stessi diritti fondamentali perché tutti uguali, in quanto tutti gli uomini hanno la medesima natura umana; ma devono essere attribuiti diritti accessori diversi perché tutti diversi per età, responsabilità, condizioni di salute, formazione, condizioni sociali… sarebbe ingiusto far pagare a tutti le tasse in modo uguale!
Agli omosessuali è negato il diritto accessorio di coniugio perché non sono “capaci”- in senso tecnico–giuridico – di contrarre matrimonio.
Infatti, il matrimonio ha tre fini naturali: l’amore vicendevole dei coniugi, la procreazione e l’educazione dei figli. Su tutti e tre questi fini il diritto positivo si pronuncia, anche sul fine c. d. unitivo: ad es. è previsto l’obbligo di fedeltà dei coniugi, e la fedeltà è un effetto dell’amore. Ora: un elemento necessario dell’amore è la complementarità. Tale requisito comporta che le due persone unite nel matrimonio siano differenti (appunto “etero”) e non uguali (“omo”). Gli omosessuali sono incapaci di un amore complementare, non solo da un punto divista fisico – che è evidente – ma anche da un punto di vista psichico: la sessualità non si riduce alla genitalità e comporta delle differenze oggettive tra maschio e femmina che sono, appunto, complementari.
Inoltre le coppie omosessuali non possono fisiologicamente, naturalmente e necessariamente avere figli (le coppie eterosessuali sterili o infertili sono solo patologicamente ed eventualmente, impossibilitate).
Lo Stato disciplina una relazione che per sua natura non potrà dare figli: il matrimonio omosessuale non può contribuire a perpetuare la vita di una nazione.
Inoltre, in merito all’educazione dei figli, esistono una sessantina di studi scientifici pubblicati negli ultimi vent’anni che provano che i figli affidati a coppie omosessuali hanno una probabilità molto più alta di soffrire di gravi disturbi psicologici, di avere un’autostima bassa, una maggiore propensione alla tossicodipendenza, ad autolesionarsi, minori successi scolastici e una maggior inclinazione alla violenza.

Diritti che l’ordinamento attribuisce al convivente
Alcuni diritti sono peculiari del rapporto matrimoniale e perciò non sono riconosciuti ai conviventi.
Per esempio la Corte costituzionale [461/2000] ha negato loro la pensione di reversibilità perché non è un diritto fondamentale e la sua concessione esige certezza di rapporto che solo il matrimonio può dare.
Molti altri diritti, però, sono di fatto riconosciuti dal diritto comune o dalla giurisprudenza.

Ecco l’elenco di tutti i casi in cui il convivente è equiparato al coniuge:
• possibilità di scelta tra regime di comunione o separazione dei beni, con scrittura privata attraverso la contestazione dei beni:

• diritto d’uso dell’abitazione (affitto o proprietà) per convivente superstite o per cessata convivenza: il subentro automatico è permesso dalla legge (D.m. 30/06/94) e dalla giurisprudenza (C. Cost. 404/88;166/98; 559/89; Cass. n. 100.034 del 2000);

• donazione testamentaria (il beneficiario può essere chiunque);

• nella successione il convivente concorre con figli di precedente matrimonio, o coniuge divorziato (C. Cost. 23/10/2000) e con gli ascendenti;

• la risarcibilità del danno patrimoniale e non patrimoniale in caso di morte del convivente per il fatto illecito di terzi (Cass. nn. 2.988 del 1994; 33.305 del 2002). Oltre a questo nulla vieta di stipulare polizze sulla vita il cui beneficiario è l’altro convivente;

• possibilità che sia il convivente a decidere per interventi clinici quando l’altro convivente è impossibilitato a prendere autonome decisioni: c’è già l’istituto dell’amministratore di sostegno (legge 6/2004). Tra l’altro è bene ricordare che nel caso in cui Tizio non è più capace di intendere e volere e non è stato nominato né un tutore, né un amministratore di sostegno, sulle cure decide solo il medico – ed eventualmente il magistrato chiamato a intervenire – nemmeno il coniuge;

• legge n. 91/99 sui trapianti: obbligo del medico di informare anche il convivente del quadro clinico del compagno trapiantato. Il medico inoltre può chiedere a lui il permesso per l’espianto dal compagno morto;

• assicurazioni: già ora le casse sanitarie professionali o le agenzie assicurative permettono che il beneficiario della polizza (vita, infortuni etc.) sia chiunque;

• il convivente può astenersi dal deporre contro il partner (art. 199 cpp.); e può chiedere la grazia (art. 681 cpp.)

• per gli abusi tra conviventi c’è già equiparazione legale con i coniugi (art. 572 c.p.)

• la corresponsione della pensione di guerra (l. 313/1968) e l’assistenza economica per i figli naturali che il padre, caduto in guerra, non ha potuto riconoscere (l. 356/1958);

• le prestazioni assistenziali fornite dai consultori (l. 405/1975);

• il permesso per il convivente di uscire dal carcere, in caso d’imminente pericolo di vita del partner (art. 30, l. 354/1975);

• il diritto ai colloqui in carcere (ibidem);

• la partecipazione ai procedimenti abortivi (art. 5, l. 194/1978);

• l’adozione nei casi speciali per i non coniugati (art. 44, l. 184/1983);

• la remunerazione per il lavoro continuativamente prestato nell’impresa familiare (art. 230 bis c.c.);

• gli strumenti posti a tutela delle lavoratrici madri (d. lgs. 151/2001) e i sussidi di disoccupazione per le madri di famiglia, previsti dalle amministrazioni locali;

• tre giorni annui di permesso lavorativo per malattia o decesso del convivente (l. 53/2000);

