NAZARETH FdD il Blog
ECCLESIA FIRMAMENTUM VERITATIS
  • HOME
  • FOCUS ON
    • MONDO OGGI
    • CHIESA OGGI
    • ACTUAL
  • CHIESA CATTOLICA
    • FONDAMENTALI >
      • I 10 COMANDAMENTI
      • I 5 PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
      • 54 MODI DI ESSERE MISERICORDIOSI DURANTE IL GIUBILEO
      • 12 MODI PER ESSERE CATTOLICI MIGLIORI
      • GALATEO IN CHIESA
      • REGOLE PER I LETTORI
      • ATTENTI A MESSA
      • CIRCOSTANZE IN CUI BISOGNA EVITARE DI COMUNICARSI
      • DECALOGO DEL CHIRICHETTO
      • 17 SCUSE - SMONTATE - PER NON ANDARE A MESSA
    • RIFLESSIoni DI LUCE >
      • RIMEDITIAMOCI SOPRA >
        • ANNO B 2014-2015
        • ANNO C 2015-2016
        • ANNO A 2016-2017
        • ANNO B 2017 - 2018
        • ANNO C 2018 - 2019
        • ANNO A 2019-2020
      • SANTE PAROLE
      • RIFLESSIONI
      • VITA E DETTI DEI PADRI DEL DESERTO
    • UN SACERDOTE RISPONDE
    • ESAME DI COSCIENZA
    • LITURGIA
    • LECTIO BREVIS
    • PREGHIERE
  • PARABOLE MODERNE
  • MEDIA
  • PETIZIONI
  • LINKS

PER UN UOMO...

10/9/2019

0 Commenti

 
Per un uomo a piedi scalzi, la felicità è un paio di scarpe.
Per un uomo che indossa scarpe vecchie, la felicità è un paio di scarpe nuove.
Per un uomo che ha scarpe nuove, la felicità è un paio di scarpe più belle. E di certo l’uomo che non ha piedi, sarebbe felicissimo di camminare scalzo.
Misura la felicità con quello che hai, non con quello che ti manca.
​

Michael Josephsonfoto
Foto
0 Commenti

DIO RISPETTA...

29/8/2019

0 Commenti

 
"...Dio rispetta l'umana libertà, è vero, e tollera i cattivi per dare ad essi il tempo di far penitenza, ma pone un limite alla malvagità, e quando l'anima fa appello a Lui con viva fede, Egli insorge, la difende e la conduce anche con miracoli alla vittoria, come con miracoli condusse il suo popolo alla terra promessa attraverso il deserto e tra le più ardue lotte.

La sapienza della vita sta dunque tutta nel confidare in Dio con viva fede, e nell'amarlo sopra tutte le cose.


Satana cerca scoraggiarci con l'ingrandire ai nostri occhi i pericoli che ci minacciano, e mostrandoci chiuse le vie di scampo, ci fa sembrare tutto perduto per farci disperare.

Egli cerca d’influire nelle nostre cose, per turbare l’ordine della Provvidenza o per farcelo apparire illogico e tiranno.

Anche nelle piccole cose, specialmente quando noi ci agitiamo, interviene come un maligno che si diletta a far cattiverie e dispetti.

Complica certi malanni e cerca di confondere i medici in modo da dare al male il carattere della spietatezza; cerca d’influire su quelli che ci fanno del male in modo da renderli più maligni, per poi farci agitare contro la divina Provvidenza; fa apparire come una fresca e deliziosa spensieratezza la vita del mondo e come un’oppressione quella dello spirito; è pronto sempre ad intervenire ad ogni nostra preghiera, per complicare le incresciose situazioni proprio quando preghiamo, a fine di screditare la nostra elevazione a Dio, e nello stesso tempo ci illude con qualche effimera prosperità quando non preghiamo per convincerci che è più prosperato chi conduce una vita materiale e spensierata.

L’arte satanica è più sottile e insidiosa di quello che possiamo supporre, perché il demonio si cela sempre sotto una forma a noi familiare, in modo da non destare i nostri sospetti, e il più che può si serve delle leggi e dei fenomeni naturali per insidiarci.

La sua malignità è terribile perché egli è malizia assoluta, senza temperamento di sensibilità di cuore e di compassione, come avviene sempre anche nel più maligno degli uomini; ama dunque fare il male e si diletta nel vedere le creature agitate e impacciate nelle sue insidie; per questo niente più lo sconcerta quanto la pazienza, la carità, l’umiltà e la mansuetudine.

