Cari amici lettori, domenica 10 maggio si ricordano, in diversi Paesi del mondo, le nostre mamme. Non è una festa religiosa in senso stretto, quella della mamma, ma ha molto a che fare con la fede. Perciò ne parliamo su questo numero di Credere. A partire dalla storia di copertina (*): Costanza Miriano, giornalista, scrittrice e mamma di quattro figli, non aveva un grande desiderio di essere madre, «ma quando mi è successo», confessa, «ho capito che ero progettata per quello, ed è stata una gioia totale, sconvolgente». La stessa gioia di cui parla Gesù nel Vangelo per ricordarci il significato pasquale della vita cristiana: «La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Giovanni 16,21-22). Essere cristiani è in questo passaggio dalla morte alla vita, dal dolore alla gioia, uniti a Cristo, che si è lasciato crocifiggere per amore dell’umanità, e risorti con lui alla vita nuova della grazia.
Di questo passaggio (Pasqua significa appunto passaggio) parlano anche altre storie di madri che raccontiamo in questo numero: Giovanna De Ponti, malata di sla, che confida: «Ogni sera chiedo al Signore di farmi morire e a mio marito di venirmi a prendere, e ogni mattina ringrazio perché sono ancora viva per compiere qualcosa di buono»; Maria Angela Di Mauro, che è rimasta incinta pur non potendo avere figli, grazie all’intercessione di suor Maria Cristina Brando; L.G., profuga cristiana di origine eritrea, che ha partorito la sua bambina a bordo della nave Orione della Marina militare.
Ogni madre testimonia la Pasqua del Signore. Ed è bello festeggiare in questo tempo pasquale tutte le mamme e la stessa madre di Gesù, Maria. In una sua catechesi papa Francesco ha ricordato che «una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale. Le madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara».
Concludo con un grande grazie alle mamme, usando ancora le bellissime parole del Papa: «Carissime mamme, grazie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre. E a te, Maria, Madre di Dio, grazie per farci vedere Gesù».
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