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LA CHIESA CATTOLICA FA RISPARMIARE 11 MILIARDI ALLO STATO ITALIANO

26/7/2015

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Secondo alcune congregazioni di atei fondamentalisti, fortunatamente in profonda crisi di credibilità, la Chiesa cattolica costerebbe 6 miliardi di euro alle casse dello Stato.

Certamente ci saranno dei costi per le casse dello Stato, ma tuttavia la presenza del mondo cattolico in Italia fa risparmiare almeno 11 miliardi di euro l’anno. Lo ha dimostrato Giuseppe Rusconi nel suo recente libro inchiesta: “L’impegno – Come la Chiesa italiana accompagna la società nella vita di ogni giorno“.

L’autore ha esaminato capitolo per capitolo i settori in cui interviene l’attività sociale del mondo cattolico, quantificando in concreto quello che ne deriva a favore dello Stato. Come spiegano alcune recensioni, è giunto in questo modo a ribaltare del tutto l’immagine di una Chiesa “parassita”, sostenuta da anni in diverse pubblicazioni laiciste.

Il maggior canale di risparmio è quello della Scuola: gli istituti paritari cattolici fanno risparmiare all’Erario 4,5 miliardil’anno (6 miliardi, invece, secondo il Miur). 1,2 miliardi di risparmio arrivano dalla sanità ospedaliera, 2,8 miliardi dal volontariato, 800 milioni dalle comunità di recupero dei tossicodipendenti, 650 milioni dal banco alimentare, e la lista si allunga dalla lotta all’usura ai prestiti di speranza, agli aiuti ai terremotati, agli oratori e le attività ricreative parrocchiali.

Il risparmio complessivo è di circa 11 miliardi di euro annui, ovvero quasi il quadruplo di quello che invece la Chiesa riceve: attorno a 1 miliardo di euro l’anno tramite l’8 per mille, più circa 3 miliardi dai contributi versati da regioni, comuni, altri enti statali. «La Chiesa», scrive Rusconi, «oltre a intervenire concretamente laddove è necessario, ha una funzione importantissima di stimolo per rendere attiva la solidarietà di parrocchie e gruppi diversi».

Edito da Rubattino, è stato presentato lo scorso 14 febbraio in anteprima nazionale a Roma presso l’Hotel Nazionale a Piazza Montecitorio (e in diretta su Radio Radicale), davanti ad una nutrita platea, ad un incontro al quale sono intervenuti l’ex-presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante, il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello, la deputata Udc Paola Binetti e il radicale pannelliano Angiolo Bandinelli.

L’on. Luciano Violante, non cattolico, ha riconosciuto assieme agli altri la «grande capacità della Chiesa di aiutare le persone tramite vari strumenti e servizi». L’aspetto più «significativo», secondo l’ex presidente della Camera dei Deputati, è tuttavia il «ruolo educativo» e di trasmissione dei valori di cui la Chiesa è da sempre titolare, per questo è indifferente quanto costa di fatto allo Stato. Ancor meno se, come è stato dimostrato, è invece una importante fonte di risparmio per il popolo italiano.

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IL BUSINESS DELL'ABORTO

15/7/2015

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IL COLOSSO AMERICANO DELL'ABORTO VENDE GLI ORGANI DEI BAMBINI ABORTITI

“Siamo diventati molto bravi nell’ottenere cuore, polmone, fegato… un sacco di gente vuole fegato. E per questo motivo, la maggior parte dei provider opera sotto la guida ecografica, così sanno dove stanno mettendo le pinze”.

Un video rilasciato questa mattina mostra la dr. Deborah Nucatola, Senior Director del dipartimento dei servizi medici di Planned Parenthood (il maggior fornitore di aborti negli USA), che descrive il processo di estrazione delle parti del corpo di un feto abortito a scopi commerciali.


L’indagine è stata condotta dal Center for medical Progress, un gruppo di cittadini e giornalisti che si dedicano al monitoraggio dell’etica medica.

Il prezzo di un esemplare può variare da 30 ai 100 dollari e nel video la dr. Nucatola precisa che Planned Parenthood sta molto attenta a non dare l’impressione di guadagnare dagli aborti che effettua


Il traffico di parti di un feto abortito è illecito  e la vendita o l’acquisto di tessuto fetale umano è un reato federale punibile fino a 10 anni di carcere e una multa fino a $ 500.000.