Interviene anche nelle manifestazioni della nostra attività per screditare Dio; cerca con arte seduttrice di rendere più attraente quello che è peccaminoso; fa apparire come eccellenti le scienze umane e come spregevoli quelle soprannaturali; circonda di prestigio ciò che è terreno e fa apparire come trascurabile ciò che appartiene al Cielo.

Non è a caso, per esempio, che certe immagini sacre riescano pessime e che la più ordinaria immagine profana abbia una maggiore attrattiva.

Satana cerca d’influire in tutto, lavora più di quello che noi supponiamo per screditare presso di noi Dio e quello che appartiene a Dio; così, per esempio, negli stessi giornali cerca d’influire per dare più attrattiva alle riproduzioni delle figure pagane che a quelle cristiane.

Satana, come un dispettoso terribile, cerca di molestarci nel lavoro, per screditare occultamente la divina Provvidenza, e soprattutto cerca di agitarci, perché non c’è una cosa che tanto lo avvicini a noi quanto l’agitazione; egli non può penetrare in noi che per i centri nervosi, ed è chiaro che quando i nervi sono in maggiore agitazione gli è più facile influenzarli, perché nella maggiore tensione, i nervi non sono dominati dalla nostra volontà, sono senza controllo, sono come casa incustodita, dove più facilmente penetra il ladro.
Satana lavora terribilmente, e Dio glielo permette come glielo permise per il santo Giobbe, per i suoi altissimi fini d’amore, e perché la terra è l’ambiente delle attività di satana.

Non è credibile come satana lavori nel mondo, là dove ha libero il varco, là dove non trova la croce e Maria Santissima che lo arretrino; tanti incendi, naufragi, scoppi, sventure, disastri, sono dovuti a lui; egli può agitare le tempeste, può sconvolgere le forze naturali, può turbare le relazioni tra i popoli, può ubriacare gli uomini perversi e spingerli ad inaudite violenze.

Le anime pie sono come Giobbe nella raffica infernale, e non vincono che con la pazienza, la dolcezza e la calma, non vincono che attaccandosi alla croce ed ai mezzi soprannaturali, non vincono che vivendo della Chiesa Cattolica e nella Chiesa Cattolica, dove satana non può entrare mai da padrone, e dove sta timoroso per le continue sconfitte che riceve.

Per questo, satana tenta di scompaginare la stessa Chiesa, cerca di avvilirne le membra con il peccato, cerca di dividerla dall’unità della fede con le eresie. (...)

Eppure se abbiamo fede in Dio, anche il mare cederà ai nostri passi, anche la pietra arida darà acque abbondanti, anche la potenza degli uomini sarà vinta.

Crediamo in Dio veramente, crediamo nella sua potenza e nel suo amore e riposiamo nella sue braccia come figli che tutto sperano dalla sua bontà."
​
(Sac. Dolindo Ruotolo - Servo di Dio )
Foto
0 Commenti

LA VERA DOMANDA

27/8/2019

0 Commenti

 
«E l’altra questione che si pone sempre è: "Ma possiamo noi imporre ad un bambino quale religione vuole vivere o no? Non dobbiamo lasciare a quel bambino la scelta?".

La realtà è diversa. La vita stessa ci viene data senza che noi possiamo scegliere se vogliamo vivere o no.

E, in realtà, la vera domanda è: "È giusto donare vita in questo mondo senza avere avuto il consenso: vuoi vivere o no? Si può realmente anticipare la vita, dare la vita senza che il soggetto abbia avuto la possibilità di decidere?". Io direi: è possibile ed è giusto soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la garanzia che la vita, con tutti i problemi del mondo, sia buona, che sia bene vivere, che ci sia una garanzia che questa vita sia buona, sia protetta da Dio e che sia un vero dono.

Quindi, il Battesimo dei bambini non è contro la libertà. È proprio necessario dare questo, per giustificare anche il dono – altrimenti discutibile – della vita. Solo la vita che è nelle mani di Dio, nelle mani di Cristo, immersa nel nome del Dio trinitario, è certamente un bene che si può dare senza scrupoli»

(Benedetto XVI)
Foto
0 Commenti

IMBELLETTATI

9/11/2018

0 Commenti

 
C'è differenza tra bellezza ed essere imbellettati.
Quando ci si imbelletta? Quando non si è abbastanza belli. Vale a dire, brutti.

