noi non abbiamo bisogno di identificarci con Charlie Hebdo per condannare la strage di Parigi e per dire che non si uccide in nome di Dio.
Il nostro Dio ci dice che la vita è sacra, che non si uccidono i bambini nel grembo materno, che non si uccidono le persone malate in stato terminale, che non si deve uccidere nemmeno chi si rende responsabile del più atroce dei crimini.
Il nostro Dio ci dice che non si uccide e basta.
Invochiamo perciò la Sua pietà per le vittime di questa ennesima mattanza e la Sua misericordia per i carnefici, augurandoci che questi ultimi possano al più presto essere assicurati alla giustizia degli uomini che deve fare il suo corso.
Come tutti gli uomini di buona volontà, ci auguriamo anche che accadimenti come questi non abbiano mai più a ripetersi e che il mondo possa un giorno liberarsi di tutti i fanatici che ancora oggi uccidono per ''ispirazione'' divina.
Ma non ci può essere libertà, giustizia e pace senza verità; e la verità non deve servire a giustificare, ma a comprendere.
Questa strage non è stata un attentato contro la libertà di stampa, ma un’azione esecrabile, ripugnante e abominevole, compiuta da fanatici criminali che credono che possa esistere un Dio così orgoglioso da chiedere agli uomini che lo vendichi delle offese subite.
Perché di questo si è trattato, fanatici criminali che hanno giustiziato, dal loro punto di vista in maniera esemplare, chi si è reso responsabile di gravi e imperdonabili offese al loro Dio.
La libertà di stampa non c’entra nulla, come invece ipocritamente si vuol far credere.
Però pur condannando il gesto criminale senza se e senza ma, non possiamo accettare l’idea che ci si debba identificare con Charlie Hebdo.
La nostra cultura, le nostre radici cristiane, la nostra fede, l’appartenenza alla nostra Chiesa ce lo impediscono.
Noi non siamoo come Charlie Hebdo, noi non sorridiamo di fronte a una vignetta che raffigura la Madonna a gambe aperte mentre partorisce Gesù Bambino come in un prodigioso numero da circo ecc…
Questa non è satira, è vilipendio… è blasfemia.
Ne siamo profondamente offesi, ma non per questo colpiremmo l’autore della vignetta, neanche con uno schiaffo.
Crediamo sia importante non vergognarsi della nostra identità e che sia altrettanto importante dire la verità, anche in questo momento di lutto.
Il diritto di satira finisce dove inizia il diritto di una cultura e di un popolo a essere rispettato nei suoi valori costituenti.
Chiarlie Hebdo è proprio un brutto giornale perché non ha rispetto di ciò che per gli altri è sacro.
Noi non siamo come Charlie Hebdo.
#noinonsiamocharliehebdo