LA VERITA’ IN UN VIDEO INVESTIGATIVO - Vedi qua sotto
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RIFLETTERE SU PINOCCHIO CI FA CAPIRE CHE LA VERITA' VINCE SEMPRE

12/7/2015

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L'altra sera i miei figli hanno voluto rivedere il cartone di Pinocchio e così ho avuto modo di riascoltare la fatina ammonire il burattino dicendogli che ci sono due tipi di bugie: quelle che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo.

Sorridendo ho annuito ed il più grande me ne ha chiesto la ragione, così gli ho spiegato che la menzogna davvero è di due tipi: c'è quella eclatante, che come un naso troppo lungo prende dentro da tutte le parti facendosi subito riconoscere, e poi c'è quella più subdola, più difficile da smascherare, ma che, avendo le gambe corte non può andare molto lontano, e che inevitabilmente, col tempo, si rivela per quello che è: il falso.

Il pargolo, evidentemente soddisfatto, si è presto rimesso a vedere il suo cartone animato, io, d'altronde, mi sono invece ritrovato a riflettere su come realmente la Verità trionfi sempre.

Perché la Verità ha forza in se stessa ed anche quando non viene difesa nel tempo comunque s'impone sulla menzogna, la quale, non avendo attinenza con la realtà, giocoforza ha vita breve.

La Verità è essenziale, non ha bisogno di tante parole, invece la menzogna sì, deve riempirne l'aria fino a renderla satura, perché chi vi si trova dentro, a questa nebbia caustica, ne rimanga stordito e cedendo nella vigilanza diventi più vulnerabile.

Ma col tempo la falsità satura l'aere e perde efficacia, poiché quando le menzogne sono la normalità sbiadiscono all'orizzonte ed allora solo la Verità, che a quel punto è l'unica vera alternativa, spicca in mezzo al piattume del vacuo, tornando a brillare come un faro, contro la cui attrazione il falso non può nulla.

Poiché una sedia è una sedia: tu puoi chiamarla, descriverla e ricamarci sopra come e quanto vuoi tentando di spacciarla per una qualsiasi altra cosa, ma lei alla fine sempre sedia rimane.

Il vero, avendo immediato riscontro nel reale, è semplice, è facile. È la falsificazione che abbisogna di un elaborato piano preventivo, di una coalizione di forze operose, un costante lavorìo nel tempo, con continui camuffamenti e distorsioni, ma che in realtà portano tutti inevitabilmente a contraddizione, perché davvero la bugia ha le gambe corte: si muove faticosamente e comunque non fa molta strada.

La menzogna è una coperta piena di buchi, che va costantemente rattoppata fino a quando non si disfa, macerata dall'ineluttabile confronto con la realtà, la quale, richiamandosi al Vero, rimane nel tempo fedele a se stessa.

Ecco perché chi sta dalla parte del reale, anche in tempi, come quelli in cui viviamo nei quali la falsificazione sembra imperare incontrastata, non ha da temere nulla, ma gli basta solamente rimanere fedele alla Verità, attendendo, resiliente, l'inevitabile momento in cui la menzogna si sfalderà da sola, crollando come un castello di carte al primo soffio dello Spirito del Vero.

Ché in fondo diciamocelo: a chi sta con la Verità, gli piace vincere facile.
Ponci-ponci-ponci-po...

Andrea Torquato Giovanoli
Dal blog di Costanza Miriano
(link)
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NON SIAMO MICA NEL MEDIOEVO… PURTROPPO!

9/7/2015

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Se c’è una cosa che fa accapponare la pelle ad ogni medievista è l’abusatissima frase: non siamo mica nel Medioevo!

Ditemi: perché ce l’avete tutti col Medioevo? Perché era un’epoca di ignoranza, mancanza di ogni regola, barbarie e abusi da parte dei più potenti, no? Non potreste sbagliarvi di più. Se quando pensate al Medioevo la prima cosa che vi viene in mente sono i roghi dell’Inquisizione e le cinture di castità, allora dovete leggere questo articolo, e ricredervi di ciò che vi hanno insegnato a scuola.