Non per niente il trucco si chiama così. Perché ti inganna, cerca di farti credere quello che non è. Intendiamoci, può essere anche fatto molto bene: ma è una maschera sulla realtà.
Puoi usare creme, fondotinta, correttori, parti finte, quello che vuoi. E' tutto fatto però per l'occhio. La realtà profonda non cambia. L'unica che conta davvero, se non vivi d'apparenza.

Non solo gli uomini possono essere imbellettati, anche le idee. Puoi chiamare l'omicidio diritto, la depravazione scelta, l'inganno opinione. Come possono essere ingannati i sensi, così anche il buon senso.

Ma se vuoi vivere la realtà e non una finzione, se vuoi migliorare e non solo sembrare migliore, la scelta deve essere differente.
Mandi un cattivo odore? Puoi metterti addosso un profumo che lo mascheri.
O puoi lavarti.
Foto
0 Commenti

IL TROPPO……E LA PERDITA DEL LIMITE

12/9/2018

0 Commenti

 
Riflessione di don Davide Rota

Nel testo medievale “Speculum asceticum” attribuito a S. Bernardo e ripreso da S. Giovanni XXIII si raccomanda ai monaci: “Noli credere omnia quae audis; noli judicare omnia quae vides; noli facere omnia quae potes; noli dare omnia quae habes; noli dicere omnia quae scis” ossia “Non credere a tutto ciò che senti; non giudicare tutto ciò che vedi; non fare tutto quello che puoi; non dare tutto ciò che hai; non dire tutto ciò che sai”. 

Non si tratta solo di un invito alla prudenza (che non a caso è la 1.a fra le 4 virtù cardinali –prudenza, giustizia, fortezza, temperanza- in quanto virtù cardine della vita buona), ma anche di un perentorio richiamo alla necessità di mettersi dei limiti e di assegnarli a se stessi prima che agli altri…Un messaggio in controtendenza rispetto al verbo imperante: il “No-limit” è non solo una nota pubblicità, ma anche lo slogan di una corrente di pensiero (il famoso «Il est interdit d’interdire!» del maggio ’68 alla Sorbona), di uno stile educativo (“Nadie educa a nadie” cioè nessuno educa nessuno. Ognuno educa se stesso…del pedagogista Paulo Freire), di un modo di pensare: guai a mettere limiti, a tarpare le ali. Il nostro è un tempo in cui la trasgressione, l’andare oltre è diventato segno di creatività e vitalità così che il motto latino “Non plus ultra” sulle colonne d’Ercole, è diventato “Plus ultra” e bisogna ammettere che ha permesso all’uomo di raggiungere mete impensabili o addirittura impossibili prima. Ma –perché c’è sempre un ma per tutto- il limite anzi i limiti rimangono e non si possono negare: il limite dell’esistenza “Gli anni della vita dell’uomo sono settanta, ottanta per i più robusti, ma…passano presto e noi ci dileguiamo” Sal 89. I limiti della legge: “non uccidere, non rubare…”. Il limite che l’altro è per me: “la mia libertà finisce dove inizia la tua” e così via.

Ce lo richiama S. Paolo nella 1a lettera Corinzi 7,25ss: “Fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero: passa infatti la figura di questo mondo!”. 

Cosa vuol dire?

Tutti riconosciamo che i limiti sono necessari per impedire all’egoismo di dominare e all’amore di spegnersi, al bene di essere sconfitto e al male di dilagare, all’audacia di trasformarsi in temerarietà e al coraggio di creare rischio. Ma sia S. Bernardo, sia S. Paolo dicono qualcosa di meno scontato e non facile da capire: in pratica dicono che anche il bene deve avere limiti, anche la fiducia e in un certo senso persino l’amore. Deve averli non in sé, ma in noi. C’è infatti in ognuno di noi un’insopprimibile tendenza al “troppo” che minaccia la verità, integrità e completezza anche delle realtà più belle e buone e rischia di comprometterle.

A differenza di noi, Dio non è mai troppo: Egli è Tutto. Invece il “troppo” stroppia, come afferma la sapienza popolare cioè dà l’idea di qualcosa in eccesso, che non serve, è dannoso. Gli antichi dicevano che “est modus in rebus”, c’è una misura in tutte le cose, anche nel bene. E questa misura (cioè il limite) è dovuta al fatto che siamo uomini, creature, mortali e lo rimaniamo anche da cristiani redenti e salvati da Dio. “Non fare tutto ciò che puoi e non dare tutto ciò che hai” perché?

