La stessa agenzia pochi giorni dopo informava che I teologi della stessa Congregazione, hanno riconosciuto all’unanimità che monsignor Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di El Salvador, assassinato dagli squadroni della morte durante la Messa il 24 marzo 1980, per punirlo della sua concreta adesione alla “scelta preferenziale dei poveri” decisa dalla Conferenza Episcopale dell’America Latina a MedellÍn, è stato ucciso inodium fidei , cioè per odio alla fede. (Questo riconoscimento è un passo decisivo per portare avanti l’iter della Beatificazione del vescovo latinoamericano).
Non facciamo confusione!
Nel tragico contesto della strage perpetrata a Parigi a motivo (ma sarebbe meglio dire a pretesto) religioso, viene all’evidenza una sostanziale differenza fra i martiri cristiani e certi cosiddetti martiri islamici (che, secondo me, non hanno niente a che fare nemmeno con l’Islamismo). I martiri cristiani non sono mai portatori di morte; sono persone che accettano la morte piuttosto che rinunciare alla loro fede in Dio o venir meno alla loro dedizione al prossimo a motivo di Dio, a differenza di terroristi islamici che si fanno esplodere disintegrando se stessi e seminando volutamente strage di innocenti intorno a sé.
Testimonianza su Don Sandro Dordi
A questo proposito, ho una mia personale testimonianza da rendere al discreto eroismo del nostro Don Sandro Dordi. Con lui ho condiviso sette anni di ministero tra gli emigranti italiani in Svizzera tra il 1971 e il 1978. Io poi per motivi di salute tornai in Italia nel 1978; egli, per seguire la sua vocazione ad un servizio più generoso ai poveri, nel 1980 andò missionario a Santa in Perù come sacerdote “fidei donum” (dono della fede della Diocesi di Bergamo alla Diocesi di Chimbote).
Quando don Sandro venne in Italia per l’ultima volta, mi venne a trovare insieme con mons. Lino Belotti. Sapevo già del suo zelo e del suo impegno nella nuova missione, come anche dei grossi rischi che correva a causa dell’ostilità dei terroristi di Sendero Luminoso, i quali ritenevano che i sacerdoti con il loro “assistenzialismo” e con il “buonismo” della loro predicazione, spegnevano… le aspirazioni rivoluzionarie del popolo oppresso.
Durante quella nostra conversazione, Mons. Belotti mi informò che Don Sandro era stato trovato ammalato di polmoni. Allora, mi rivolsi a lui e gli dissi: «Ma, Don Sandro, ora hai un buon motivo per tornare in Italia a curarti come ho fatto io dalla Svizzera. Poi, se ti rimetti, potrai sempre tornare alla tua missione». Vedo ancora Don Sandro: mi guardò con un accenno di sorriso e mi disse con la sua asciuttezza nel parlare che conoscevo bene: «Don Giacomo, in questo momento, se li abbandono anch’io, non hanno proprio più nessuno».
I martiri cristiani, coscientemente disposti al sacrificio di sé
E sapeva bene a che cosa andava incontro. Continuarono le minacce dei terroristi, finché, tempo dopo, sui muri del mercato di Santa apparve la terribile scritta: “Yankees, el Perù sarà la tu tomba”. Le minacce cominciarono a diventare tragica realtà, il 9 agosto del 1991. A Pariacoto , nelle vicinanze di Santa, furono processati in piazza e “giustiziati” due giovani sacerdoti francescani polacchi, che stavano facendo un lavoro simile al suo, Padre Michel Tomaszek di 32 anni e Padre Zbignew Stralkowiscki di 35. Dopo quell’esecuzione, sui muri di Santa apparve la scritta minacciosa “Il prossimo sarai tu”. Non si indicava il nome, ma non fu difficile capire a chi si riferivano.
Don Sandro fu ucciso in un’imboscata, mentre tornava dalla celebrazione della Messa in un villaggio, il pomeriggio del 25 agosto, quindici giorni dopo l’uccisione del Francescani, che ora sono associati a lui nel processo di Beatificazione che sta per concludersi.
Martiri per amore della vita
Torno ad insistere sulla necessità che tutti, e specialmente i media, in questo contesto di violenza con il pretesto della religione, imparino a cogliere e anche a mettere in risalto che i martiri cristiani non tolgono la vita a nessuno, ma la donano come Gesù, perché i fratelli, soprattutto i più poveri, “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
In un cartello, portato bene in vista alla partenza della salma dall’aeroporto di Lima (che poi l’ha accompagnata fino a Bergamo) c’era scritto: “Sandro, contigo decìmos sì a la vida, no a la muetrte” (Sandro, con te diciamo sì alla vita, no alla morte).
Bella differenza con i terroristi di Parigi e di tante altre parti del mondo.