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Tarquinio (Avvenire) le suona a Augias (Repubblica): «La disinformazione è peccato. Anche per i laici»

30/3/2014

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Il direttore del quotidiano cattolico rovescia una clamorosa panzana inventata dal collega “laico” per giustificare l’ennesima predica anti-Chiesa

LA STORIELLA ANONIMA. Tarquinio risponde alle segnalazioni di due lettori, che si dicono entrambi interdetti per i contenuti faziosi del botta e risposta tra una signora romana coperta da anonimato e il succitato Augias, pubblicato su Repubblica giovedì 27 marzo, nel giorno in cui il quotidiano di De Benedetti inaugurava il proprio restyling grafico. Nello scambio in questione, l’ignota signora racconta di aver detto al suo parroco di avere subìto l’asportazione dell’utero e che quello le avrebbe risposto: «Eh, adesso non potrai più crearti una famiglia, né sposarti». La cosa ovviamente è poco probabile, visto che per la Chiesa – osserva il lettore di Avvenire Corrado Marucci – «la sterilità sia dell’uomo sia della donna non costituisce impedimento per le nozze, come esplicitamente dichiara il canone 1084 par. 3 del vigente Diritto canonico».

IL PRECETTO BUFALA. Numero del canone a parte, Marucci ricorda una cosa che sanno tutti. O meglio, tutti tranne Augias. Il quale su Repubblica invece accredita la ricostruzione della donna e ne approfitta per criticare un inesistente «precetto» cattolico in basa al quale «l’atto sessuale è consentito solo se destinato alla procreazione». Precetto (inventato) che agli occhi del laico intellettuale appare «parecchio logoro se posso giudicare dagli atteggiamenti notturni dei giovani papa-boys (and girls) ai tempi dei grandi raduni sui prati con i sacchi a pelo». Ma perché mai uno come Augias dovrebbe perdere tempo a immaginare fantasiosi precetti cattolici che non stanno né in cielo né in terra? Ma è ovvio: per potersela prendere con quella «parte di clero che resiste» al progresso repubblicone, per esempio «il capo dei vescovi italiani Angelo Bagnasco che si scaglia contro l’educazione anti-omofobica nella scuola».

«OSTILE E GROSSOLANO». Augias, nota con amarezza Tarquinio, «un è collega esperto, colto e raffinato, ma sulle questioni “cattoliche” alterna ormai da tempo una interessante e acuta curiosità a una ben più frequente e tenace propensione all’affondo ostile e al luogo comune denigratorio e persino grossolano». Il direttore di Avvenire la chiama esplicitamente «disinformazione», e in sostanza è bel mix di «inconsistenza – diciamo così – “legale”» e di malizia. In effetti si fa «davvero fatica a immaginare un parroco che (…) in un colpo solo riesce a contrastare radicalmente non solo con la gentilezza umana e l’amore cristiano, ma proprio con le “regole” della Chiesa». E oltre a essere «un “quadretto” troppo brutto» per sembrare vero a Tarquinio, sembra anche troppo bello per le tesi di Augias, ispirato come appare essere alle solite «tristi caricature di un sacerdote ignorante e insensibile e di vescovi-giudici feroci, caricature che capovolgono totalmente ciò che la Chiesa è e fa ogni giorno tra la gente e per la gente».

MA CHE BEL «NUOVO INIZIO». È un peccato, commenta il direttore di Avvenire, «che Augias non si limiti a dare una propria libera e legittima opinione» ma piuttosto «scelga di costruire il suo ragionamento sulla base di una palese falsità», oltretutto sfruttata per costruire una «mirata polemica» contro Bagnasco. Infine Tarquinio aggiunge «un’ultima cosa: è curioso che questa sciatta intemerata anti-cattolica sia riapparsa su Repubblica nel giorno – uso la bella immagine scelta dal suo direttore Ezio Mauro – di un “nuovo inizio” grafico e contenutistico. Quelle pagine hanno visto, anche di recente, ben altri dialoghi, tra credenti e non credenti. Ma, evidentemente, Augias su certi temi preferisce ascoltare soprattutto se stesso, preferendo capire, spiegare e far circolare soltanto ciò che gli fa comodo. E questo, anche per un laico, è un vero peccato».
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SUOR CRISTINA CHE CANTA SU RAI 2: QUALE VANTAGGIO PER L'ANNUNCIO DEL VANGELO?

