SE L'ABBIAMO MAI CREDUTO
Quando siamo coinvolti in un confronto spesso noi pensiamo che in caso di nostra sconfitta l’avversario si fermerà. Che si accontenterà di quanto ha ottenuto, di quanto diceva di volere ottenere, e non spingerà ancora più in là le sue pretese. Che avrà pietà di noi. Che non ci distruggerà.
Oh, illusione. Noi cristiani siamo dalla parte dell’unico che ha davvero pietà e misericordia. Chi si oppone, beh, si oppone anche a quelle. Non saremo risparmiati, non più di quanto fu risparmiato Cristo.
Pensavamo che il mondo che avevamo faticosamente costruito andasse bene, ai più. Che ciò che avevamo ottenuto potesse bastare, perché è ciò che è più conveniente per l’uomo. Che la bellezza, la giustizia, la verità che avevamo fatto rifulgere fossero un risultato che nessuno si sarebbe sognato di mettere in discussione. Anche qui, illusi. Le nostre conquiste sono state smontate, distrutte, oltraggiate. Il grido di chi vuole ciò che è ingiusto risuona più forte dei lamenti dei deboli.
“Cosa te ne importa a te se fanno così? E’ la loro libertà, non tocca mica la tua”. Quante volte me lo sono sentito dire, anni addietro. Quegli stessi ora tacciono, non so se soddisfatti, sbigottiti o dimentichi. Ora vieni imprigionato se osi chiamare qualcuno con il pronome indesiderato, o se preghi silenziosamente, se ti opponi alla morte o se pensi di proteggere i tuoi figli dall’indottrinamento che li uccide nel corpo e nell’anima. Sei additato come pericoloso, e lo sei veramente, perché i potenti non possono sopportare quando il vero si scontra con la loro menzogna. La libertà senza verità è ciò di cui sta morendo il nostro tempo.
Ma qual è la causa ultima di tutto ciò? Com’è stato possibile? Ve lo dirò: abbiamo perduto la fede.
Non crediamo più che il bene possa vincere (se l’abbiamo mai creduto). Non crediamo più che ci sia una verità dalla quale non ci si deve distaccare, fosse anche sacrificando la propria vita (se l’abbiamo mai creduto). In una parola, non crediamo più in Dio (se l’abbiamo mai creduto). Oh, sì, magari crediamo in un dio nebuloso, lassù, soddisfatto dai riti, incapace di muovere il mondo e renderci felici. Come dire, nessun Dio,
Abbiamo perduto la fede: scettici, stanchi, delusi. Umani.
Proprio come tutti gli altri uomini, in ogni tempo. E’ per questo che Dio si è scomodato a venire da noi carnalmente, a farsi trovare, a nascere e morire. Perché la nostra fede si poggiasse su qualcosa che non sono idee, ma carne.
Neanche i suoi discepoli avevano molta fede. Forse ancora meno di noi (se ce l’abbiamo).
Com’è che si acquista, questa fede? Non si trova sotto l’albero, non è possibile farsela recapitare da Amazon. Ci sono volti da guardare, fatti da guardare, sì, ci sono ancora. La fede ancora brilla in posti inattesi, come un profumo versato la cui fragranza continua ad aleggiare anche dopo che è stato ripulito. La si riconosce, volendo. Bisogna guardare, e vedere, e paragonare il nostro cuore con quello che abbiamo veduto, in maniera che possiamo credere a ciò che non abbiamo veduto. Non saranno le circostanze a vincere. Non sarà ciò che è male, malgrado l’apparenza: che è appunto apparenza, e non sostanza.
In fondo è questo il Natale, quello vero. L’annuncio di una vittoria, per chi ci ha creduto.
dal blog di Berlicche
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