La storia che ci hanno raccontato a scuola è semplicissima: l’Impero romano fu grandezza, ricchezza e splendore, poi magicamente dopo il 476 iniziò quel periodo chiamato “Medioevo” che durò fino al Rinascimento, con cui finalmente si ebbe una rifioritura improvvisa delle arti e dei mestieri, di tutto ciò su cui si fonda il nostro concetto di modernità. Ma davvero i secoli che vanno dalla caduta dell’Impero al Cinquecento sono soltanto secoli bui?

Uno tra i più grandi storici medievisti, Jacques Le Goff, diede una definizione famosa di quest’epoca che è molto di più di un’epoca di passaggio: Il Medioevo è sinonimo di progresso. Perché sì, non c’è raccolta senza semina, non c’è sviluppo senza gradualità.

E il Medioevo è stato ingegnoso, per certi versi rivoluzionario, senz’altro è stato un’epoca che ha fondato il nostro modo di pensare moderno. In questi secoli nascono le università, gli ospedali, la città in senso nuovo e il turismo, la lotta di classe, le banche e le strutture amministrative. Vogliamo parlare di invenzioni tecnologiche? L’orologio, che rende il tempo laico e rivoluziona il modo di vivere, i mulini d’acqua che permettono una rinascita in campo alimentare, gli occhiali e la stampa. Ma, perché no, andiamo oltre: nel Medioevo nasce l’idea umanistica dell’homo faber fortunae suae, l’uomo che con le proprie azioni diventa artefice del proprio destino, ma soprattutto nasce la concezione moderna dell’amore. E su questo, credetemi: certi uomini del Medioevo erano molto meno bigotti di certi vostri amici.

Sfatiamo alcuni falsi miti sul Medioevo che tanto piacciono:

1) La caccia alle streghe
Ebbene sì, dimenticatevi l’immagine di brutalità e torture e terribili strumenti del terrore. La caccia alle streghe è un fenomeno storico che viene registrato a partire dalla fine del Medioevo, e anzi si concentra soprattutto nel ‘600 e ‘700.

2) La schiavitù
Innanzitutto, occorre fare una netta distinzione tra schiavo e servo. La servitù della gleba è un vincolo tipicamente medievale che lega il contadino al terreno che coltiva: il servo mantiene la propria identità di persona avente dei diritti ma ovviamente anche dei doveri nei confronti del signore, in cambio di protezione e tutela. Al contrario, la schiavitù prevede la totale appartenenza verso un proprietario che ha, quindi, nei confronti dello schiavo diritto di proprietà e di morte, in quanto “cosa” e non persona.
La schiavitù è una pratica abitudinaria dell’età classica, che scomparì progressivamente  proprio nel Medioevo.

3) Mancanza di leggi
Durante tutto l’arco del Medioevo i documenti mostrano la vitalità sia del diritto longobardo sia del diritto romano classico, ai quali si affiancarono una serie di consuetudini e norme locali. E poi, avete mai visto “Non ci resta che piangere”? Pensate soltanto alla faccia del povero Saverio (interpretato da Benigni) quando scopre che per aprire una macelleria serve una licenza. Ma ancora più emblematica sarà allora la famosa scena della dogana:

4) Sempre la solita zuppa!
Quella della scarsa varietà di alimentazione è un’altra bella bufala, dal momento che la dieta medievale risulta equilibrata e varia soprattutto grazie all’importanza che le verdure avevano nell’alimentazione dell’epoca: tra quelle più comuni c’erano diversi tipi di cavoli e insalate (cicoria, lattuga, bietola, rapa) e molte radici (finocchi, ravanelli, carote). Ovviamente, per le patate fritte bisognerà aspettare la scoperta dell’America.

5) Lo ius primae noctis
Per chi non se ne intenda di latino: il diritto del signore a zompettare con la moglie del proprio servo della gleba durante la prima notte di nozze. Su questo gli studiosi sono d’accordo: il diritto alla prima notte sarebbe un’invenzione moderna, visto che non esiste alcuna documentazione che ne provi l’esistenza, né nella vastissima mole di lamentele dei contadini verso i loro signori, né nella novellistica, genere licenzioso che non si è mai fatto problemi a parlare di sesso e che, quindi, non avrebbe perso l’occasione di infarcirci qualche bella storia.

6) La cintura di castità
E qui viene il bello: quei bruti cattivi degli uomini che partono a fare le crociate e chiudono a chiave la vagina della loro amata. Sbagliato. Infatti, le donne nel Medioevo spesso avevano un potere politico ed economico impensabile per le epoche successive, e molta più libertà. Non esistono reperti di cinture di castità che possano essere fatte risalire al medioevo: quelle che abbiamo sarebbero state costruite nell’Ottocento, favorendo l’immagine poi arrivata felicemente fino ai giorni nostri.