26/3/2014

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Lo sa chi sono Piero Pelù e J Ax che si compiacciono della sua esibizione canora?
di Daniele Di Luciano

Che strana sensazione quando ti rendi conto di essere più bigotto di una suora.
Dato che non ho il televisore, non conoscevo il nuovo programma di Rai 2: "The Voice". Ho scoperto che invece le suore hanno il televisore e lo guardano pure. Altrimenti suor Cristina, 25 anni, non avrebbe potuto partecipare al programma, se non lo avesse conosciuto.
In ogni caso, ieri sera, la giovane suora si è esibita cantando "No one" di Alicia Keys. Di fronte a lei c'erano i quattro presentatori: J Ax, Piero Pelù, Raffaella Carrà e Noemi (che non so chi sia).
Dopo la canzone la suora doveva scegliere di entrare in squadra con uno di questi personaggi. O almeno, guardando il filmato su Youtube, mi è parso di capire questo. Quando Piero Pelù ha proposto alla suora di far parte del suo team, la suora, per scherzare, ha fatto il gesto delle corna...
Ciò che mi ha colpito di più non è stata l'esibizione della suora ma la scena successiva. Dato che conosco tre dei quattro personaggi che hanno dialogato con la suora, mi chiedevo: ma la suora lo sa chi sono questi? Forse occorre un piccolo ripassino.
Piero Pelù, ex cantante dei Litfiba, non è estraneo all'esoterismo. [...] Forse non tutti avranno approfondito così tanto questo lato occulto del cantante, però in tantissimi conosceranno uno dei più grandi successi dei Litfiba: El Diablo. Suor Cristina aveva un anno quando uscì quella canzone, quando centinaia di migliaia di giovani, ed io ero tra quelli, cantavano che "il paradiso è un'astuta bugia", come viene ripetuto più volte nel testo. Ma anche "Ah, sua santità el Diablo!". Per non parlare della nuova versione, quando Pelù, invece di dire "6-6-6″, dice "Ra-tzin-ger". Addirittura Pelù è lo stesso che, riferendosi all'attentato del 1981 a Giovanni Paolo II, disse: "In concerto, mettemmo in piedi una sceneggiata in cui ce la prendevamo con l'attentatore del papa, ma solo perché aveva sbagliato mira".
J Ax, ex cantante degli Articolo 31, non diffonde valori esattamente cattolici. Uno dei suoi maggiori successi è stato "Ohi Maria", un inno alla marijuana. Nella canzone si invita anche ad andare a votare Pannella dei Radicali, il partito che si batte da decenni per la legalizzazione delle droghe, per l'aborto, per l'eutanasia e contro la Chiesa cattolica. Non solo. J Ax, in molte canzoni come "Tocca qui", "Voglio una lurida", "La fidanzata", ecc., propaganda il sesso libero sotto ogni forma. [...]
Il compito della Chiesa è ancora quello di convertire il mondo senza farsi mondanizzare? O mi sono perso qualcosa, dato che non ho il televisore?
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SOLENNITA' DELL'ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

24/3/2014

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Appunti da sapere sulla 
SOLENNITA' DELL'ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

- L'Annunciazione del Signore è l'annuncio del concepimento verginale di Gesù che viene fatto a sua madre Maria (per il Vangelo secondo Luca) e a suo padre Giuseppe (per il Vangelo secondo Matteo) dall'arcangelo Gabriele.

- IMMEDIATAMENTE dopo il SI della Madonna, GESU' viene concepito, per opera dello Spirito Santo, nel grembo verginale di Maria.