Ma è evidente: per non impedire a Dio di fare la sua parte! Infatti l’uomo d’oggi è così impegnato a voler migliorare, cambiare, salvare il mondo e gli altri uomini che rischia di fare tutto lui da solo. Ne consegue che di fatto chiede a Dio di farsi da parte e non interferire e siccome Dio è un Signore, si mette da parte e non interferisce. A questa volontaria rinuncia al troppo, la chiesa ha dato un nome preciso: umiltà che viene da “humus” =terra che è poi ciò di cui siamo fatti. Alcuni esempi: cosa significa mettere limiti alla fiducia? Ammettere che anche la persona più buona (io pure) può sbagliare, tradire e non scandalizzarsi delle debolezze altrui. Cosa significa mettere limiti all’amore? Non che devo amare di meno, ma accettare che la persona che io amo possa stancarsi di me e non ricorrere a tutti i mezzi, anche a quelli illeciti per riconquistarlo. Cosa significa limitarsi nell’amare il prossimo? Amare con tutto il cuore, ma senza piegare la libertà dell’altro alla mia volontà. Cosa significa il limite nella preghiera? Lasciare che Dio sia Dio e accettarne il mistero. Capita a volte che un’istituzione benefica sia disposta a mettere in atto di tutto, pur di garantirsi la sopravvivenza…Ma ricordiamo che al mondo tutto, sia il bene e sia il male, nasce, cresce, si consolida, ma alla lunga decade e infine muore. E non dimenticare che se io voglio che la mia opera viva per se stessa e non per Dio, forse la farò sopravvivere, ma di certo ne provocherò la rovina.

link
​http://patronatosanvincenzo.it/blog/il-troppo-e-la-perdita-del-limite-riflessione-di-don-davide-rota/
0 Commenti

QUEL CHE RESTA...

4/7/2018

0 Commenti

 
Foto
QUEL CHE RESTA...
di Berlicche

Qualche tempo addietro sono circolate, sul web, le immagini di un uomo che ha trovato la morte a Pompei. La Pompei di quasi duemila anni fa, travolta dall’eruzione catastrofica del Vesuvio. Quest’uomo è stato centrato in pieno da un enorme frammento di pietra, che l’ha schiacciato. Chissà chi era, chissà quali erano i suoi progetti, le sue aspirazioni. Certo non finire ucciso da un vulcano; e non poteva certo pensare che i dettagli della sua morte cruenta avrebbero, un giorno di venti secoli dopo, fatto il giro del mondo.

Non so se avete mai visto i calchi lasciati dai corpi di quei poveretti che la cenere ardente ha ricoperto. La definizione dei particolari è impressionante. Sembrano nostri vicini, addormentati per un istante, invece sono separati da noi da un immenso golfo di anni.

Avevano i loro problemi, lo sappiamo: la corruzione, la violenza, le tasse, chissà che altro. Non l’aborto: a quei tempi si potevano gettare via anche i bambini appena nati, figurarsi quelli ancora da nascere. Sessualità? C’erano gli schiavi; e l’imperatore stesso, Nerone, una decina di anni prima si era sposato con un paio di suoi amichetti. Che in città il mercato del sesso fosse fiorente lo sappiamo per certo, dato il numero di bordelli che sono stati ritrovati. A giudicare dagli affreschi la pornografia non è certo una invenzione contemporanea.

Qualcuno potrebbe dire che per questo, allora, erano felici? Orgogliosi di quello che erano? Forse. C’è gente che si augura che il progresso proceda fino a ritornare a quei tempi antichi. Ci marcia sopra.

Eppure, di quegli antichi pompeiani, oltre ai calchi dei loro resti, ai graffiti sui muri, cosa ci resta? Cosa resta del loro orgoglio?

Le letture della messa domenicale questa settimana ci dicono, con il libro della Sapienza, che

Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c'è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

Mi ha sempre colpito quel “coloro che le appartengono”. C’è un vivere che è appartenere alla morte, perché proprio verso la morte è rivolto. E’ una scelta: forse non puoi scegliere come sei, ma certo puoi scegliere se rimanere nella morte o tentare di uscirne. Se perseguire ciò che è corruttibile e quindi corrotto, oppure la salvezza dal male. Se insegui ciò che muore, fai esperienza della morte. Le appartieni, ancora prima che essa giunga per te. E giunge.