• i congedi per l’assistenza ai figli naturali (ibidem);

• il convivente allontanato dall’abitazione familiare si vede riconosciuto un diritto di possesso azionabile, anche se non equipollente al diritto di proprietà del partner;

• a prescindere dalla titolarità, la Corte Costituzionale ha stabilito l’assegnazione della casa al genitore affidatario dei figli (o al genitore presso cui i figli sono collocati prevalentemente, in caso di affidamento condiviso): sent. 166/1998;

• l’assegnazione dell’alloggio nelle case di edilizia popolare: Corte Cost., sent. 559/1989;

• equiparazione alla famiglia legittima in relazione alla fattispecie penale di maltrattamenti (art. 572 c.p., già ante riforma); analogamente la l. 154/2001 sugli abusi familiari prevede l’allontanamento del convivente la cui condotta pregiudichi il nucleo familiare, e la sua eventuale condanna al versamento di un assegno di mantenimento (ordini di protezione: artt. 342-bis e ter c.c.);

• sussistono incompatibilità per i magistrati, ai sensi della legge sull’ordinamento giudiziario (r.d. 12/1941, così come applicato nelle apposite
Circolari);

• l’accesso alla fecondazione artificiale (art. 5, l. 40/2004): tra l’altro la facilità di aggirare il divieto di fecondazione eterologa permette già ora alle coppie omosessuali di avere un loro figlio (loro per metà almeno, dal punto di vista genetico) senza bisogno di chiedere l’accesso all’istituto dell’adozione per le coppie omosessuali;

• la successione nella posizione di socio di cooperativa, se mancano figli minorenni (l. 179/1992);

• le elargizioni a conviventi di vittime del terrorismo o della criminalità organizzata (l. 302/1990);

• la Corte Costituzionale (sent. 377/1994) ha ammesso la successione legittima, cioè in assenza di testamento, tra fratelli e sorelle naturali.

Ricordiamo infine l’art. 1322 c.c. in base a cui le parti possono creare contratti non previsti dal Codice, e quindi regolare in modo atipico rapporti che intercorrono tra di esse.

di Tommaso Scandroglio
0 Commenti

USA, NOZZE GAY ''SCONFITTA PER L'UMANITA' E IL DIRITTO''

26/6/2015

0 Commenti

 
Immagine
USA, nozze gay. Introvigne: «Sconfitta per l’umanità e il diritto, ha vinto la tecnocrazia»

Pubblichiamo il comunicato stampa di Si alla famiglia circa la sentenza della Corta Suprema americana che obbliga tutti gli Stati a introdurre il matrimonio gay.

è«Facciamo nostre le parole del Segretario di Stato vaticano Parolin sull’Irlanda: quella di oggi negli Stati Uniti è una sconfitta per l’umanità». Lo afferma in una nota il sociologo Massimo Introvigne, presidente dei comitati Sì alla famiglia, commentando la sentenza della Corte Suprema americana che obbliga tutti gli Stati a introdurre il matrimonio gay. «Anzi – aggiunge – quello che è successo a Washington è più grave dell’Irlanda, dove gli elettori hanno votato per cambiare nome a qualcosa che, adozioni comprese, esisteva già con il nome di unione civile. Negli Stati Uniti gli elettori di trenta Stati su trentadue dove erano stati celebrati referendum avevano detto un chiaro no al matrimonio omosessuale». «Quando i giudici – scrivono i comitati Sì alla famiglia –, affermandosi detentori di un sapere superiore, pretendono di “correggere” e “rieducare” gli elettori “ignoranti”, perde la libertà e vince la tecnocrazia. Lo affermava Benedetto XVI, la cui denuncia della tecnocrazia  è stata puntualmente ripresa nell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. Con le parole di quest’ultimo, possiamo dire che siamo di fronte a una gigantesca opera di colonizzazione ideologica». «La guerra si è persa alla Corte Suprema – conclude Introvigne – ma la battaglia decisiva risale a qualche anno fa, quando vari Stati sono riusciti a introdurre forme di unione civile analoghe al matrimonio, adozioni comprese. L’episodio americano dimostra che quando si passa dall’unione civile al matrimonio è troppo tardi per fermare la deriva. La battaglia va combattuta prima. Chi davvero non vuole matrimonio e adozioni omosessuali in Italia deve battersi per fermare ora le unioni civili e la legge Cirinnà».


0 Commenti

AUSTRIA E FAMILY DAY, DUE EVENTI INASPETTATI E RICCHI DI SPERANZA

24/6/2015

0 Commenti

 
Immagine
L’Assemblea nazionale vota contra l’approvazione del «diritto umano di matrimonio egualitario». A Roma un popolo costituito da famiglie manda un segnale alla politica
di GianCerrelli

In questi ultimi giorni si sono verificati due eventi significativi e inaspettati, che sono un segno di speranza che potrebbe cambiare il corso delle cose.
Il primo è un evento che è passato completamente sotto silenzio.
In Austria, il 18 giugno, l’Assemblea nazionale, che è l’organo legislativo della Repubblica austriaca, ha votato contro una proposta legislativa che intendeva concedere alle coppie gay e lesbiche «il diritto umano di matrimonio egualitario». Su 136 votanti, solo 26 hanno votato a favore, il resto dei rappresentanti, cioè 110, ha votato contro.
L’organo legislativo austriaco ha rigettato la proposta di delibera, con il voto contrario anche dei socialdemocratici, che erano stati, tra l’altro, i promotori dell’iniziativa legislativa.