Altri studiosi, addirittura ritengono che l’uso della cintura di castità sia stato interpretato scorrettamente e che, al contrario, l’aggeggio sarebbe proprio uno strumento erotico usato nel gioco sessuale. Insomma, io vi avevo avvisato: gli uomini del medioevo erano molto meno bigotti di certi vostri amici.

7) La terra è piatta
L’idea della presunta ignoranza dell’uomo medievale è strettamente connessa all’idea che gli unici testi che leggessero erano quelli sacri. Ma l’uomo colto di quell’epoca, al contrario, ne sapeva un sacco ed era avido di ogni tipo di lettura, oltretutto il fatto che fosse cristiano non impediva di possedere della logica e senso critico, anzi.

Ecco perché era concetto assodato quello della sfericità della terra. Basta poco per dimostrarlo: guardate tutte le raffigurazioni del potere imperiale nell’arte di quei secoli. Vi accorgerete che gli imperatori venivano rappresentati sempre con uno scettro terminante con un globo, a volte sormontato da una croce, simbolo della loro sovranità universale su tutte le terre del mondo.

In conclusione, perché allora l’immagine totalmente negativa di questi secoli continua ad essere tramandata di generazione in generazione? Secondo Alessandro Barbero (qualcuno  di voi lo conoscerà grazie a SuperQuark), il pregiudizio sul Medioevo sarebbe legato al “piacere di credere che in passato c’è stata un’epoca tenebrosa, ma che noi ne siamo usciti, e siamo migliori di quelli che vivevano allora”.

Dunque, siate umili, villici! E se questo articolo vi è piaciuto, non dimenticate di condividerlo coi vostri amici.
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VADEMECUM PER UNA VACANZA CATTOLICA

6/7/2015

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Arriva l'estate e per tutti l’atteso tempo delle vacanze è finalmente giunto!

Ormai maglioni, sciarpe, cappotti, guanti e quant’altro sono ben chiusi e ordinati nei loro bauli. Ma attenzione ! Non avrai fatto lo stesso con la tua fede cattolica!

Seppur disteso sotto l’ombrellone non puoi certamente mettere in stand by il tuo cammino di santificazione! Peggio ancora se mettendo fra parentesi precetti e comandi divini ti tuffassi fino ad annegarvi nella “movida” brulicante e attraente di paesi e città!

Si proprio così, il cattolico si riconosce anche dalla e vacanze che fa! Qualcuno starà già storcendo il muso: caro Don adesso esageri….passo e chiudo…! Ma se mi darai un po’ di fiducia e continuerai a leggere le restanti righe , forse alla fine, dirai grazie! Non a me , ma a Colui che anche nel tempo di vacanza è sempre presente e ti accompagna con la sua grazia e misericordia!!!

Ovviamente, ognuno sceglierà più o meno luoghi e modi, dal mare alla montagna, o anche a casa sua!!!

Ma anche attraverso le più svariate possibilità di scelte e di modalità con cui vivere le nostre ferie permettetemi di ricordarvi-dopo averlo per primo ricordato a me stesso- alcuni punti fermi utili per non disperderci e andare alla deriva con il rischio di annegare!!! La vacanza se vissuta bene diventa un tempo di grazia e di crescita, se vissuta male allora diventa, secondo un classico andante ormai non più in uso, ”la vendemmia del diavolo”.

Pertanto insieme al costume da mare (al mare bisogna ancora usarloooo), “pinne, fucile e occhiali”, scarponi e quant’altro non dimenticate di mettere nello zaino alcuni accessori di vitale necessità per una sana vacanza cattolica!!!

1. Identità cattolica
Se progetti di andare in vacanza in un isola Hawaiana, o di fare una lunga crociera tra i fiordi Norvegesi, o un semplice soggiorno in un camping nelle vicinanze, o il semplice pendolare non più di lavoro ma per recarmi alla spiaggia più vicina va benissimo. Ma non puoi dimenticarti nell’organizzazione più o meno impegnativa di porti la domanda : e la messa? Essa è l’essenziale per la vita di fede. In essa si incontra Gesù Cristo! E almeno la domenica e nelle feste di precetto non puoi venirvi meno!|Pertanto nell’organizzazione, già fatta o da fare “last minut” oltre a chiedere la tipologia di svago che offre il luogo chiedi pure: come fare per una Chiesa cattolica o quale è la chiesa più vicina?