- Quale momento del concepimento, l'Annunciazione è stata simbolicamente collocata nel giorno al 9º mese prima del Natale, (25 dicembre)
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Eucarestia, una Presenza che fa la storia

23/3/2014

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di Maria Gloria Riva

Il dibattito accesosi attorno alla questione dei divorziati risposati e del loro non poter accostarsi all'Eucarestia, ha messo in evidenza - come ampiamente documentato da La Nuova BQ - che molti cattolici e anche importanti fette dell'episcopato non solo hanno perso il significato del valore sacramentale del matrimonio, e quindi il suo carattere di indissolubilità, ma anche quello dell'Eucarestia. La riduzione della Comunione a un diritto e la pratica ormai diffusa in Europa di accostarsi alla Comunione anche in stato di peccato grave e senza sentire il bisogno di confessarsi, ne sono una lampante dimostrazione. Per questo abbiamo pensato di proporre un itinerario che aiuti a recuperare il significato dell'Eucarestia, affidandolo a una firma ben nota ai nostri lettori che è anche suora adoratrice del Santissimo Sacramento. Suor Maria Gloria Riva ripercorre per noi la storia di alcuni miracoli eucaristici per introdurci al Mistero, con tutte le sue implicazioni. Questa è la seconda puntata, puoi trovare la prima cliccando qui.

«Oh se tu squarciassi i cieli e scendessi!» Il grido del profeta Isaia, attraversa i secoli e il desiderio di vedere Dio, come quello di non morire, risiede nel cuore dell’uomo. Il dramma di molti filosofi dell’età moderna, tormentati dalla domanda sulla morte e sul destino ultimo dell’uomo, pare irriso dalla cultura moderna che, disprezzando tanto l’origine che la fine dell’esistenza umana, propugna una mentalità edonista dove l’uomo è semplicemente fruitore di piacere e di appagamenti.

Resta emblematica la vicenda di Nietzsche che, dopo essere stato il capostipite di un tale edonismo, muore pazzo, malato di sifilide, firmando l’ultimo scritto col nome di Anticristo. Segno che la domanda religiosa, benché strenuamente combattuta per tutta la vita, resta nel fondo della coscienza e, nell’ora grave della morte, riaffiora. 

A questa domanda la fede risponde non con teorie filosofiche, ma con una Presenza. L’antico desiderio di Isaia trova in Cristo la pienezza di risposta. Cristo non si contenta di vincere la morte con la sua risurrezione, ma vuole rendere l’uomo consapevole della sua partecipazione alla vittoria sul male e sulla morte. Come Cristo fu vero uomo, così l’uomo, in Cristo, partecipa veramente della divinità: voi sarete dei, canta il Salmo 82. L’eucaristia è la Presenza di Cristo con noi, tutti i giorni, è un cibo misterioso che nutre la nostra carne di eternità.

Tutto questo, che potrebbe sembrare a molti un pio desiderio dell’anima credente, una favola ben orchestrata nei secoli, trova nella storia della Chiesa numerose tracce le quali - anche di fronte a un mondo scientista – rappresentano una prova della Presenza.

Tra queste innumerevoli tracce, ve n’è una a Roma di grande interesse, la si trova nella chiesa di Santa Prudenziana, una delle più antiche di Roma. In questo luogo nel 1610 un sacerdote, celebrando la Santa Messa nella cappella Caetani, fu colto da un dubbio atroce proprio in merito alla Presenza Reale di Cristo nell’Ostia consacrata. Il dubbio lo fece vacillare e l’ostia cadde sul pavimento. La sua meraviglia fu grande quando, raccogliendo l’ostia, s’avvide che nel gradino di marmo era rimasta impressa l’impronta del pane eucaristico. Un’impronta ancora oggi visibile: la leggerezza del pane consacrato, contro il peso specifico di una Presenza capace di segnare il marmo in modo indelebile. 

È interessante notare che la chiesa fu costruita da papa Pio I, nel 145 d.C., sulle fondamenta della casa del senatore romano Prudente che, secondo gli storici, essendosi convertito alla fede cristiana, ospitò l’apostolo Pietro. Prudenziana fu la figlia di Prudente, la quale, con la sorella Prassede, era solita prendersi cura dei corpi dei cristiani martirizzati pulendoli dal sangue.

Prudenziana e Prassede non morirono martiri, ma la memoria di quel loro gesto rimase intatta nei secoli e, proprio nella chiesa che fa memoria della loro pietà, Cristo lasciò un’impronta efficace del suo martirio, così che il sangue onorato da quelle antiche cristiane ottenne, quindici secoli dopo, di confermare nella fede il sacerdote dubbioso.

