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BACIA LA VITA PER COME E' ORA

7/7/2016

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Nella salute e nella malattia, nel successo e nel fallimento... ama!
di PADRE CARLOS PADILLA 

Rendo grazie a Gesù per la vita che ho, per la missione che mi ha affidato, per il dono che mi ha fatto nella vita. Bacio la mia vita per com’è. È l’unico modo di vivere bene il mio cammino.

Non voglio essere il primo, e a volte mi confondo provandoci. Mi sfianco in una lotta per i primi posti, cercando un riconoscimento che mi sfugge, un’ammirazione che poi finisce.

Vorrei dare la mia vita senza che tener conto del risultato finale. Della meta sognata. Del successo che cercavo. Offrire la vita con generosità. Darla e non toglierla a nessuno.

Vorrei vivere nella salute e nella malattia con lo stesso atteggiamento di vita. Vivere la mia missione nelle circostanze in cui mi trovo.

La mia missione ha a che vedere con la mia dedizione. È un atteggiamento di vita. Non consiste nell’ottenere molti successi, nel lasciare molte cose ben fatte. È piuttosto un modo di vivere, di guardare, di amare.

Per questo mi commuove la vita di una madre italiana, Chiara, morta a seguito di una grave malattia. Chi l’ha conosciuta sottolinea il suo atteggiamento pieno d’amore anche nei momenti più difficili, dicendo che Chiara non era come la maggior parte dei malati terminali, che si aggrappano alla vita con tutte le loro forze. Dopo averla vista, la gente tornava a casa confortata. Non assorbiva la vita di chi andava a trovarla, gliela donava.

Donava la propria vita, la offriva con umiltà. Non ci si aggrappava. Non tratteneva per sé ciò che Dio le aveva dato. Confortava chi voleva incoraggiarla. Non consumava la vita di chi andava a consolarla. Offriva la propria vita in una semplice testimonianza d’amore.

Le sue ultime forze sono state offerte con amore. Il suo desiderio di arrivare più in alto, più lontano, era custodito nel suo cuore consacrato a Dio.

Il suo atteggiamento mi ricorda quello di suor Cecilia, monaca carmelitana che ha vissuto la propria malattia con un sorriso sul volto. La chiamavano la monaca del sorriso.

So bene che non è che chi sorride in mezzo alla sofferenza soffra meno, ma so che il suo sorriso fa soffrire di meno chi lo circonda. Non consuma la vita di quanti lo accompagnano. Al contrario, dà loro vita e incoraggia chi va a dare incoraggiamento.

Vorrei vivere sempre così la mia missione. Nella salute e nella malattia, nella croce e nei momenti di gioia. Voglio vivere senza consumare la vita altrui. Senza esaurire le sue energie. Voglio vivere donando, non aspettando sempre qualcosa in cambio della mia dedizione.

Vorrei vivere così, dando speranza e motivazione per continuare a lottare fino alla fine. Dando gioia e motivi per sorridere sempre.

È chiaro che ciò che conta è il mio atteggiamento davanti alla vita. La mia via di santità non consiste nell’essere il primo, nel vincere sempre, nell’avere ragione in ogni momento, nel raggiungere tutto quello che mi propongo.

La mia missione consiste piuttosto nel non darmi mai per vinto, nel cadere e rialzarmi, con un sorriso, partendo dalla mia povertà.

Consiste nel sorridere quando apparentemente non ci sono motivi per essere felici. Se credo nell’amore di Gesù che sostiene la mia vita sarà possibile arrivare alla fine del cammino. Non voglio angosciarmi pensando all’importanza dei successi. Non voglio perdere lo sguardo corretto sulle cose.
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