2. Sano riposo
Vacanza non vuol dire lasciarsi cullare dal “dolce far nulla” da mattino a sera. Non dimentichiamo l’antico adagio sempre valido che “l’ozio è il padre dei vizi” e quindi del peccato! Pertanto anche una giornata di vacanza richiede un minimo di programma, di gestione del tempo nel quale certo ci sia tanto riposo e sano divertimento, per gli altri, amici, e soprattutto in famiglia con la moglie, il marito, i figli recuperando tutto quel tempo che ordinariamente si dedica al lavoro e agli impegni!

3. Divertitevi ma non peccate
“…mi raccomando divertitevi ma non peccateee…”. Era uno dei consigli fondamentali di don Bosco che il mio vecchio padre spirituale ci ricordava sempre salutandoci prima di partire per le vacanze estive. Non dimentichiamoci che non tutti vanno in vacanza che esse sono per noi un privilegio. Guai a considerarli una sorta di “dritto”! Basta pensare che forse i nostri padri o nonni neanche sapevano cosa fossero.! Pertanto impariamo a considerarli una sorta di dono, e anche una grande possibilità di sani incontri e perché no di sano apostolato. Un tempo di rigenerazione e di sano riposo. Certo bisogna anche divertirsi, ma attenzione, divertirsi non vuol dire dissiparsi! Pensateci, che razza di rigenerazione e di riposo vivremmo se se ci abbandonassimo solo alla confusione: folle assordanti, rumori e notti bianche, trangugiare e mangiare -Dio solo sa cosa- fino alle prime luci dell’alba!!.! Magari alzarsi al mattino con mal di testa e nevrotici per la notte trascorsa e iniziare a mandare a quel paese moglie o figli o mariti perché ridotti a brandelli!!! Certo ci sono ambienti e modalità di divertimento che in sé non sono illeciti ma diventano l’anticamera per gravi peccati! Si, mi sto riferendo alle “famose occasioni prossime di peccato” che se non fuggiamo diventano esse stesse una colpa grave!

4. Datti una minima regola
Lo sappiamo che nel periodo di vacanza saltano tutti gli schemi e gli orari ordinari. È inevitabile! Ma il rischio è che in questo modo possono saltare anche tutti quegli appuntamenti necessari per una vita di fede che non prevede vacanze!!! Certo durante l’anno è più facile con gli orari scanditi dalla giornata o dal lavoro inserire anche la messa o le pratiche di pietà il rosario l’orazione, la meditazione, ma in vacanza!!! Ma proprio ora che potremmo avere più tempo per il Signore rischiamo di dimenticarcelo proprio del tutto!! Peggio ancora se siamo in vacanza con amici o con altre famiglie e magari iniziare a sentirci a soggezione o addirittura vergognarci di mostrarci agli altri: scusate è l’orario della messa, e magari non è domenica oppure ritirarsi per la recita del rosario o cercare un po’ di silenzio per l’orazione!
Tenendo sotto controllo l'eccesso opposto – l'ostentazione – dobbiamo invece difendere questi spazi sacri, senza essere d'ostacolo ai legittimi progetti di svago della nostra compagnia.

5. Fai una vacanza sobria
Qui si tratta di semplice buon senso cristiano! Innanzitutto non investire soldi per una vacanza superiore alle proprie possibilità Ovvero bisogna che tutto sia proporzionato al tenore di vita che ho quotidianamente. Evitare gli eccessi, le esagerazioni, come se quella settimana fosse l’unica ragione del mio lavoro annuale, della mia felicità, del mio benessere e della mia famiglia. Ciò denoterebbe un’esistenza triste! Gli eccessi sono sempre ingiustificati, per ragioni morali e di stile. Inoltre, chi esagera si priva della possibilità di fare, con quel denaro, qualche opera di bene per la Chiesa e per i poveri.

