Quesito
Caro padre, mi spiega cosa si intende per timor di Dio? Un saluto
Risposta
Il timore di Dio è uno dei sette doni dello Spirito Santo. E' opportuno subito precisare che dobbiamo cercare di non identificare il termine timore di Dio con paura di Dio. Nel libro dell'Esodo leggiamo: “Dice il Signore nessuno può vedermi e restare vivo” (33,20).
L'idea di terrore davanti alla grande potenza di Dio deve essere fortemente combattuta per dare spazio a una grande riverenza e a una riconoscenza fiduciosa nei confronti di Dio Padre. Dio è amore e padre e perciò non può e non deve farci mai paura. Leggiamo nel libro dei Proverbi: “Il timore del Signore è una scuola di sapienza: prima della gloria c'è l'umiltà” (15,33).
La contemplazione della grandezza di Dio e dell'amore di Cristo che si dona non può non suscitare in noi quel timore filiale che deve portarci a considerare non tanto il castigo per il peccato, ma l'offesa filiale per la carente disponibilità nell'accoglienza dell'amore. La nostra fedeltà a Dio, al suo amore, alla sua parola, deve affondare le sue radici non nella paura del castigo ma nella preoccupazione filiale dell'offesa. Il timore di Dio rimane un dono dello Spirito Santo offerto a tutti noi. Dinanzi a ogni dono, si richiede sempre un duplice atteggiamento: prima di tutto la disponibilità all'accoglienza e poi la gratitudine per quanto ricevuto. Questo deve portarci a riflettere continuamente e sinceramente su come accogliamo, custodiamo e facciamo fruttificare i doni di Dio. La risposta rimane una responsabilità che cade sulla coscienza di ciascuno di noi.
di Padre Angelo Bellon
Dal sito Amici Domenicani
(link)
Caro padre, mi spiega cosa si intende per timor di Dio? Un saluto
Risposta
Il timore di Dio è uno dei sette doni dello Spirito Santo. E' opportuno subito precisare che dobbiamo cercare di non identificare il termine timore di Dio con paura di Dio. Nel libro dell'Esodo leggiamo: “Dice il Signore nessuno può vedermi e restare vivo” (33,20).
L'idea di terrore davanti alla grande potenza di Dio deve essere fortemente combattuta per dare spazio a una grande riverenza e a una riconoscenza fiduciosa nei confronti di Dio Padre. Dio è amore e padre e perciò non può e non deve farci mai paura. Leggiamo nel libro dei Proverbi: “Il timore del Signore è una scuola di sapienza: prima della gloria c'è l'umiltà” (15,33).
La contemplazione della grandezza di Dio e dell'amore di Cristo che si dona non può non suscitare in noi quel timore filiale che deve portarci a considerare non tanto il castigo per il peccato, ma l'offesa filiale per la carente disponibilità nell'accoglienza dell'amore. La nostra fedeltà a Dio, al suo amore, alla sua parola, deve affondare le sue radici non nella paura del castigo ma nella preoccupazione filiale dell'offesa. Il timore di Dio rimane un dono dello Spirito Santo offerto a tutti noi. Dinanzi a ogni dono, si richiede sempre un duplice atteggiamento: prima di tutto la disponibilità all'accoglienza e poi la gratitudine per quanto ricevuto. Questo deve portarci a riflettere continuamente e sinceramente su come accogliamo, custodiamo e facciamo fruttificare i doni di Dio. La risposta rimane una responsabilità che cade sulla coscienza di ciascuno di noi.
di Padre Angelo Bellon
Dal sito Amici Domenicani
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