È importante rilevare che la decisione dell’Assemblea nazionale austriaca è avvenuta proprio qualche mese dopo il rapporto del Parlamento Europeo in seduta plenaria del 12 marzo 2015, che incoraggiava le istituzioni Ue e gli Stati membri – pur non potendoli vincolare – «a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento dei matrimoni omosessuali e delle unioni dello stesso sesso come questione politica, sociale e di diritti umani e civili».

È significativo che l’organo legislativo austriaco nonostante l’incoraggiamento del Parlamento Europeo abbia ritenuto di non approvare i matrimoni egualitari e ciò che meraviglia di più è che questo esito sia avvenuto con una schiacciante maggioranza trasversale. L’Austria, peraltro, non può certamente essere considerato un Paese “omofobo”. La legislazione austriaca, infatti, dal 2010 riconosce ai partner omosessuali il diritto di costituire una partnership registrata; conseguenza di tale riconoscimento, tra l’altro, è stata la decisione della Corte Costituzionale, dell’11 dicembre 2014, che ha rimosso definitivamente il divieto di adozione per i partner omosessuali facenti parte di una partnership registrata. Nonostante tali aperture, però, l’organo legislativo austriaco ha deciso di non andare oltre; come mai? Come mai l’esito della votazione è stato così chiaro e insindacabile?
Quello che proviene dall’Austria è un forte segnale che dovrà far riflettere quei ben pensanti nostrani che sul piano dei diritti civili soffrono di un atavico complesso d’inferiorità con il resto dei Paesi europei, che ritengono più civili, solo perché il loro ordinamento riconosce dei diritti che sono in realtà degli autentici anti-diritti.
Quest’evento, tuttavia, dovrà essere motivo di riflessione, soprattutto per i nostri parlamentari, affinché guardino al vero bene dell’Italia, che non equivale certamente a trasformare desideri velleitari di pochi in presunti diritti.
L’altro evento avvenuto in questi giorni è stato il grande successo della manifestazione del 20 giugno a Roma, in piazza San Giovanni, che ha sorpreso più di qualcuno, tanto da indurlo a sostenere che il raduno di sabato scorso apre uno scenario inaspettato.
Chi ha mostrato sorpresa per tale evento è soltanto perché ignora che esiste un’Italia profonda, fatta di famiglie, che con i sacrifici di ogni giorno mandano avanti il Paese reale, che è radicalmente diverso da quello artificiale descritto dai mezzi di comunicazione e dalle speculazioni dei maître à penser.
Da oggi, si dovrà tenere conto di un popolo che vive di vita propria e non desidera sottostare al diktat del pensiero unico e del politically correct.
Tale popolo ha mostrato una reazione significativa all’omologazione totalitaria che la “dittatura del pensiero unico” sta perseguendo in modo sempre più aggressivo e capillare in ogni ambito della società.

Forti e potenti lobby culturali, politiche e finanziarie favoriscono, da tempo, una cultura che vuole propiziare l’edificazione di una società sempre più liquida, priva di punti di riferimento, profondamente individualista, deprivata di una base valoriale comune.
E, così, anche la comunicazione profonda tra le persone, basata su principi condivisi, ne risente e, ormai, diventa sempre più precaria.
Il malcelato intento delle lobby è, difatti, quello di indebolire, qualsiasi comunicazione condivisa di principi tra i consociati, tale da poter generare una reazione popolare; in definitiva, l’intento è quello di renderci sempre più delle monadi; appariamo vicini gli uni agli altri, ma non stiamo insieme, perché non ci deve legare alcuna base valoriale comune.

Queste forze, infatti, stanno perseguendo un’aggressiva decostruzione della struttura antropologica della società, con lo scopo, altresì, di propiziare la costruzione di un nuovo ordine mondiale, non rispettoso, però, della legge naturale.
Per perseguire tale obiettivo è usato il diritto come strumento per manipolare la realtà.
Il vero merito di quel popolo che sabato scorso è sceso in piazza è di essersi posto controcorrente a questa violenta colonizzazione ideologica, che vuole renderci tutti omologati, tutti sottomessi a una vincente e coinvolgente “democrazia totalitaria”.
Qualcuno potrebbe domandarsi: com’è stata possibile una tale reazione in una società che le forti lobby hanno in gran parte anestetizzato?

La risposta la troviamo nell’osservare quel popolo.
Il popolo che è sceso in piazza non è una massa amorfa, che casualmente si è ritrovato per una manifestazione colorata e folcloristica, ma è un popolo fatto di famiglie, costituite da nonni, padri, madri, figli, nipoti, che con sacrifici e per anni si sono preparate a propiziare un cambiamento di rotta della nostra nazione che si è incamminata, purtroppo, da tempo, verso un forte declino culturale e morale.
Tali famiglie, sono considerate un corpo estraneo dai cosiddetti maître à penser, che si meravigliano di come sia possibile, che dopo anni di bombardamento culturale di tipo relativista, possa esistere ancora un’opposizione che enunci e testimoni una base valoriale comune.
Qualcuno, come dicevo, ha paventato acutamente che dall’evento del 20 giugno potranno sorgere scenari inaspettati.
È vero! Il popolo che è sceso in piazza si è preparato per molto tempo e in modo silenzioso, per favorire una rinascita della nostra nazione, che sia rispettosa del bene umano oggettivo.

La manifestazione del 20 giugno è, infatti, soltanto l’inizio di una nuova stagione che si sta schiudendo davanti a noi e che mira a propiziare la costruzione di una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio; vale a dire di una società rispettosa di quella grammatica umana e sociale iscritta in ognuno di noi.
È molto forte, però, anche tra alcuni cattolici, la tentazione di cedere al mito illuminista di una storia lineare, pilastro della dittatura del relativismo, che presenta la verità come figlia del tempo e certi processi come irreversibili.
La storia, però, non ha nessun senso umano predeterminato e necessario – il suo unico senso è che Cristo ha vinto il mondo una volta per tutte –, le battaglie le vincono e le perdono gli uomini e le donne, e per il cristiano nessuna vittoria del male è ineluttabile o irreversibile.