6. Attenzione ai figli
Vacanza non vuol dire per figli andare con chi vogliono, quando vogliono, dove vogliono e come vogliono. Tutto giustificato oggi dall’adagio: sono giovani e devono divertirsi! Dei genitori cattolici non possono non chiedersi :da cosa devo difenderli perché non siano istigati al peccato: eccessiva promiscuità, tutti maschi e femmine dormire insieme, stesse stanze, e prima o poi stessi letti…! Signora, dissi un giorno, ma dormiranno tutti insieme…!!! Ma tanto, Padre, sono amici…! Seeeeeee…lo dicevano anche i santi…la paglia vicino al fuoco…..bruciaaaaaaaa….Peggio ancora se tutto viene giustificato da genitori cattolici nel nome “dell’oggi le cose sono cambiate”…Bisogna farsene una ragione…!!
Altro che ragione, cari miei! Organizzare le vacanze vuol dire anche “far ragionare” i propri figli! Quante volte genitori che vengono a piangere o non sanno più cosa fare: “… padre quell’amico o quell’amica o quei compagni me lo stanno rovinando”..ecc..! Allora, iniziamo a ridire loro la necessità o meno di certe comitive o amicizie, e comunque esercitiamo quell’autorità che la famiglia merita-almeno fino ad una certa età- anche in materia di vacanze! Ci si lamenta: “padre non si ha mai il tempo di guardarsi in faccia con marito figli…!” Ma se poi arrivano le vacanze e invece di stare un po’ più insieme i figli vanno da una parte e i genitori sistematicamente dall’altra???!!! E chi l'ha detto che ognuno deve andare in vacanza solo dove ci sono i divertimenti adatti alla sua età, sennò "che vacanza è?". E dai mamme e papaà quante volte avrete sentite in chiesa il richiamo dell’apostolo Paolo: “Non conformatevi alla mentalità del tempo”…! Non sarebbe un po’ tempo di metterlo in pratica?! Magari iniziando a buttar via quei luoghi comuni di pensare della serie…” ma così oggi si usa o fan tutti” e reimparare a stare insieme nel tempo delle ferie?!

7. Sane letture edificanti
Adatto nelle vacanze è anche una sano svago attraverso la lettura. Naturale. Libri riviste giornali. Ma credo proprio che un cattolico non può ridursi sotto l’ombrellone alle prese con cruciverba o peggio ancora gossip vari o limitarsi al corriere dello sport!!! Bisogna approfittarne per qualche lettura edificante che ci aiuta ad approfondire e conoscere meglio la nostra fede: la vita di un santo, il saggio di un autore cattolico affidabile, un testo sulla preghiera o sulla dottrina, il Vangelo. Insomma: c'è molta scelta, basta volerlo. Magari prima di partire chiedete qualche consiglio ala vostro parroco!!!

8. Visite edificanti
Si può anche inserire sapientemente in ogni vacanza-ove sia possibile- la visita ai luoghi della fede più vicini al nostro soggiorno estivo: un santuario, una cattedrale, la città di un grande santo. Un modo semplice per insegnare anche ai propri figli che il nostro cuore è con Cristo anche quando ci stiamo rilassando e divertendo.

9. Ricordati del prossimo
La vacanza è mia e basta…tutto purchè io stia bene…. Ma il cristiano non può dimettersi durante le vacanze. La santità è la nostra meta e il cammino per raggiungerla non conosce soste!
Allora, non dimentichiamoci della carità fraterna. Si può esercitare in molti modi, basta tenere lo sguardo vigile e attento sugli altri. Non limitiamoci alle chiacchiere, cerchiamo anche di tirare fuori un serio confronto con i nostri bisogni più veri! Chiediamoci cosa possiamo fare per loro. Insomma non dimentichiamoci che daremo conto di ogni parola vana….pertanto tutto deve essere finalizzato al bene sommo anche saper dire una sana barzelletta per tirar su un amico che è un po’ con le gomme a terra!

10. Non abbandoniamo i sacramenti
Quante volte durante l’anno diciamo non ho tempo non riesco ad andare a messa a volte neanche tutte le domeniche; ho poco tempo per pregare, non riesco a trovare il tempo per la confessione…! Ora in vacanza tutte queste scuse cadono! Allora non perdiamo tempo! Non c è vacanza peggiore che quella concepita e vissuta come una perdita di tempo. E il tempo perso non ci verrà mai restituito. Allora forza non c’è fede cattolica senza sacramenti e non c’è vacanza cattolica senza la Grazia di Dio!

Buone e sante vacanze a tutti !
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