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''SONO NERVOSI: ABBIAMO SMASCHERATO IL TRUCCHETTO DEL GOVERNO''

19/1/2016

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Unioni civili, Costanza Miriano:
"Sono nervosi. Abbiamo smascherato il trucchetto del governo”


“Le unioni civili sono inutili e dannose, servono solo al governo per dire che ha fatto qualcosa de sinistra come dice Moretti”. Intervistata da IntelligoNews, la giornalista e scrittrice, nonché membro del Comitato organizzatore delFamily Day, Costanza Miriano parla della grande mobilitazione popolare che il 30 gennaio scenderà nelle strade di Roma per difendere il diritto dei bambini ad avere una padre e una madre, dell’atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche e della spaccature sempre più evidenti che stanno animando il dibattito politico sul ddl Cirinnà.

Riguardo al Family Day, Repubblica.it parla persino di via libera da parte del Papa, clima cambiato rispetto al 20 giugno?

“Sì, assolutamente sì. Ma a me la politica ecclesiastica non appassiona molto. Non mi spiegavo prima come non ci fosse stato un appoggio delle gerarchie ecclesiastiche, così come ora mi sembra scontata la posizione della Chiesa su questi temi. Io credo che sia solo una questione di metodo. Papa Francesco ha un’inculturazione diversa rispetto a quello a cui eravamo abituati. Anche la Chiesa come tutti i cuori ha un momento di contrazione e dilatazione. La Chiesa di Benedetto era una Chiesa identitaria, quella di Francesco tende ad aprire. Ma è solo una questione di metodo, Bergoglio tende a sottolineare quello che unisce. Io personalmente preferisco la cura dell’identità perché i ponti vanno bene, ma devono poggiarsi su due muri non sul vuoto. Oggi il mondo è talmente vuoto di punti di riferimenti che i ponti rischiano di non essere compresi".

In particolare a cosa si sta riferendo?

“Nel caso dell’omosessualità non significa dire che è tutto uguale. Bisogna dire che la tendenza omosessuale è oggettivamente disordinata, ma che tutti sono figli di Dio, che devono essere rispettati e che Dio perdona qualsiasi azione. Tuttavia bisogna dire che i matrimoni fra coppie dello stesso sesso non sono il vero bene dell’Uomo. Come dice Parolin questa è una sconfitta per l’umanità. Quello che sta al fondo delle unioni civili non sono i diritti. Cmancherebbe non siamo in Iran, tutti possono vivere la loro vita sessuale liberamente. In realtà la battaglia per le unioni civili è per un riconoscimento culturale, si spera che legge cambi il modo di vedere delle persone”.

Si vuole cambiare il sentire del popolo?

“Esatto, infatti il grande merito di Mario Adinolfi è quello di aver smascherato il rischio dell’utero in affitto”.

E adesso il presidente Mattarella e la Consulta stanno alzando qualche dubbio di costituzionalità sul ddl Cirinnà…

“Questo è stato il merito di chi ha lottato finora per smascherare le bugie. Inizialmente quando andavo a dibattiti televisivi il gioco era far vedere una coppia gay dicendo che finalmente avrebbero potuto amarsi. Capisco che in passato ci sono state delle ferite che non voglio negare, ma non è più così. Al contrario oggi i ragazzi hanno bisogno di chiarezza”.

E anche i giuristi dicono che questa legge è scritta male…

“I giuristi non fanno giudizi morali, semplicemente ci ricordano che la Costituzione parla di famiglia fondata su un uomo e una donna. Le leggi devono stare in una cornice costituzionale, quindi se si vuole questa legge si deve prima cambiare la Costituzione. Ma come ha detto Bagnasco cambiare la Costituzione non è la priorità quando ci sono famiglie che fanno la fame”.

Certo ci sono famiglie che dormono in macchina, forse bisognerebbe pensare di più al welfare state?

“Ma infatti le unioni civili sono un’operazione di make up del governo per fare qualcosa “de sinistra” come dice Nanni Moretti. Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi perché l’utero in affitto che è privilegio di pochi ricchissimi sia qualcosa di sinistra. Perché sfruttare donne povere è qualcosa di sinistra? Comunque rimane il fatto che serve a dare una patina di sinistra alle politiche del governo”.

Stanno arrivando consensi da settori che il 20 giugno rimasero a casa?

