Eppure, la gente viveva. Certo, la durata media dell'esistenza era decisamente più bassa. Ma godeva lo stesso della sua vita quotidiana. Senza paura, senza troppa paura, perché questo era ciò che accadeva, e non potevi farci niente. Correvi il rischio. Perché il rischio era la vita stessa, la morte una certezza con cui non potevi discutere. Arrivava, ti portava via. Proprio come ora.
Cosa è cambiato da allora? Dalla prospettiva di una vita futura si è passati ad un nulla arido. Al di là di dove il fuoco illumina, al di fuori della grotta in cui ci si è rinchiusi, non ci sono più divinità benevole, ma un vuoto sibilante, un cielo senza stelle. Ci si stringe intorno a quel falò, ed è proibito uscire, aprire la porta, perché potrebbe entrare qualcosa che neanche le fiamme possono respingere. La speranza ora è in una cura, in un vaccino.
Ma cosa possono fare una cura, un vaccino, se non, nei casi migliori, prolungare questa attesa del nulla, di ciò che entra quando il fuoco si spegne?
Dal blog di Berlicche
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