Che Cristo sia una Presenza nell’ostia, e una presenza razionale e intelligente, lo testimonia un altro miracolo eucaristico, occorso nel 1447 a Ettiswil, Svizzera. Il 23 maggio una giovane donna, Anna Vögtli di Bischoffingen, ruba un’ostia magna, consacrata. Nella fuga si accorge che l’ostia aumenta di peso fino a diventare insopportabile, quasi il peso di una persona adulta. A quel punto arrancando, la giovane abbandona l’ostia in un prato e fugge.

Poco più tardi sopraggiunge, il quel medesimo prato, un’altra donna, Margherita Schulmeister, che era solita transitare lì, ogni giorno, con i suoi maiali. Giunta in prossimità del luogo dove l’ostia era caduta i maiali si fermarono e non ci fu modo di farli proseguire. Ignara di tutto la donna chiese aiuto a due uomini a cavallo che passavano in quel momento. Questi, avvicinandosi al prato, videro fluttuare l’ostia spezzata in sette frammenti, di cui uno centrale e gli altri sei disposti a corolla, quasi fosse un fiore. Chiamarono allora il curato, il quale recuperò i frammenti, almeno i sei petali, perché il frammento centrale cadde pesantemente nel prato e si conficcò nel terreno, tanto da non essere più trovato. Il fatto venne interpretato come la volontà esplicita del Signore di volere in quel luogo un Santuario eucaristico che ancora oggi possiamo ammirare.

Ancora una volta il miracolo ci offre l’immagine di una Presenza che ha un peso nella storia, che esige di essere vista e notata, che non si lascia usare per scopi indegni della fede e del Mistero. Un’immagine tale da far riflettere tutti noi che ogni giorno ci accostiamo all’Eucaristia, forse non toltamene consapevoli della Presenza che ci visita e del “peso” che essa dovrebbe avere nella nostra vita.
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Grazie allo IOR la Chiesa aiuta milioni di persone

21/3/2014

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Il passato dello Ior, la cosiddetta “Banca Vaticana” non è certo limpido e passi in avanti fortunatamente se ne stanno facendo molti negli ultimi anni. Il futuro dello IOR, se lasciarlo com’è, chiuderlo o trasformarlo in una “banca etica”, è in mano a Papa Francesco e i suoi collaboratori.

Tuttavia vogliamo segnalare qualcosa che pochi sanno a proposito dell’Istituto Opere di Religione, oggi nei media sinonimo di “sporcizia”, “malaffare” e “corruzione”. Attraverso lo IOR, invece, si aiutano ogni giorno milioni e milioni di persone nel mondo.

E’ stato spiegato recentemente su (nientemeno che) “Repubblica” da Filippo di Giacomo: «Ogni mese la Chiesa cattolica paga circa trenta milioni di stipendi al personale della sua rete scolastica globale (70.544 scuole, 92.847 scuole primarie, 43.591 istituti secondari, 988 università e 211 istituti equivalenti) e a quella della sua rete sanitaria a carattere “umanitario” cioè a favore di tutti (5.305 ospedali, 18.179 dispensari, 547 lebbrosari, 17.223 case per anziani, malati cronici e handicappati, 11.379 giardini d’infanzia, 15.327 consultori matrimoniali, 34.331 centri di educazione o rieducazione sociale e 9.391 istituzioni di altro tipo)».

Anche Giovanni De Censi, presidente dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane e fino a due anni fa membro del board laico dello Ior e oggi ritornato in Vaticano, ha spiegato che sarebbe un errore chiuderlo, come auspicano alcuni cardinali, perché la Chiesa faticherebbe a trasferire sostegni alle Chiese in Paesi governati da dittature. «Finalmente lo Ior è alla vigilia della White List», ha spiegato. «E’ stato compiuto un percorso necessario e la trasparenza è entrata a far parte del percorso di un organismo molto importante per la Chiesa. La trasparenza resta una pietra miliare e la logica deve essere quella di seguire procedure che consentano di aiutare ovunque le missioni nel mondo».

