Da anni la fontana osservava il lago limpido e silenzioso, e lo invidiava immensamente. «Quant'è calmo!», pensava. «Guardatelo: non cerca di impressionare nessuno. Le sue acque non corrono, non si agitano. Non gli servono acrobazie. lo invece ho un bisogno compulsivo dell'attenzione altrui. Faccio di tutto per attirare la gente, ma sono così stanca! Quant'è felice invece il lago! La gente passeggia sulle sue rive senza che lui debba intrattenere nessuno, siede sul prato e si gode il placido sciabordio delle sue piccole onde. Un lago non fatica, non pena. Se io smettessi di far tutti i miei giochi, chi verrebbe più a vedermi? Niente è più patetico dello spettacolo di una fontana ferma e muta. Quanto vorrei essere un lago silenzioso e placido! Darei qualunque cosa per cambiare la mia sorte con la sua, anche per poco».
Accettare la propria vita non significa dire: «Va tutto bene», ma «C'è tutto. C'è già tutto quello che può rendermi felice e realizzato».