Verrebbe da dire: ma sta’ calmo, prenditi una pausa, cerca di capire! Macché!
Confesso che il grido unanime “no tinc por” (non ho paura) dei cittadini insieme a Re Felipe VI, al premier Rajoy e al presidente catalano in Plaza Catalunya, cuore di Barcellona, nel minuto di silenzio in omaggio alle vittime, non mi ha né emozionato né convinto.
Solo un folle infatti non avrebbe paura della spaventosa ferocia degli assassini e dell’odio ancor più feroce che li ispira.
Confesso di non capire l’ineffabile sindaca Ada Palau che definisce i dissuasori contrari allo spirito aperto e liberale della città o l’intellettuale catalano che in quanto “figlio di Mirò” si dice incapace di odiare…Se i ragazzi marocchini devastati dall’odio fanno inorridire, la difesa d’ufficio di un certo stile di vita e dei valori che l’ispirano fanno sconcertare.
Barcellona città splendida: ma perché? Per la movida, le ramblas, la vita notturna, lo sballo, il divertimento, le tapas e il gazpacho? Perché lì uno è libero di pensarla e di agire come gli pare? Perché la città catalana esprime e condensa la tendenza dominante che al pensiero ha sostituito le opinioni, che ha eliminato la volontà e l’ha rimpiazzata con le voglie e che fa consistere il bene con ciò che “mi piace”?
Se le cose stanno così non capisco l’alzata di scudi di chi vuol difendere …cosa poi? La splendida città e i suoi abitanti? Oppure il vuoto, il nichilismo di un mondo che vorrebbe assomigliare a una gigantesca Las Vegas o a un fantastico Disneyland?
don Davide Rota
Superiore del Patronato San Vincenzo