Ha quindi concluso: «La Chiesa ha bisogno di avere questo strumento per intervenire in tutti i Paesi del mondo. A volte la comunità cattolica è presente in zone difficili, dove la trasparenza non sempre è di casa. Di conseguenza c’è la necessità di avere a disposizione strumenti finanziari in grado di colloquiare e gestire al meglio le risorse a disposizione. Perché, non dimentichiamolo, vi è anche una responsabilità nei confronti dei tanti benefattori che mettono a disposizione i fondi».
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Cosa vuole fare, veramente, papa Francesco? La rivoluzione evangelica. Partendo da ognuno di noi

17/3/2014

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Padre Gheddo spiega perché in Bergoglio non c’è rottura con la tradizione, con i predecessori e con la Chiesa. Ma la volontà di aiutarci tutti a essere più autentici seguaci e imitatori di Gesù Cristo

Un anno fa, il 13 marzo 2013, Giorgio Mario Bergoglio era eletto da 115 cardinali Vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa cattolica universale, il 263° discendente dell’Apostolo San Pietro. A un anno di distanza, Papa Francesco continua a suscitare nei popoli anche non cristiani tante speranze di pace, di giustizia, di gioia di vivere, di crescita umana ed economica per tutti. Un interesse inspiegabile, poiché Francesco non ha alcun potere economico-politico-militare-scientifico-tecnico, così da poter influire sull’andamento delle vicende mondane. Si spiega solo per un motivo soprannaturale. Il Papa argentino ripropone ai popoli, con la sua persona, i suoi gesti e le sue parole, il Vangelo e le Beatitudini di Gesù, un’autentica rivoluzione rispetto alla disumanità del mondo in cui viviamo, che specialmente nel nostro Occidente post-cristiano, sembra aver eliminato Dio dall’orizzonte dell’uomo e della società.

Da duemila anni le Chiese cristiane proclamano la Buona Notizia che è nato il Salvatore dell’uomo e già in passato il “primo annunzio” aveva provocato un terremoto benefico nei popoli, come pure capita anche oggi, in territori e popoli limitati, nelle missioni e ora giovani Chiese. L’annunzio delle Beatitudini non ci commuove più, l’abbiamo sentito tante volte! In ogni epoca storica il Vangelo è sempre nuovo, ma perché Francesco viene accolto in modo così corale quasi senza obiezioni o rifiuti?

Nel recente passato Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II erano Papi “popolari”, che toccavano il cuore dei popoli. Con Francesco si verifica un fatto nuovo. Lui stesso si mette a livello della gente comune, parla a braccio, i suoi discorsi si riferiscono alla vita quotidiana e li capiscono tutti. Sembra quasi che dica: voi sapete già cosa dice la Chiesa, cosa dicono la dottrina e la morale cristiana. Adesso vediamo un po’ come noi stessi viviamo o possiamo vivere questa millenaria tradizione. Papa Francesco scende dalla Cattedra pontificia, rinunzia ai lussi e ai fasti tradizionali, si proclama “peccatore”, è uno di noi che fa lo stesso nostro cammino e ha le nostre stesse tentazioni, è trasparente, non vuole segreti, anzi spalanca tutte le nicchie, i ripostigli, le cassaforti vaticane in modo da iniziare la purificazione della Chiesa proprio dal suo centro.

Soprattutto, quando parla provoca sempre chi lo ascolta. Non fa ragionamenti, ma fa la revisione di vita ogni giorno, nel commento al Vangelo a Santa Marta spiega cosa vuol dire Gesù, ma poi subito applica il Vangelo alla vita quotidiana, sua e della gente. Si veda ad esempio il discorso del 14 febbraio 2014 in Piazza San Pietro alle decine di migliaia di fidanzati, venuti da ogni parte del mondo. Un predicatore all’antica avrebbe spiegato cos’è il fidanzamento, quali sono le regole da osservare, citando passi del Vangelo e il Catechismo della Chiesa cattolica.