Perché, con tutto l’orgoglio che puoi avere, non sai se domani un vulcano ti scaglierà un macigno di una tonnellata sulla testa. E cosa ti sarà servito vivere?
0 Commenti

IL POTERE DEL SANTO NOME DI GESU'

2/1/2018

0 Commenti

 
Dopo aver letto questo, ti consigliamo di invocarlo ogni giorno

​
Come ci dice l’evangelista San Luca, “Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre” (Luca 2:21).

Il santo nome di Gesù è stato donato dal cielo, per questo ha potere. Santa Giovanna d’Arco è morta sul rogo ripetendo il nome di Gesù. Il nome di Gesù rappresenta la Persona divina del Verbo incarnato.

“Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:9-11).

L’angelo ha detto chiaramente a San Giuseppe il motivo di questo nome: “Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 21). La parola “Gesù” in ebraico vuol dire “Dio salva”, oppure Salvatore. Pronunciare il nome di Gesù con fede significa quindi accettarlo come divino salvatore.

È nel nome di Gesù che i peccati vengono perdonati. “Sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati” (Marco 2:10). Lui può dire al peccatore: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati” (Marco 2:5). E lui trasmette questo potere agli uomini – gli apostoli (Giovanni 20:21-23) che lo utilizzano nel suo Nome.

La Resurrezione di Gesù glorifica il nome di Dio Salvatore, perché da quel momento in poi è il nome di Gesù che si manifesta pienamente nel potere supremo del “nome sopra ogni altro nome”.

Gli spiriti malvagi temono il suo nome ed è nel nome di Lui, che i discepoli di Gesù hanno compiuto miracoli. Poiché tutto quello che hanno chiesto al Padre, nel Suo nome, il Padre lo ha concesso.

È nel nome di Gesù che i malati sono vengono curati, è nel suo nome che i morti resuscitano, gli zoppi camminano, i sordi vedono, i lebbrosi sono sanati… Quel nome benedetto ha potere.

Dopo che il peccato ha raggiunto l’umanità, soltanto il nome di Dio Redentore può salvare l’uomo. E questo nome è Gesù.

È mediante il nome di Gesù che gli apostoli compiono meraviglie. “E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».” (Marco 16:17-18).

Pertanto, il santo nome di Gesù ha il potere e deve essere invocato con rispetto, riverenza e fede.

I farisei e i dottori della legge volevano impedire agli apostoli di predicare nel nome di Gesù: “E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù” (Atti 4:18).

Ma loro si sono rifiutati di smettere di pronunciare quel santo nome, perché sapevano che non esiste alcuna salvezza in nessun altro: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Gesù Cristo è l’unico nome divino che dona salvezza e può essere invocato da qualsiasi persona, perché si è unito a tutti gli uomini tramite l’Incarnazione.

Il nome di Dio Salvatore veniva invocato una volta l’anno dal sommo sacerdote per l’espiazione dei peccati di Israele, dopo aver asperso il propiziatorio del Santo dei Santi con il sangue sacrificale.

Il propiziatorio era il luogo della presenza di Dio. Quando San Paolo dice di Gesù che “Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue” (Romani 3:25), vuole dire che “è stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2 Corinzi 5:19).

Il nome di Gesù è il fulcro della preghiera cristiana. Tutte le preghiere liturgiche si concludono con la formula: “Per il nostro Signore Gesù Cristo…”.

L’Ave Maria culmina con la frase “benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù”. Il nome di Gesù è al centro dell’Ave Maria; il Rosario è focalizzato nel nome di Gesù, ecco da dove deriva il suo potere.
​
Che possiamo anche oggi, e sempre, pronunciare con fede e devozione questo nome dolce, santo e potente. Come il cieco di Gerico, che ha gridato con fede ed è stato guarito: “Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!»” (Luca 18:38).
0 Commenti

UN FATTO VERO CHE DIMOSTRA COME OGNI MESSA HA UN VALORE INFINITO

29/12/2017

0 Commenti

 
Ogni Messa, indipendentemente dove è detta e indipendentemente dalla santità del sacerdote, ha sempre un valore infinito. Vi spieghiamo perché.

