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CREMAZIONE O SEPOLTURA?

25/10/2016

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I 5 punti che la Chiesa chiarisce nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede approvato dal papa
​
La pratica della cremazione si è diffusa in vari Paesi, e a volte attraverso “nuove idee in contrasto con la fede”. Per questo, la Santa Sede desidera istruire meglio i suoi fedeli su questo tema.

In tal senso, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato questo martedì 25 ottobre il documento di istruzione sulla sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione.

Nel testo ufficiale, firmato dal cardinale Gerhard Müller, prefetto dell’ex “Sant’Uffizio”, la Chiesa afferma che la cremazione non è proibita, “a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana”.

Ad ogni modo, “continua a preferire la sepoltura dei corpi poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti”, come indica il documento Ad resurgendum cum Christo, approvato da papa Francesco il 18 marzo scorso.

“La Chiesa, dopo la celebrazione delle esequie, accompagna la scelta della cremazione con apposite indicazioni liturgiche e pastorali, avendo particolare cura di evitare ogni forma di scandalo o di indifferentismo religioso”.

Dal Vaticano si avverte che in tema di cremazione non vale tutto.

Le ceneri non possono essere tenute in casa o ripartite tra i familiari, né è corretta la loro dispersione “nell’aria, in terra o in acqua”. Si può arrivare a negare le esequie, in alcuni casi, se sussistono “ragioni contrarie alla fede cristiana”.

Vediamo i 5 punti chiave della questione, in precedenza solo menzionati:

1. Le ceneri devono essere conservate in luoghi sacri

“Le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica”.

Così si dispone per “ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana”.

“In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose”.

2. Le ceneri possono essere portate a casa solo in casi rari

La conservazione delle ceneri in casa viene permessa solo in casi di “circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale”, e dietro l’autorizzazione delle autorità ecclesiali.

3. Le ceneri non possono essere divise

Le ceneri “non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione”.

4. Le ceneri non possono essere disperse

“Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo”.

5. Le ceneri non possono essere trasformate in ricordi commemorativi

Non si approva nemmeno “la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione”.

“Nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto”, conclude il documento.

Nel 1963 il Sant’Uffizio raccomandava la sepoltura del cadavere del defunto, ma non negava i sacramenti e i funerali ai fedeli che manifestavano la volontà di essere cremati.

In quest’ultimo documento, si riaffermano e si spiegano vari concetti di fede collegati alla resurrezione, alla sepoltura e al rispetto della dignità del corpo.
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