Se le anime sono attente e soprattutto in spirituale contatto con Dio, avvertono quell’avviso che le rende guardinghe e pronte a combattere le insidie demoniache.
Se le anime sono disattente al divino, separate da una carnalità che soverchia e assorda, non aiutate dalla preghiera che congiunge a Dio e riversa la sua forza come da un canale nel cuore dell’uomo, allora difficilmente esse si avvedono del tranello nascosto, sotto l’apparenza innocua e vi cadono.
Liberarsene poi, è molto difficile.
Le due vie più comuni prese da Satana per giungere alle anime sono il senso e la gola.
Comincia sempre dalla materia.
Smantellata e asservita questa, dà l’attacco alla parte superiore.
Prima il morale: il pensiero con le sue superbie e cupidigie; poi lo spirito, levandogli non solo l’amore – quello non esiste già più quando l’uomo ha sostituito l’amore divino con altri amori umani – ma anche il timore di Dio.
E’ allora che l’uomo si abbandona in anima e corpo a Satana, pur di arrivare a godere ciò che vuole, godere sempre più.
Come Io mi sia comportato, lo hai visto. Silenzio e orazione.
Silenzio.
Perché se Satana fa la sua opera di seduttore e ci viene intorno, lo si deve subire senza stolte impazienze e vili paure, ma reagire con la sostenutezza alla sua presenza e con la preghiera alla sua seduzione.
E’ inutile discutere con Satana. Vincerebbe lui, perché è forte nella dialettica.
Non c’è che Dio che lo vinca; e allora ricorrere a Dio che parli per noi, attraverso noi.
Mostrare a Satana quel Nome e quel Segno, non tanto scritti su una carta o incisi su un legno, quanto scritti e incisi nel cuore. Il mio Nome, il mio Segno. Ribattere a Satana unicamente quando insinua che egli è come Dio, usando la parola di Dio.
Egli non la sopporta. (…)
Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in Dio e nel suo aiuto.
Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del Signore. Allora Satana non può fare del male.