Mentre ogni preghiera –pur importante– ha un valore finito, perché è l’uomo che prega Dio e si offre a Lui, la Messa ha sempre un valore infinito perché è Dio stesso che si offre al Padre. Dunque se è Dio che si offre nella Messa, questa ha un valore infinito perché Dio ha un valore infinito.
​
Facciamo un esempio. Prendiamo una bilancia, quella antica, con i classici due piatti. Su un piatto mettiamo tutte le preghiere di questo mondo e sull’altro una sola Messa. Ebbene, la bilancia penderebbe dalla parte della sola Messa. Più azioni finite formano una realtà finita, l’infinito rimane invece sempre infinito. Se queste cose si capissero la gente correrebbe continuamente per partecipare alla Messa. San Pio da Pietrelcina (1887-1968) soleva dire: “Se la gente sapesse cosa è la Messa, dinanzi alle chiese occorrerebbero i carabinieri per governare le folle.” E il Santo Cappuccino diceva ancora: “E’ più facile che il mondo si regga senza il sole, piuttosto che senza la Messa.”

Un giorno di molti anni fa, in un piccolo villaggio del Lussemburgo, un capitano della Guardia Forestale stava conversando con il macellaio quando arrivò un’anziana signora. Il macellaio chiese all’anziana signora: “Cosa vi servo, signora?” La donna rispose: “Un pezzetto di carne, ma non ho soldi per pagare.” Il capitano che era lì presente sorrise visibilmente pensando alla stranezza della richiesta. Il macellaio ribatté: “Solo un pezzetto di carne, ma come contraccambiate?”. L’anziana signora disse allora al macellaio: “Mi dispiace di non avere soldi, ma in cambio vi prometto di assistere quest’oggi alla Messa per voi”. Siccome il macellaio e il capitano erano molto scettici nei confronti della religione, cominciarono a ridere. “Molto bene -disse il macellaio-  Andate pure a Messa per me, e ritornate, vi darò l’equivalente del valore della Messa”. La donna in quel giorno assistette alla Messa e poi ritornò dal negoziante. Ella si avvicinò alla cassa e il macellaio le disse: “Prendete questa carta e scrivete…” E la donna scrisse: “Ho offerto la Messa per te”. Il macellaio pose la carta su un piatto della bilancia e sull’altra parte un misero osso…  la carta era più pesante. In seguito mise un pezzetto di carne al posto dell’osso, ma la carta era sempre più pesante… I due uomini cominciarono a meravigliarsi ma non demorsero. Fu posto un grosso pezzo di carne sulla bilancia, ma la carta era sempre più pesante. Inquieto e turbato, il macellaio esaminò la bilancia, ma questa funzionava benissimo. “Cosa vuole signora…?  Dovrei darle un’intera coscia di pecora?”.Egli pose la coscia di pecora sulla bilancia, ma la carta era sempre più pesante.  Mise un pezzo di carne ancora più grosso, ma il peso rimaneva sempre dalla parte della carta. Ciò impressionò talmente il macellaio che questi promise alla donna di darle la carne ogni giorno in cambio di una preghiera offerta per lui durante la Messa. Egli poi si convertì. Il capitano se ne andò anche lui molto scosso e andò a Messa ogni giorno. Due dei suoi figli divennero sacerdoti, uno Gesuita e l’altro fu sacerdote del Sacro Cuore, era il famoso Padre Stanislao, grande apostolo del Sacro Cuore. Egli poi ha raccontato: “Sono un religioso del Sacro Cuore e il capitano era mio padre. Dopo questa dimostrazione, mio padre divenne un grande fervente della Messa quotidiana, e noi, suoi figli, abbiamo seguito il suo esempio. Andate a Messa ogni giorno se potete, otterrete tutto e vi trasformerete.”
0 Commenti

''PARLO DA CATTOLICO, MA...'' (TENETEVI FORTE)

22/8/2017

0 Commenti

 

di Giuliano Guzzo

Brutte notizie amici, ci siamo persi un comandamento per strada: quello che impone di parlare “da cattolici”. Altri invece devono averlo scovato in qualche vangelo apocrifo e lo mettono drammaticamente in pratica. Lo si vede e lo si legge tutti i giorni – non occorre fare nomi e cognomi – nelle dichiarazioni di politici, intellettuali e in qualche caso persino di prelati i quali, con frequenza sempre maggiore, allorquando si accingono ad affrontare temi eticamente sensibili, non perdono occasione per riproporre l’imperdibile puntualizzazione: «Parlo da cattolico». Ora, al dato positivo – fa sempre piacere che fra i battezzati vi sia ancora chi, ogni tanto, rammenta d’esserlo – di solito ne segue uno assai meno entusiasmante, che nove volte su dieci si sostanzia in una dichiarazione in totale contrasto con la dottrina della Chiesa. «Parlo da cattolico, ma credo che la Chiesa si debba rinnovare». «Parlo da cattolico, ma in certi casi non considero l’aborto sbagliato». «Parlo da cattolico, ma sono favorevole alla fecondazione assistita». «Parlo da cattolico, ma per me non conta se Gesù sia risorto, l’importante è quello che ha detto perché ha parlato d’amore».