Papa Francesco si fa preparare tre domande dai fidanzati e risponde direttamente raccontando fatti ed esempi: perché il matrimonio è per sempre? Come vivere assieme il matrimonio e la preparazione alle nozze? Domande che tutti si fanno, quindi l’attenzione è assicurata, e poi i fatti, i proverbi, le battute che Francesco fa saranno ricordati, mai un Papa ha parlato in modo così diretto e personale alla gente che lo ascolta. È la realtà vista dalla parte della gente, non dalla parte della millenaria Dottrina della Chiesa. Naturalmente spiegando la Dottrina, ma applicandola alle situazioni umane del nostro tempo.

Ma insomma, qual è, in fondo, la rivoluzione di Papa Francesco? Nient’altro che questa: vuole riportare gli uomini del nostro tempo a Dio, a Gesù Cristo, al Vangelo. In lui non c’è alcuna rottura con i Papi precedenti e con la Tradizione cristiana, che però, come i Manuali della morale cristiana, i Codici di diritto canonico, le norme liturgiche, i Concili ecumenici e le encicliche dei Papi vengono pubblicati per adattare, “aggiornare” (come diceva Giovanni XXIII) la dottrina e la morale cattolica agli uomini di tutti i tempi. La Verità rivelata rimane ferma, ma viene interpretata e applicata in modi diversi secondo le varie epoche storiche e l’evoluzione dei popoli. Gesù ha detto ai suoi Apostoli: «Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora non potete comprenderle; quando però verrà lo Spirito della verità, vi guiderà verso tutta la verità… Lo Spirito riprenderà quanto io ho insegnato e ve lo farà capire meglio» (Giov. 16, 12-15).

L’ultima rivelazione di Dio è quella di Gesù Cristo, ma noi uomini non possiamo mai comprendere pienamente il pensiero di Dio, la volontà di Dio. Ecco perché dalla Parola di Dio autenticata dalla Chiesa, nei duemila anni di cristianesimo lo Spirito ha rivelato, ha fatto capire tante cose contenute nel Vangelo. Questa è la grande “Tradizione della Chiesa”, che è fonte di rivelazione come la Parola di Dio scritta, l’Antico e il Nuovo Testamento.

La Chiesa ha compreso a poco a poco più profondamente il Vangelo ed è cambiata nei secoli in tante cose: ad esempio, il giudizio sulle religioni non cristiane (Nostra Aetate del Vaticano II), la libertà religiosa di ciascun uomo (Dignitatis humanae), la “collegialità” dei vescovi con il Papa (Lumen Gentium, Capitolo III), la Messa nelle lingue locali (Sacrosanctum Concilium, n. 36), eccetera. Papa Francesco è su questa linea, ad esempio convocando il Sinodo sulla Famiglia e interrogando le Chiese di tutto il mondo, porterà un rinnovamento e “aggiornamento” non del modello di matrimonio secondo il Vangelo, ma delle norme pastorali e giuridiche per vivere il modello nel mondo d’oggi.

Molti ancora si chiedono qual è, com’è la rivoluzione evangelica di cui Papa Francesco è il primo missionario e modello. Eppure è facile capirlo: che tutti noi battezzati diventiamo sempre più autentici seguaci e imitatori di Gesù Cristo, per trovare l’entusiasmo e la gioia di essere suoi testimoni, luce del mondo e sale della terra. Nessuno può tirarsi fuori da questa “revisione di vita” secondo il Vangelo: cardinali, vescovi, preti, suore, laici, l’importante è che ciascuno di noi abbia a cominciare la rivoluzione evangelica della Chiesa, partendo da se stesso. Tornare a Cristo affinché, con l’aiuto dello Spirito Santo, il mondo in cui viviamo diventi meno disumano e più umano.
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Il vescovo che dice che «il sesso orale non è peccato se si pensa a Gesù»? Una balla (e nemmeno la più grave)

14/3/2014

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di Emanuele Boffi

Ma quel che dovrebbe fare ancora più riflettere è il fatto che molti siti per “avvalorare” la notizia, hanno scritto che Martínez è un vescovo «ultraconservatore» da sempre «contrario all’aborto»

