Ecco allora che si mostra quanto sia utile la tradizione dell’interpretazione che si affianca ad un libro sacro, così come tutta la tradizione che lo circonda, che è in realtà ciò che le da valore. Non c’è religione senza la storia della religione stessa, non esiste un testo sacro che non abbia una sua critica, per quanto divina possa essere la sua origine. Credere di saltare tutto questo a piè pari non è solo fare un torto alla religione, ma è un torto al testo stesso; sarebbe come leggere la Divina Commedia senza sapere nulla del Cristianesimo, della storia del 1200-1300, di Dante e della lingua che usava.
Senza questo non solo non si tiene conto di possibili opinioni intelligenti su un passo, ma anche del messaggio del testo stesso; se il nostro pensiero non viene messo in guardia dalla tradizione, noi cercheremo la storia dove c’è il mito, il precetto dove c’è l’apologo e così via.
Baracani