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LE VERE PUTTANE

30/6/2015

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LE VERE PUTTANE
di don Aldo Buonaiuto 

La maggior parte della gente pensa che le prostitute siano quelle dei marciapiedi. Le notti più oscure delle tante giovanissime donne maltrattate, sfruttate, torturate, abusate, mercificate, violentate e spesso anche uccise sulle strade. In realtà la vera prostituzione riguarda ben altra cosa. Per chi facesse finta di non saperlo, le vere puttane, non sono di certo quelle che si vedono sulle vie e nei bordelli, ma al contrario quelle che si prostituiscono “orgogliosamente” a fior di quattrini con quei Vip i cui maxi stipendi provengono dalle nostre tasse. Vengono elegantemente definite “signorine” o direttamente “escort” o donne di accompagnamento per il cliente malato di solitudine. A fare il resto per anestetizzare le coscienze, ci penserà poi la cocaina.

Ci sono circuiti perversi nei tanti ambienti della società, compresi quelli più inimmaginabili che dimostrano bene cosa significhi essere “puttana”. Il termine ancora potrebbe risultare offensivo specialmente se attribuito pregiudizialmente a quelle donne che una volta erano definite di facili costumi. Ma oggi questo vocabolo viene molto più usato per indicare tanti altri tipi di prostituzione e quindi di vendita di se stessi.
Nella top ten delle più ovvie forme di meretricio, al giorno d’oggi, non può mancare quasi tutta la politica. Nessuno si vende e si svende così spesso e senza pudore come un eletto. Rappresentanti che pesano sulle spalle di un popolo inerme e sconfitto. Anche la corruzione è un’altra forma di mercimonio insopportabile che sta permeando la cosa pubblica.

Come non menzionare tra i più abili e sofisticati modi di prostituirsi un certo giornalismo fatto da vere peripatetiche, per usare un termine raffinato gradito alla categoria, sempre pronte a soddisfare i bisogni del proprio padrone anche quando la marchetta è ingiusta, riprovevole, malsana e devastante per chi la riceverà.

Ma “se Atene piange Sparta non ride”. Anche nella Chiesa, cosi come in altri contesti religiosi infatti, ci sono personalità che si presentano come capaci di raggiungere qualsiasi obiettivo con le proprie abilità e prestazioni. Svilendo il proprio ruolo e svendendo la propria anima.

Questa mentalità del vendersi al miglior offerente viene legittimata e promossa non soltanto dai maschi ma anche dalle stesse donne. Addirittura mogli che giustificano le deviazioni dei propri mariti e madri che avviano le figlie alla compravendita del proprio corpo. Nelle piaghe di questa società ferita troviamo adolescenti che già nelle scuole si offrono con disinvoltura anche solo per avere in cambio una ricarica telefonica. Il corpo diventa un oggetto. Si resta così fermi allo sfogo animalesco ed istintivo di chi deve semplicemente rispondere ai propri bisogni e piaceri. E il business della pornografia ringrazia!

I rapporti fisici sono quindi considerati una semplice modalità che ha ormai del tutto perso di sacralità. Invece il sesso è l’esperienza più intima che rappresenta l’apice dell’amore. Per questa irrefrenabile forma di egoismo l’uomo ha sempre fallito, deluso, tradito, ucciso i rapporti più importanti. Le ragazze di strada, quelle che sono accolte nelle Case Famiglia, le sfruttate e schiavizzate, oggetto di umiliazioni e soprusi, di fatto non hanno mai gestito nulla della propria esistenza.

C’è una moltitudine di persone pulite e oneste che sono sempre accanto e a disposizione di chi soffre così come esistono famiglie straordinarie e giovani impagabili nella loro quotidiana semplicità.

Ci sono invece coloro che si alzano ogni mattina sapendo cosa venderanno e per quale prezzo; forse dovrebbero trovare il coraggio di guardarsi meglio allo specchio per vedere in faccia le vere puttane.
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