Ma come si fa a rilanciare una balla del genere? Ieri su molti siti italiani è stata riportata la notizia che l’arcivescovo di Granada, Francisco Javier Martínez, avrebbe scritto nel libro Cásate y sé sumisa (la versione spagnola del libro Sposati e sii sottomessa di Costanza Miriano) che «il sesso orale non è peccato se si pensa a Gesù». Gli elementi per riprendere una frase del genere ci sono tutti: un importante uomo di Chiesa, il sesso, la balordaggine che questo non sia peccato «se si pensa a Gesù». Ci si aspetterebbe, da chi fa informazione, almeno una verifica della fonte. Ma, si sa, tira più un clic di mille carri di verifiche. E infatti è una bufala, inventata, tempo fa, da un sito satirico spagnolo. La frase – ripresa da un sito messicano – diventa virale, circola sul web, fa il giro di internet. È successo questa volta, come tante altre volte.

Ma questo è solo un aspetto della vicenda. Quel che, forse, dovrebbe fare ancora più riflettere è il fatto che molti siti per, diciamo così, “avvalorare” la notizia, hanno voluto ricordare ai loro lettori che Martínez è un vescovo «ultraconservatore» da sempre «contrario all’aborto». Capito come è ridotta l’informazione? Non solo scambia le panzane per notizie, ma ci vuole fare credere che anche la contrarietà all’aborto è una panzana.
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Quanto rompono gli "interpreti" di Papa Francesco

13/3/2014

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di Luca Volontè

Il Papa è il Papa, come tutti gli altri pontefici un dono dello Spirito Santo per la Chiesa e per il mondo. Mi amareggiano molto gli strattonatori, da sempre. Nella mia breve vita ho potuto apprezzare e seguire quattro pontefici, ahimè sempre ho dovuto sentire parole ipocrite di taluni che hanno tentato di giustificare le proprie opinioni espandendo smisuratamente o riducendo asfitticamente l'insegnamento dei pontefici.Ci sono stati quelli che..."Paolo VI era di sinistra" e quelli che..."Albino Luciani è stato ucciso perché voleva cambiare tutto", quelli "amici di Wojtyla, ma la Curia non la gestisce" e quelli per i quali Ratzinger era "troppo conservatore e Bertone...". Pensano di saperne sempre una più del Diavolo, il che potrebbe pure essere, ma dimostrerebbe solo di avere una visione distorta della Chiesa. Ora abbiamo la nuova stirpe, anche se per lo più i soggetti sono gli stessi, di "saltimbanchi" che adorano a tal punto la propria interpretazione delle parole di Papa Francesco da sezionarne con il taglierino i propositi.

Leggo in queste ore una opinione sul pontificato attuale che mi lascia esterrefatto, Francesco sarebbe il primo pontefice delle globalizzazione per la capacità di usare social media e la semplicità del linguaggio. Non capisco dove siano finite la memoria storica e la capacità di giudizio, da dove provenga la fretta, quasi la foga di contrapporre questo pontefice ai suoi predecessori. Il tentativo di recidere le radici del pontificato, di ogni pontificato non può e non sarà possibile. Dove mettiamo la sorpresa enorme che colpì tutti i possessori di apparecchi radiofonici nell'ascoltare i radiomessaggi di Papa Pio XII? Dove le immagini televisive di Papa Montini e i messaggio in mondovisione di Luciani, dove il pellegrinaggio terreno "paolino" del "buon seminatore" Karol Wojtyla, dove la presenza costante di Benedetto XVI su tutti i mass media del mondo?

Eppure, pur facendo torto alla propria intelligenza, oggi la bramosia del potere porta taluni seri osservatori a cavalcare gli errori del passato. Nello stesso modo, a causa del medesimo atteggiamento, ci sono taluni "Principi della Chiesa" che nell'affermare la propria incapacità e i propri errori, non riflettono sulle cause e spingono avanti invece l'idea di considerare l'errore una virtù. Mi spiego. Ammettiamo che tutto ciò che in questi giorni si attribuisce a un noto Cardinale Relatore del Sinodo sia veritiero. Ovviamente prendiamo tutto con la massima buona fede, ma anche così dobbiamo considerare che la prima questione sorgente dalla triste e sofferente vicenda dei divorziati è quella delle cause del divorzio e della frequente incoscienza della definitiva bellezza del vincolo matrimoniale.

