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L'ULTIMA LETTERA DI UN CONDANNATO A MORTE

28/9/2016

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Questa che vi racconteremo è la storia di un detenuto che attende l’esecuzione della pena di morta a cui è stato condannato. Ciò che stupisce di lui è il suo ultimo desiderio prima di morire: chiede alla guardia di potergli dare un foglio e una penna con cui poter scrivere.
Il condannato impiega qualche minuto per mettere per iscritto le sue ultime parole e, dopo aver finito, chiede espressamente che quella lettere venga consegnata a sua madre.


Ecco ciò che ha scritto prima di essere giustiziato:


“Cara mamma, se mai fosse esistita una vera giustizia in questo mondo, oggi non sarei da solo ad essere giustiziato ma saremmo stati in due. Sei la mia complice in tutto ciò, anzi sei colpevole anche della vita che mi toglieranno. Riesci a ricordare quando da bambino ho rubato la bicicletta di un ragazzo e l’ho portata a casa? Sei stata tu, che invece di sgridarmi, mi hai dato una mano a nasconderla per evitare che papà lo scoprisse e mi punisse severamente.

E ancora, hai dimenticato quando ho rubato i soldi da quel portafoglio? Anche lì sei stata mia complice, quei soldi li abbiamo spesi insieme al centro commerciale. Ti ricordi quando, dopo aver litigato animatamente con mio padre, lui poi se n’è andato? Avevo copiato la prova all’esame, avevano scoperto il mio imbroglio e avevano deciso di espellermi. Lui voleva soltanto che studiassi e mi creassi un futuro onesto.
Invece di dargli ragione e punirmi, hai deciso di andare contro la rabbia di mio padre, contro gli insegnanti e per questo mi hai privato della possibilità di imparare cosa fosse giusto e mi hai indirizzato alla strada della delinquenza.

Mamma non posso odiarti per questo perché sei pur sempre mia madre. Io ero solamente un piccolo bambino vivace, crescendo sono diventato un ragazzo problematico e, senza le tue punizioni, sono diventato quello che sono: un uomo aggressivo e intollerante.


Ero piccolo e non sapevo la differenza tra giusto e sbagliato, necessitavo di correzione invece tu mi hai dato approvazione anche non era giusto. Ma ti perdono! Il mio desiderio è che tu faccia leggere le mie parole al maggior numero di genitori possibile affinchè non ripetano il tuo errore. Perché i genitori, con la loro educazione, sono responsabili di ciò che diventeranno i loro figli, nel bene o nel male.


ti ringrazio per avermi donato la vita ma anche per avermi aiutato a perderla.

Il tuo figlio delinquente.”



Ah, non dimenticarlo mai:
- Chi si rifiuta di punire il figlio, non lo ama. Chi lo ama non esita a sgridarlo. (proverbi 13: 24)
- L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo (Nelson Mandela)
- Istruzione e rimprovero comincia nei primi anni dell’infanzia e durano fino a l’ultimo giorno di vita (Pitagora)
- Educa i bambini, e non sarà necessario punire gli adulti (Pitagora).
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PADRE PIO E QUELL'ABORTO PROCURATO...

23/9/2016

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STORIA VERA - STORIA VERA - STORIA VERA - STORIA VERA - STORIA VERA
Una signora si era recata a S. Giovanni Rotondo per confessarsi dal santo cappuccino stigmatizzato, Padre Pio da Pietrelcina.

Questa signora era interiormente straziata da un rimorso crudele: si era procurato l'aborto, uccidendo il bambino nel suo grembo. Tremante e con dolore si accusò in confessione a P. Pio. A questa accusa il volto di P. Pio si coprì di una tristezza mortale, e il santo frate volle svelare in modo insolito e prodigioso l'enormità della scelleratezza compiuta con quell'aborto..

P. Pio disse alla signora: - Chiudi gli occhi e dimmi che cosa vedi. La signora obbedì, chiuse gli occhi, e disse: - Vedo un'immensa piazza con tanta gente. In mezzo a quella gente vedo un corteo che si avanza solenne. Vedo in quel corteo molti sacerdoti, vescovi e cardinali; tutti precedono un Papa, che è portato sul trono. Si, vedo proprio un Papa sul trono e la gran folla osannante a questo Papa molto bello... Ma che significa tutto questo?...

- Il bambino che hai ucciso nel tuo seno - le disse P.Pio - nei disegni di Dio doveva diventare quel Papa!

La povera signora diede un grido e svenne accanto al confessionale.
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IL SEGNO DEL SUO AMORE

14/9/2016

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“C'è un uomo che tiene appeso in salotto, nel posto d'onore, uno strano oggetto. Quando qualcuno gli chiede il perché di quella stranezza racconta:

Il nonno, una volta mi accompagnò al parco.
Era un gelido pomeriggio d'inverno.
Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno.
Era tutto ghiacciato, compatto! "Dovrebbe essere magnifico poter pattinare", urlai, "vorrei provare a rotolarmi e scivolare sul ghiaccio almeno una volta!". Il nonno era preoccupato.
Nel momento in cui scesi sul ghiaccio, il nonno disse: "Stai attento...". Troppo tardi.
Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro. Tremando, il nonno spezzò un ramo e lo allungò verso di me.
Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze fino ad estrarmi dal crepaccio di ghiaccio.
Piangevo e tremavo.
Mi fecero bene un bagno caldo e il letto, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo faticoso, troppo emozionante.

Un violento attacco cardiaco lo portò via nella notte.
Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno.
È con quello che il nonno aveva salvato la mia vita e perso la sua!

​Ora, fin tanto che vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me!”

14 SETTEMBRE 2016
RACCONTO x comprendere bene il senso della festa dell'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
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