Il cattolico che pensa diversamente è vittima, per dirla con papa Francesco, di quella «mondanità spirituale» che perde la fiducia in Dio e segue le vie e il consenso del mondo, e di quella disperazione storica che, come non si stanca di spiegarci il Pontefice, viene molto spesso dal diavolo.
L’evento austriaco e quello italiano ci confermano che non dobbiamo cedere allo scoraggiamento, la vittoria è nelle nostre mani e in quelle di Dio.
0 Commenti

UN MILIONE DI PERSONE CHE CAMBIANO LA STORIA

21/6/2015

0 Commenti

 
Un milione di persone che cambiano la storia
di Mario Adinolfi

Ha diluviato prima, durante, dopo. Qualsiasi piazza ragionevole avrebbe mollato, si sarebbe svuotata: le due ore di diluvio che hanno preceduto l’avvio della manifestazione avrebbero fiaccato chiunque. Ma il popolo del 20 giugno è stato un popolo speciale, particolare e anche se sugli altri giornali non verrà raccontato, su questo sì: tutti si sono pagati il viaggio di tasca loro, nessun organismo pubblico o ecclesiale ha finanziato la manifestazione, Avvenire e la Cei l’hanno guardata con plateale freddezza, i media hanno oscurato completamente la preparazione dell’evento provando a declassarlo a questione secondaria. Ma quelle mamme e quei papà poi dopo essersi pagati il viaggio di tasca, la piazza l’hanno riempita e alla fine anche i più riottosi hanno dovuto contare. Piena non solo piazza San Giovanni, ma tutte le quattro grandi arterie d’accesso. Un milione di persone e pensavate che quattro gocce potessero intimorire una mobilitazione così?

Chi lo pensava non ne ha compreso la genesi. Certo, il comitato “Difendiamo i nostri figli” è nato solo il 2 giugno e tutto è stato organizzato in appena 18 giorni. Ma per un anno solo il sottoscritto ha tenuto 170 incontri pubblici in altrettante città d’Italia e Massimo Gandolfini pure di più per non parlare di Gianfranco Amato, Simone Pillon, Costanza Miriano. In ognuno di questi incontri centinaia di persone, talvolta migliaia. Poi la mobilitazione di Manif Pour Tous, Pro Vita, delle meravigliose ed eroiche Sentinelle in Piedi che non ringrazieremo mai abbastanza, del Movimmento per la Vita e dei Cav, dei circoli VLM. Di quella straordinaria esperienza del Cammino Neocatecumenale, l’impatto profetico di Kiko Arguello si è visto in piazza. Bisognava conoscere il percorso, insomma, è non sareste rimasti sorpresi nel vedere gente che non andava via sotto il diluvio. Anzi, ne arrivava altra. Più di un milione di persone alla fine. Che hanno cambiato la storia.

Ora forse qualche curiosità scatterà, si proverà a capire le parole semplici che dal palco abbiamo pronunciato. I figli nascono da mamma e papà, mamma e papà li proteggono, non accettano deleghe all’istituzione scolastica se questa rompe il patto con la famiglia proponendo surrettiziamente l’ideologia gender in classe. Di più, il Parlamento che pensava di portare a coronamento la colonizzazione ideologica approvando il ddl Cirinnà, ora dovrà metterlo nel cassetto. Sì, faranno un po’ di scena, faranno finta di votare gli emendamenti e di andare “dritti come treni”. Poi il ddl che all’articolo 5 voleva legittimare persino l’oscenità della pratica dell’utero in affitto, verrà messo su un binario morto. Un milione di persone lo hanno chiesto, nella piazza che è il simbolo della democrazia in Italia. Andare contro questa piazza per approvare un ddl antipopolare sarebbe un errore gravissimo e comunque oggi i parlamentari di maggioranza presenti a San Giovanni hanno ricevuto un messaggio forte e chiaro. Se il ddl Cirinnà avanza, questa piazza chiede il coraggio delle scelte consequenziali a chi si è unita ad esso. Per essere chiari, la conseguenza è la crisi di governo. Peraltro, non credo ce ne sarà bisogno. Quella brutta legge sarà semplicemente lasciata morire e si faranno solo alcuni passaggi di facciata. Il sottosegretario Ivan Scalfarotto che ha gravemente insultato la mobilitazione di San Giovanni (“manifestazione inaccettabile”) dimostrando quale rispetto istituzionale abbia per le opinioni altrui, ha ricevuto oggi la sua risposta, mi sono preoccupato di fargliela recapitare direttamente da un milione di persone. Quelle persone che con un ddl che porta il suo nome lui considera tanto “inaccettabili” che le avrebbe voluto sbattere in galera.

