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LA MISERICORDIA DI DIO NON HA LIMITI MA... SE IL PECCATORE, CON LA SUA OSTINAZIONE, RIFIUTA IL PERDONO...

23/5/2017

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Gesù afferma che “chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”.

La confusione su questa frase è immensa, ognuno dà una spiegazione personale, secondo la maturità della vita spirituale. In effetti, sembrerebbe delimitare la misericordia infinita di Gesù, il suo desiderio di salvare tutti i peccatori.

Bisogna chiarire due cose:
- Il peccato della bestemmia può essere perdonato, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata. 
- Separiamo la bestemmia come tale e l’atteggiamento peccaminoso che è un oltraggio allo Spirito Santo.

“La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”: 
si spiega che con molta difficoltà si otterrà il perdono, non per mancanza di amore o di potenza di Dio (è dogma di fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione) ma per la chiusura all’azione della Grazia da parte di chi commette i peccati. 

Non è Gesù a rifiutare il perdono, è il peccatore a rifiutare il perdono. 

La maggior parte senza pensarci -tanto è ottenebrato l’intelletto-, non hanno alcun desiderio di chiedere perdono a Gesù. 

E questo succede anche a tutti coloro che pur pregando (!?), hanno una condotta di vita spregiudicata e insensibili alle cose di Dio. 

Perché non è interessato a Gesù né alla vita di Grazia. 

Può succedere anche a Sacerdoti e Prelati. 

Nessuno è escluso.

Quindi, la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, e respingono ostinatamente le sue opere, addirittura attribuendole al diavolo, identificando così lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei.

Vediamo innanzitutto i sei peccati contro lo Spirito Santo indicati dal Catechismo:
1) l’impugnazione della verità conosciuta; 
2) l’invidia della Grazia altrui; 
3) la disperazione della salvezza; 
4) la presunzione di salvarsi senza merito; 
5) l’ostinazione nel peccato; 
6) l’impenitenza finale.

Si tratta di ostinazione nel peccato, e viene commessa sapendo di andare contro Dio, è un’irriverenza ribelle, arrecando umiliazione intenzionale alle cose legate a Dio, sapendo quindi con precisione a chi dichiara guerra.

Una malattia viene dichiarata insanabile quando l’ammalato rifiuta la medicina, allo stesso modo c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona, perché il peccatore rifugge dalla Grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio. 
Rifugge perché rifiuta la Grazia.

Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo e non può essere perdonata, perché il peccatore non riuscirà più a tornerà indietro.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo” (CCC 1864).

Il peccatore dovrebbe rivolgersi a Gesù con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia.

Spero sia chiara questa spiegazione.

PADRE GIULIO MARIA SCOZZARO
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NON SOLO L’OMOSESSUALITÀ: ECCO TUTTI I PECCATI CONTRO NATURA

18/5/2017

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NON SOLO L’OMOSESSUALITÀ: ECCO TUTTI I PECCATI CONTRO NATURA

L’espressione “Peccato contro natura” è ben nota ai giorni nostri sopratutto per la condanna dei rapporti omosessuali che da qualche decennio a questa parte si sono palesati al mondo intero e che, al momento, stanno vivendo un processo di normalizzazione sociologico ed etico che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Sebbene l’omosessualità sia il più grave dei peccati contro natura non e il solo dal quale i cristiani si devono guardare per non incorrere in punizioni eterne, dato che questi, per ricordare le parole di Santa Caterina: “Fanno Schifo persino ai demoni” .

Don Leonardo Maria Pompei ricorda ai fedeli che i peccati di tal fatta sono di tre tipologie e che per la prima volta sono stati descritti con dovizia di particolari da San Tommaso d’Aquino:
 
Il primo e meno grave peccato contro natura, ricorda il sacerdote, è la masturbazione: si tratta di una deviazione dalla normale sessualità tra marito e moglie, poiché è finalizzata esclusivamente al raggiungimento del piacere fisico personale e non alla procreazione o per dirla con le parole di Don Pompei: “La prima forma del peccato impuro contro natura è la masturbazione, la meno grave di tutte, ma comunque da annoverare come disordine innaturale, in quanto non rispetta l’ordinazione naturale della sessualità alla relazione, consistendo appunto nel procurarsi il piacere sessuale in modo solitario”.

Il secondo peccato impuro contro la natura è rappresentato da atti sessuali devianti in un rapporto di coppia eterosessuale, compreso quello tra marito e moglie. Si tratta di forme alternative di ricerca del puro godimento non finalizzato alla semplice procreazione, questi ricorda il parroco sono spesso accettati dalle donne che credono erroneamente di dover soddisfare ogni volontà del marito: “E’ una fattispecie che, partendo dalle richieste di prestazioni sessuali “alternative” al rapporto naturale (che, per pudore e decenza, non è bene nominare), giunge alle vere e proprie perversioni sessuali, che – sia detto ad onor del vero – possono riguardare tranquillamente anche persone che oggi chiameremmo “eterosessuali”. Non poche sono le povere donne sposate, sia in passato che al presente, che soffrono a causa di indebite richieste da parte del coniuge, a cui, peraltro, ritengono di dover consentire in quanto mogli degli sciagurati richiedenti”. In questi casi, conclude il sacerdote, la donna non ha solo il diritto, ma il dovere di rifiutarsi.

Il terzo e più grave atto contro natura è l’omosessualità, di cui si sanno ampiamente le colpe che raggiungono il culmine nel riprovevole atto della sodomia. Su questo il Sacerdote cita la manifesta condanna nelle sacre scritture: “Le parole della Sacra Scrittura – e ancor più le tacite parole di Dio che rase al suolo con fuoco divorante la città di Sodoma (da cui prende il nome teologico questo vizio) – sono quanto mai eloquenti e dinanzi ad esse non si comprende come sia possibile essere giunti al grado di follia contemporanea che vede in oltre mezza Europa legalizzate le unioni omosessuali addirittura nella forma del matrimonio”.
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