Se si partisse da qui, si partirebbe dall'origine del problema e si potrebbe riflettere ben più utilmente sui "corsi prematrimoniali", sui tanti chierici che sostengono la bontà della "convivenza pre-matrimoniale", sui silenzi imbarazzanti in merito alla castità, alla verginità dei fidanzati e via di seguito sino al "menefreghismo" diffuso per una qualunque pastorale post-matrimoniale. Più giù, cosa insegnano le scuole cattoliche ai nostri giovani e come insegnano la bellezza e la gioia delle virtù pre-matrimoniali?

Certo esistono casi limite nei divorzi; di questi, pochissimi è bene si occupino i parroci locali, magari coadiuvati dal proprio vescovo. Essi sono gli unici che sanno, perché condividono, quella situazione di triste difficoltà. Invece no, si parte dall'auto-ribaltamento della realtà ma evitando di "autodenunciare" i propri errori, le proprie difficoltà, in una parola di affrontare serenamente e seriamente la sfida della proposta cristiana del matrimonio nella società di oggi. Un mio caro amico inglese, vissuto il secolo scorso, avrebbe detto che a furia di inseguire i divorziati si è divorziato sia dalla dottrina che dalla pastorale per gli sposati. Mi permetto, senza voler turbare né offendere nessuno, di segnalare quanto questo punto di partenza "inverso" e "irreale", sarebbe fautore solo di danni ancor più gravi, priverebbe ancor più la società della gioia e della forza del benessere famigliare e i giovani del loro desiderio di vita famigliare.

Suggerisco anche un'altra pista, molto concreta: preso atto della enormità di immobili vuoti in moltissime diocesi nel mondo, perché non dare concreto aiuto alle giovani e meno giovani coppie nella loro difficile ricerca di una casa e lanciare un piano concreto di affitti solidali? Una prova di solidarietà famigliare e di lungimiranza volta al benessere dell'intera società. Ebbene anche in questi casi e su questi temi sensibili su cui stanno riflettendo i pastori della Chiesa, esistono coloro che giustificano le proprie opinioni e accusano i "contrari" di volere "frenare il Papa". No comment, certamente una delle grandi virtù e dei doni di Papa Francesco è la sua misericordia, il suo silenzio a riguardo di queste affermazioni è un grande insegnamento per tutti noi.

Il Papa Francesco è il Papa, un pastore che vuole capire, riflettere e pregare prima di esprimersi anche sul perchè della privazione dei sacramenti che le coppie gay impongono ai loro figli. L'ideologia Gender, infatti è totalitaria e si oppone radicalmente ad ogni briciola di proposta cristiana, i suoi magnati e sponsor finanziariamente potentissimi, vogliono la distruzione di ogni radice antropologica cristiana e di ogni sua permanente presenza nel mondo di oggi. Perciò le coppie gay a cui vengono, nel migliore dei casi, affidati figli non possono permettere i sacramenti e una educazione cristiana ai "propri" figli. Ci sarebbe molto da dire, fermiamoci qui. All'ombra di Pietro accadevano miracoli, toccando la veste di Gesù c'erano guarigioni, non si è mai sentito dire invece che a Pietro o al Signore fosse accaduto di cambiare la propria opinione o la propria fede per essere stati strattonati. Il più ben regalo per questo primo anno di pontificato è la preghiera per il Papa.
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Mons. Capovilla creato, oggi, Cardinale

1/3/2014

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Cerimonia a Sotto il Monte, il paese natale di Giovanni XXIII, per la nomina a cardinale di Loris Capovilla. 
L'ex segretario particolare del 'Papa buono', che ha 98 anni, ha ricevuto la berretta rossa e l'anello in trasferta. 
Per motivi di salute, infatti, non ha potuto partecipare al Concistoro di sabato scorso in Vaticano. 
La cerimonia è avvenuta alla presenza del cardinale decano Angelo Sodano. 
"Dovete compatire la mia emozione profonda, irrefrenabile", sono state le prime parole del neocardinale, al termine della celebrazione.
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