Senza pronunciare mai una parola d’odio, un milione di persone hanno sorpreso l’Italia. Lo hanno fatto con il semplice buon senso e l’amore forte per i propri figli. La più grande manifestazione popolare degli ultimi cinque anni lascia il segno e chi c’è stato porterà nel cuore un ricordo indelebile. Chi si è assentato e magari ha “gufato” la piazza, appartenendo al tradizionale “fuoco amico”, oggi si sarà pentito. Lo accoglieremo sorridenti nei prossimi appuntamenti. Sì, prossimi. Perché questo è solo l’inizio.
Immagine
0 Commenti

DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI

21/6/2015

0 Commenti

 
DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI
intervento di Alfredo Mantovano alla manifestazione del 20 giugno 2015

Care amiche e cari amici ! una giornalista poco fa mi chiedeva di riassumere in poche parole-chiave il messaggio che il popolo delle famiglie manda all’Italia da pza S Giovanni in questa splendida serata.
Le parole chiave sono 3 : forza – coraggio – speranza
Questa piazza dà forza : la forza non di una massa senza identità , ma di centinaia di migliaia di persone consapevoli che il futuro dell’Italia passa dal futuro della famiglia,  e consapevoli che fare male alla famiglia significa fare male all’intera Italia.

La giornalista faceva un’altra domanda : quali proposte concrete avete? 
Ne abbiamo tante! E non da adesso: sono decenni che le associazioni familiari avanzano proposte concrete.
Ma se oggi siamo qui è perché c’è una emergenza : oggi le famiglie in Italia sono sotto tiro. E quando su una casa cadono le bombe non si pensa a dove sistemare il comodino, si pensa a mettersi al riparo e a far smettere il bombardamento.
Ne sono cadute parecchie di bombe sulle famiglia negli ultimi mesi . Non c’è solo la gravissima imposizione dell’ideologia del gender nelle scuole. Ci sono il divorzio breve e il divorzio facile: ma è possibile che oggi se voglio divorziare da mia moglie ci riesco in modo più semplice e veloce che se voglio disdire il contratto del mio telefonino?!
Ci sono la fecondazione eterologa e la selezione genetica degli embrioni , cioè la scelta dei figli come se fossero degli oggetti, e la separazione fra i genitori biologici e i genitori legali.
Ma c’è una bomba che sta per essere lanciata : si chiama legge sulle unioni civili. Il nome è unioni civili, la sostanza è matrimonio fra persone dello stesso sesso.
 Non c’è da spendere molte parole.
 Art. 3 : si applicano alle unioni civili fra persone dello stesso sesso, esattamente come per il matrimonio , una serie di articoli…, fra cui gli art. 143- 144 e 147 : gli stessi che il sacerdote o l’ufficiale di stato civile legge al momento delle nozze, quelli che descrivono i doveri e i diritti dei coniugi.
 Art. 1 : c’è una cerimonia di avvio : la dichiarazione va fatta alla presenza di due testimoni,  esattamente come per il matrimonio. Si parla di stato vedovile se uno dei due muore, esattamente come per il matrimonio.
Ci dicono : ma a voi che cosa interessa? Se due persone si vogliono bene perché non possono sposarsi?
Non è questione di volersi bene. E’ che la Cost. considera la famiglia più di qualsiasi altra comunità per una ragione precisa : perché senza la famiglia non nascono i figli : e senza figli una nazione muore.
Qualcuno arriva a dire: ma nella Cost. all’art. 29 non c’è scritto che il matrimonio debba essere fra un uomo e una donna (capite quale è il livello delle argomentazioni?). Peccato che dopo l’art. 29 c’è l’art. 30: “è dovere e diritto dei genitori mantenere , istruire ed educare i figli” ; e come vengono fuori i figli se non c’è un uomo e una donna ? A meno che … non si pensa di comprare i figli con l’utero in affitto; ma di questo parlerà Mario subito dopo.
Il principio di eguaglianza impone di mettere sullo stesso piano situazioni eguali. E qui le situazioni sono diverse : questa piazza ha il coraggio di dire nel modo più chiaro possibile che è profondamente ingiusto mettere sullo stesso piano la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna e l’unione fra persone dello stesso sesso.

Dicendo questo non discriminiamo nessuno!
…passiamo in rassegna quello che l’ordinamento riconosce già da tempo a chi fa parte di una convivenza : c’è già tutto, l’assistenza sanitaria, la successione nella locazione, il permesso di assentarsi dal lavoro per problemi di salute del convivente. C’è tutto tranne tre voci: la pensione di reversibilità, la quota di legittima nell’eredità, l’adozione.
Parliamo di queste tre voci . Non parliamo di altro, se no perdiamo tempo. Parliamo di adozione . Perché questo è il nodo cruciale.
L’art. 5 della ‘Cirinnà’ apre la strada all’adozione. Certo, non lo fa capire; per mascherarlo usa una espressione inglese: stepchild adoption . Capite qualcosa ? significa che se una donna ha un bambino la sua compagna dello stesso sesso può adottarlo. Questo è il punto nodale: se passa questo non ci sarà bisogno della Corte Cost o delle Corti europee: qualsiasi giudice estenderà la possibilità di adottare a tutte le coppie dello stesso sesso, considerando discriminatorio che lo prevedi solo per alcuni e non per tutti.
Vogliamo le adozioni gay ?  … lo devono sentire anche nei palazzi … vogliamo noi questo ?  …
E perché diciamo di no? per ragioni ideologiche , per ragioni religiose? no : diciamo no alle adozioni gay perché ogni bambino ha il sacrosanto diritto di avere tutte le due le figure di genitore , ha il diritto di avere un padre e una madre . Perché con un padre e una madre cresce meglio : lo dice la sana pedagogia . Lo dice la nostra esperienza quotidiana di genitori e di nonni . Nessuno può convincerci del contrario . Perché la differenza fra quello che dà un padre e quello che dà una madre è una ricchezza , e noi non vogliamo privare i bambini di questa ricchezza !