Prima che un lettore meno forte di altri accusi comprensibili malori, meglio fermarsi. Del resto il senso è chiaro: il «parlo da cattolico» è ormai divenuto la premessa allo strafalcione, qualche pignolo direbbe all’eresia ma non esageriamo, se no finisce che qualcheduno, poi, prende sul serio gli insegnamenti della Chiesa: non sia mai. Tornando a noi, la domanda ora è una ed è molto semplice: com’è possibile tutto questo? Come si è arrivati all’infelice matrimonio fra il «parlo da cattolico» e la licenza di spararla grossa, meglio se più grossa possibile? Trattandosi di problema complesso, è saggio limitarsi a delle ipotesi.
La prima: parlare «da cattolici» è un conto, agire da tali è molto diverso e, soprattutto, più costoso: in un caso infatti basta l’autocertificazione, nell’altro è richiesta la testimonianza.
Seconda ipotesi: parlare «da cattolici» è facile, dire cose «cattoliche» per nulla, tanto che persino il Figlio di Dio, quando lo faceva, non riscontrava alcun successo e si sentiva chiedere: «Questo parlare è duro: chi lo può ascoltare?» (Giovanni 5,2.60).

Un’ultima ipotesi è quella di una conoscenza limitata della dottrina cristiana, spesso confusa con un’odiosa sfilza di divieti. E chissà qual è, delle tre, quella giusta. Sempre che non sia in realtà giusto così, e cioè esibire il patentino «da cattolici» per poi sfrecciare a tutta velocità fra dichiarazioni e battute imbarazzanti. Il tutto guardandosi bene dal provare, senza tanti proclami, a sostenere posizioni etiche che fra l’altro non abbisognano di alcun tipo di riferimento confessionale. Puoi difatti sostenere la naturalità della famiglia citando Aristotele, condannare l’aborto citando Bobbio, avversare l’eutanasia facendo tue le posizioni del francese Lucien Israel, agnostico luminare dell’oncologia. Il «parlo da cattolico» seguito da uscite spiazzanti non è dunque necessario. Eppure continua ad essere impiegato, al punto che si potrebbe quasi parlare di tormentone. Come mai? Abbiamo avanzato delle ipotesi, ma il mistero resta. E in attesa che qualcuno lo chiarisca un pensiero ci allieta: meno male che Gesù Cristo, quella volta, non ha scelto di parlare «da cattolico». Altrimenti avrebbe fondato una bocciofila o un circolo della briscola. Ma non di certo il Cristianesimo.
0 Commenti

CARAMELLE...

10/8/2017

0 Commenti

 
Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora…
Mi sento come quel bimbo cui regalano un sacchetto di caramelle: le prime le mangia felice e in fretta, ma, quando si accorge che gliene rimangono poche, comincia a gustarle profondamente.
Non ho tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto.
Non ho tempo, da perdere per sciocchezze.
Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori.
Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati.
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta…
E con così poche caramelle nel sacchetto…
Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.
Gente che sappia amare e burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori.
Gente molto sicura di se stessa , che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze.
Gente che non si consideri eletta anzitempo.
Gente che non sfugga alle sue responsabilità.
Gente molto sincera che difenda la dignità umana.
Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine.
Perché solo l’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone …
Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima.
Sí… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare.
Non intendo sprecare neanche una sola caramella di quelle che ora mi restano nel sacchetto.
Sono sicuro che queste caramelle saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo, alla fine, è andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.
Ti auguro che anche il tuo obiettivo sia lo stesso, perché, in qualche modo, anche tu te ne andrai…”

Mario Andrade
Foto
0 Commenti
<<Precedente

    Feed RSS

    Archivi

    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Novembre 2018
    Settembre 2018
    Luglio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Agosto 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014

Foto