“Pubblicamente si percepiscono adesioni da tutte le anime del mondo cattolico, ma non solo. In piazza ci saranno tanti amici del rinnovamento e di CL. Abbiamo smascherato il trucchetto e questa cosa dell’utero in affitto solleva perplessità da tutte le parti”.

Anche nei talk televisivi è cambiata l’aria?

“Sì, sì percepisce tanto nervosismo dall’altra parte. Alba Parietti una volta disse “finalmente questi due giovani possono tenersi per mano in Tv”. Ecco ora non ci casca più nessuno. Quasi tutti sanno che questa legge vuole legittimare una sfruttamento, che già c’è stato, di una donna e la compravendita del suo bambino. Su questo punto si riesce a fare leva su tutta l’opinione pubblica”.

Ma non è solo la stepchild adoption, anche la questione della reversibilità. Allargare questo diritto a tutti alla fine porterà a garantirlo più a nessuno…

“Certo, perché allora io non posso lasciare la pensione ad un’amica con cui ho abitato e diviso le bollette? Come fanno a stabilire la natura della nostra unione? Una coppia dello stesso sesso ha valore solo se intrattiene rapporti sessuali? La reversibilità ha un senso perché spesso accade che una donna per crescere i propri figli si trova costretta a rinunciare al proprio lavoro, quindi è un diritto sacrosanto poterle garantire la pensione del marito qualora quest’ultimo venga a mancare. Ma stiamo parlando di una coppia aperta alla procreazione che ha fatto dei sacrifici per tirare su delle altre persone per il bene della collettività”.
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BENEDETTO XVI: LA CHIESA HA IL DOVERE DI INTERVENIRE CONTRO I TENTATIVI DI INTRODURRE LE UNIONI CIVILI

15/1/2016

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Dal discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al convegno promosso dal Partito Popolare Europeo, 30 marzo 2006

[...] Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l'interesse principale dei suoi interventi nell'arena pubblicaè la tutela e la promozione della dignità della persona e quindi essa richiama consapevolmente una particolare attenzione su principi che non sono negoziabili. Fra questi ultimi, oggi emergono particolarmente i seguenti: 

- tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale;
- riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, e sua difesa dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale;
- tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli.

Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perché ciò costituisce un'offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa. [...]
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LA FIFA CENSURA GESU'

13/1/2016

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Nel video ufficiale trasmesso dalla FIFA in occasione dell’assegnazione del Pallone d’oro, vinto da Leo Messi, la Federazione Internazionale di Calcio ha omesso un piccolo dettaglio: Gesù.
Osservate cosa c’è scritto nella fascia che indossa in testa Neymar, e poi controllate come per magia sia sparita la scritta “100% JESUS” nel fotogramma del video ufficiale. Che questo abbia a che vedere con i mondiali 2022 assegnati al Qatar? Resta una vergogna…
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LA PACE COME CAMMINO E, PER GIUNTA, IN SALITA

1/1/2016

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LA PACE COME CAMMINO E, PER GIUNTA, IN SALITA

Papa Francesco andò il 6 giugno 2015 alla città martire Saraievo in Bosnia ed Erzegovina, e incoraggiò il dialogo e la collaborazione per rimarginare le ferite del passato. Ci viene spontaneo ricordare la presenza dell’Arcivescovo don Tonino Bello, presidente di Pax Christi, per la marcia della pace a Saraievo,  dicembre 1992. Morirà il 20 aprile 1993.

A DIRE il vero non siamo molto abituati a legare il termine “pace” a concetti dinamici. Raramente sentiamo dire: “Quell’uomo si affatica in pace”, “lotta in pace“, “strappa la vita coi denti in pace”. Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le espressioni: “sta seduto in pace”, “legge in pace”, “medita in pace” e, ovviamente “riposa in pace”. 

La pace, insomma ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante. Più il confort del salotto che i pericoli della strada. Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi. Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli. Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato. Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.  Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace richiede lotta, sofferenza,tenacia.

Esige alti costi d’incomprensione e di sacrificio. Rifiuta la tentazione del godimento. Non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la conflittualità. Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”. 

Sì, la pace prima che traguardo è cammino. E, per giunta, cammino in salita. Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali e i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. Se è così occorrono attese pazienti.

​E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai – su questa terra s’intende – pienamente raggiunta.

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