La forza di questa piazza dà coraggio a tutti.
Dà coraggio al genitore che rifiuta di mandare il proprio bambino in un ‘campo di indottrinamento’ gender (l’espressione è di Papa Francesco); questa sera tocchi con mano che non sei solo: hai al tuo fianco centinaia di migliaia di amici.
Dà coraggio gli insegnanti: puoi sottrarti alla ‘colonizzazione ideologica’ (anche qui il copyright è di Papa Francesco), ti diamo una mano tutti!
Dà coraggio ai nostri amici parlamentari, tanti dei quali oggi sono qui e condividono la nostra battaglia di popolo (e li ringraziamo per questo)!
Dà coraggio a ogni famiglia per affrontare le difficoltà quotidiane e concrete, soprattutto in questi giorni, alle prese con un fisco per il quale la famiglia italiana è come un’oliva da torchiare!

Ma – e concludo – la forza e il coraggio hanno senso perché sono carichi di speranza. C’è uno spread che oggi interessa l’Italia, molto più di quello che riguarda i titoli del debito pubblico ; ed è lo spread fra le nuove nascite e le morti . Lo dicono i demografi e gli economisti seri: la crisi dell’Italia si lega al fatto che ci si sono sempre meno figli: nel 2014 sono nati meno della metà dei bambini che nascevano 50 fa, nel 1964 . E se allora c’era il boom economico e oggi c’è la crisi dipende da questo! I morti superano i nuovi nati di oltre 90.000 unità. Se questo spread resta come è, se non invertiamo la rotta diventeremo sempre più anziani e scompariremo come nazione.
Piazza S Giovanni dice stasera no a questa prospettiva di morte. Non è un destino ineluttabile!
Il popolo delle famiglie stasera dice all’Italia intera: alziamoci, ce la possiamo fare, non abbiamo perso la speranza. E quale è il segno più grande di speranza che mettere al mondo un bambino? ogni volta che incontriamo una donna che aspetta un bambino dovremmo dirle grazie, anche se non la conosciamo, perché sta regalando un pezzo di futuro a tutti noi!
Ci accusano di essere antiquati e di non seguire i tempi. Rispondiamo in modo semplice che un Papa di nome Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato fu criticato quando esortava l’Europa a respirare coi due polmoni, occidentale e orientale, quando proclamava la caduta dei muri e la rimozione del filo spinato. Non è al passo coi tempi! gli dicevano. Dopo qualche anno accadde un fatto straordinario: furono i tempi a mettersi al passo con San Giovanni Paolo II!
Ci sono stati dei momenti nella nostra storia di italiani nei quali tutto sembrava perso, e pareva perduta anche la speranza. C’erano i lutti, la fame, la paura, gli eserciti stranieri, i capi erano scomparsi o si erano dati alla fuga. Restava solo il popolo. Pensate ai mesi conclusivi della 2^ guerra mondiale. In quei momenti il popolo italiano ha saputo prendere in mano il proprio destino e passare dalle macerie alla ricostruzione. E’ riuscito a farlo perché era un popolo sano, costituito da famiglie. Erano le famiglie dei nostri nonni!
Oggi viviamo un momento simile. Il popolo di Piazza S. Giovanni non fa rivendicazioni, non rifiuta né il dialogo né il confronto. Ma sa bene che il dialogo ha senso se parte da una posizione netta. Non c’è conflitto fra la manifestazione in piazza e il confronto. Anzi, il confronto riusce meglio, perché si basa su una identità chiara.
Grazie a ciascuno di voi, torneremo a casa col cuore carico di forza, di coraggio e di speranza: il popolo delle famiglie esiste! con questa piazza, senza deleghe, d’ora in avanti dovranno fare i conti le istituzioni e la politica.

Care famiglie, la nostra è una grande battaglia laica di civiltà. E’ una civiltà che in Europa, in Italia e soprattutto in questa nostra Roma ha radici profonde. E proprio per questo laicamente la affidiamo nelle mani della Padrona di casa, della Salus Populi Romani che è anche Salus Popoli italiani.

Che la S. Vergine aiuti le famiglie italiane!
W l’Italia delle famiglie! 
0 Commenti

LA CHIESA PER I POVERI

18/6/2015

0 Commenti

 
Ecco cosa fa la Chiesa italiana per i migranti
  
Dalle mense ai dormitori, dagli ambulatori ai centri di ascolto: dopo le provocazioni di Salvini un viaggio tra le iniziative di parrocchie, Caritas e fondazione Migrantes
di Andrea Tornielli

«Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?», ha domandato Matteo Salvini rispondendo alle parole del Papa. Negli ultimi mesi Francesco ha voluto dare un segno tangibile di vicinanza agli homeless aprendo per loro un servizio docce e barberia sotto il colonnato di San Pietro. Si sta realizzando un dormitorio che avrà una trentina di posti letto, e dal Vaticano partono derrate alimentari da distribuire ai poveri della capitale. Ma è la Chiesa in Italia, con la Caritas, la fondazione Migrantes e le parrocchie, a svolgere un servizio capillare per l'aiuto  agli immigrati.

Le strutture legate alla Chiesa negli ultimi anni hanno dato la disponibilità ad accogliere 10mila migranti. Un numero che è andato aumentando. Il lavoro sociale delle 23.000 parrocchie, attraverso la rete dei centri di ascolto, hanno generato migliaia di servizi di prima necessità (mense, prestiti, ambulatori, dormitori) che oltre a servire gli italiani in difficoltà servono anche i poveri migranti. Si tratta di oltre 1500 servizi ai migranti.
Per citare soltanto la distribuzione dei pasti, le mense per i poveri sono 449, per un quarto promosse dalle parrocchie, per un altro quarto dalla Caritas, per un terzo da ordini e congregazioni religiose, per l’ultimo quarto da realtà diverse come le diocesi. Il dato relativo al 2009 indicava un totale di 6 milioni di pasti erogati. Oggi queste cifre vanno decisamente ritoccate al rialzo. «Considerato come le mense prive di aiuto pubblico siano quattro su cinque - ha scritto Giuseppe Rusconi, nel libro "L'impegno" (Rubbettino) - e che un pasto ha mediamente un valore monetario di 4,5 euro, si può calcolare che in questo campo la Chiesa faccia risparmiare allo Stato non meno di 27 milioni di euro l’anno.
 
Servizi di tutela per gli immigrati impiegati in lavori precari sono stati approntati dalla Caritas, con  il Progetto Presidium in 10 diocesi italiane, e la fondazione Migrantes con il progetto «La legalità paga». Sono nati centinaia di doposcuola nelle parrocchie e negli oratori per i figli di immigrati, le scuole cattoliche si sono aperte alla presenza dei bambini stranieri (oltre il 12% delle presenze, superiore alla scuola pubblica), sono nati asili multietnici. Gli oratori sono diventati quasi una seconda casa  per molti bambini e ragazzi immigrati (6 su 10 li frequentano). Sono attive anche iniziative di aiuto al ricongiungimento familiare, attraverso la disponibilità di case o attraverso progetti di Housing sociale (a Torino, Firenze, Milano, Cremona).
 
Un impegno importante che si sta rafforzando nelle diocesi è la tutela dei minori non accompagnati – oltre 13.000 oggi – attraverso una rete di affidi familiari. L’Associazione «Accoglirete» nata in parrocchia a Siracusa e ad Augusta, si è già impegnata nella tutela di 1000 minori, senza alcun compenso. E non va dimenticato che la fondazione Migrantes ha approntato da 4 anni un fondo per il rimpatrio delle salme dei migranti che muoiono in Italia  e non hanno familiari: oltre 200.000 euro  per contribuire a circa 190 rimpatri in 32 nazioni del mondo.
0 Commenti

ECCO LO SPOT “SCANDALOSO” DEI PANNOLINI HUGGIES CHE L’AUTHORITY HA CENSURATO!

14/6/2015

0 Commenti

 
ECCO LO SPOT “SCANDALOSO” DEI PANNOLINI HUGGIES CHE L’AUTHORITY HA CENSURATO!

Gender – Sessismo dei pannolini Huggies: l’autority interviene

C’è ancora chi dice che l’ideologia gender non esiste. C’è ancora chi dice che non c’è un’ideologia perversa che si è insinuata nelle istituzioni, nei media tra gli opinion makers.

Allora, chi fosse di questa idea è invitato a guardare il video della pubblicità di pannolini per bambini qui sotto: è stata CENSURATA dall’Authority garante perché SESSISTA.

Ci uniamo alla Manif Pour Tous che, dopo aver spiegato bene la questione, invita tutti a esprimere solidarietà alla Huggies e a scrivere una protesta all’Authority.

Siamo davvero alla follia pura.

Questo il comunicato stampa della Manif Pour Tous

Clamoroso!

Solo qualche giorno fa avevamo segnalato con vivo apprezzamento il nuovo spot dei pannolini Huggies diversificati sulle esigenze maschili e femminili.

La pubblicità è pensata intorno alle differenti attitudini tendenzialmente riscontrabili nelle bambine e nei bambini, diversità caratteriali che qualsiasi genitore nota nei suoi figli vedendoli crescere.

La Manif Italia apprende ora che il garante per la pubblicità, l’Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria, ha ingiunto alla Huggies di desistere dalla diffusione di questa pubblicità, perché violerebbe gli articoli del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale su “Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona” e su “Bambini e adolescenza”!

Il video è stato oggetto nei giorni di scorsi di accuse di “sessismo”: il modo con cui si accusa qualcosa di non conformarsi ai nuovi parametri del Gender, in cui è un’eresia evidenziare le differenze tra il maschile e il femminile, anche nel modo tendenziale di comportarsi.

Riteniamo scandaloso questo giudizio del garante, dettato da meri convincimenti ideologici e contrario alla libertà di esprimere una parte della realtà senza dover rendere conto agli ormai diffusi Comitati del Pensiero Unico. Questo è solo l’ennesimo motivo per cui saremo tutti a Roma sabato 20 giugno in Piazza San Giovanni alle 15:30, per dire che ci siamo stufati dell’onnipresente filtro del Gender che decida chi sono i buoni e i cattivi nella società.

Vi invitiamo a mettere “mi piace” al video su YouTube, a comunicare il vostro sostegno alla Huggies tramite messaggio privato sulla loro pagina Facebook (https://www.facebook.com/HuggiesItalia?ref=ts&fref=ts) e SOPRATTUTTO a scrivere tutta la vostra indignazione all’Istituto di Autoregolamentazione Pubblicitaria, mandando una mail simile o uguale a quella qui sotto all’indirizzo: iap@iap.it

Ecco la nostra:

Gentile amministrazione,

apprendiamo con estremo disappunto dell’ingiunzione di desistenza rivolta dal vostro spettabile ente all’azienda di prodotti per l’infanzia “Huggies S.p.A.”, a motivo dello spot “Huggies Bimba e Huggies Bimbo: Per un asciutto su misura” trasmesso sulle reti Rai e Mediaset nel mese di giugno 2015. In qualità di telespettatori e consumatori, ci è incomprensivile come questa pubblicità possa violare gli articoli del del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale su “Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona” e su “Bambini e adolescenza”, dal momento che si limita ad evidenziare tendenziali caratteristiche tipiche dello sviluppo psico-comportamentale dell’infanzia che qualsiasi genitore può rintracciare nella crescita dei propri figli e delle proprie figlie, e che sono comunque considerate dalle scienze sociali e psicologiche del tutto naturali. Vi chiediamo pertanto di ritirare l’ingiunzione alla Huggies S.p.A. e di non cedere alla pressione di proteste meramente ideologiche sul tema dell’identità sessuale e c.d. identità di genere.

cordialmente
La Manif Pour Tous Italia

Raccomandiamo davvero a tutti i lettori di scrivere una cosa analoga, e soprattutto di scendere in piazza sabato 20.

0 Commenti

ASIA BIBI LA VOGLIAMO LIBERA

11/6/2015

0 Commenti

 
ASIA BIBI LA VOGLIAMO LIBERA
Asia Bibi sta molto male. Il Pakistan la lascia morire...


E i paladini della libertà dove sono?
Il Signore abbia pietà dell'indifferenza ..

Preghiamo il Cuore Misericordioso di Gesù lla Madonna e San Giuseppe: 
ASIA BIBI DEVE VIVERE



«Fatica a camminare e vomita sangue». Asia Bibi è allo stremo. Il Pakistan la lascia morire in carcere 
Peggiorano le condizioni di salute della donna pakistana ingiustamente detenuta per blasfemia. Appello all’Occidente perché faccia pressione sulle autorità

Fatica a camminare, vomita sangue ed è sempre più debole. Asia Bibi, la donna cristiana ormai in carcere da 5 anni, da quando fu arrestata nel giugno del 2010, e condannata a morte per blasfemia, è allo stremo. I suoi familiari temono per la sua vita.

Secondo il Global Dispatch, suo marito e i suoi figli, dopo un mese in cui gli era stato impedito, sono andati a visitare la madre a maggio, spiegando che «è così debole che non riesce a camminare». La donna ha sviluppato un’emorragia intestinale grave, per cui avrebbe bisogno di una visita medica. I suoi legali ne hanno fatto richiesta, affinché sia curata e trasferita dal carcere di Multan a quello di Lahore, in grado di fornirle l’assistenza necessaria. La preoccupazione della famiglia, già straziata dalla prigionia della madre innocente, è cresciuta quando «nel vomito sono apparse tracce di sangue». La notizia è stata confermata da Sardar Mushtaq Gill, avvocato dei diritti umani dei cristiani pakistani: «Ho avuto notizia dai miei colleghi delle gravi condizioni di salute di Asia Bibi e del fatto che vomita sangue».

UN DECLINO RAPIDO. Non si conoscono le cause precise dell’emorragia, ma il fatto che la donna sia stata messa in isolamento, dopo che qualcuno ha cercato di avvelenarla, fa capire come mai la vita di Asia sia a rischio. Wilson Chiwdhry, presidente della British pakistani christian association, ha spiegato che «Asia Bibi sta andando incontro a un declino rapido della salute; per questo chiediamo a tutti cristiani di ricordarla regolarmente nelle loro preghiere». La donna «crede che Dio la libererà dalla prigionia», ha continuato Chiwdhry.

APPELLO ALL’OCCIDENTE. Ad oggi pare «impossibile fissare la data del prossimo dibattito della Corte Suprema sul caso». Si parla addirittura di 3 anni d’attesa. E molti sono convinti che «la posticipazione del dibattito sia voluta dalle autorità pakistane nel tentativo di sovvertire la giustizia attraverso il suo decesso prematuro». Per questo Chowdhy ha chiarito: «Se ad Asia Bibi sarà impedita la possibilità difendersi, tutto ciò sarà visto come una grande parodia della giustizia. Una vergogna per la reputazione di una nazione apparentemente democratica come il Pakistan». Infine l’avvocato ha chiesto agli occidentali di contattare le autorità governative del proprio paese affinché facciano pressione su quelle pakistane e affinché inviino «delle email direttamente al primo ministro del Pakistan, chiedendo sollecitare la Corte Suprema affinché la donna ottenga un trattamento adeguato al suo stato di salute attuale e precario».
0 Commenti

QUESTO SONO I GAY PRIDE

9/6/2015

0 Commenti

 
"La democrazia è quando io comando te. La dittatura è quando tu comandi me"
Si può esigere rispetto non rispettando?


Il defunto umorista Millôr Fernandes ha scritto:
"La democrazia è quando io comando te. La dittatura è quando tu comandi me".

Questa affermazione ironica è una buona definizione del pensiero che si manifesta in gran parte delle discussioni ideologiche nel mondo, ieri e sempre. La sua struttura può essere applicata anche a termini come “libertà”, “intolleranza” e “manifestarsi”: "La libertà è quando io mi manifesto su di te. L'intolleranza è quando tu ti manifesti su di me".

L'immagine presentata è stata scattata nella Parata dell'Orgoglio Gay svoltasi domenica a San Paolo (Brasile) e rappresenta un manifestante con le sembianze di Cristo crocifisso con la scritta “Basta omofobia GLBT".

Il calciatore Leo Moura ha commentato l'immagine sul suo profilo Facebook:
''Che tristezza vedere questa immagine! Cosa ha a che vedere Gesù con questo? Quanta dissolutezza! Quanta mancanza di rispetto, mio Dio! Ho molti amici gay, adoro tutti e rispetto la scelta di ciascuno. Non generalizziamo, ma mancare di rispetto a chi ha dato la vita per te oltrepassa il limite! È molto triste... Dove finiremo? Chi ha fatto questo cerchi di chiedere perdono a Gesù...#omundoestaacabando ''.

Immagine
0 Commenti
<<Precedente

    Feed RSS

    Archivi

    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Agosto 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Maggio 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014

Foto