Giacobbe disse: Prima, giuramelo. Esaù glielo giurò e vendette la sua primogenitura
Genesi 25:33
La primogenitura rappresentava un'eredità speciale concessa ai soli figli maggiori in Israele. Era un segno di appartenenza, tramandato di generazione in generazione, che andava ben custodito.
Una preziosa eredità che tutti potrebbero possedere è la vita eterna. Come ogni eredità non costa nulla, è un dono offerto da Dio. Essa conferisce il diritto di appartenenza alla Sua famiglia reale con tutti conseguenti privilegi. Far parte di quella famiglia è facile: occorre avere la semplicità di un bambino, per credere nell'opera di Gesù come Salvatore, e il desiderio di un bisognoso, per non perdere una così grande grazia. Troppo spesso, purtroppo, quella preziosa eredità non viene accolta o mantenuta. Lasciamo spazio ai desideri terreni, siamo troppo bramosi di ottenere ciò che colpisce il nostro sguardo.
Come Esaù, non capiamo che stiamo perdendo un immenso patrimonio per qualcosa di effimero, per l'appagamento di un piacere passeggero. Nulla sulla terra vale un miliardesimo dell'eredità celeste. Non un lavoro, non una passione, non una persona, o un qualsiasi altro desiderio, seppur legittimi, deve spingerti a svendere la tua inestimabile primogenitura spirituale.
Chiediti: "Come sto curando la mia eredità celeste?”.
Genesi 25:33
La primogenitura rappresentava un'eredità speciale concessa ai soli figli maggiori in Israele. Era un segno di appartenenza, tramandato di generazione in generazione, che andava ben custodito.
Una preziosa eredità che tutti potrebbero possedere è la vita eterna. Come ogni eredità non costa nulla, è un dono offerto da Dio. Essa conferisce il diritto di appartenenza alla Sua famiglia reale con tutti conseguenti privilegi. Far parte di quella famiglia è facile: occorre avere la semplicità di un bambino, per credere nell'opera di Gesù come Salvatore, e il desiderio di un bisognoso, per non perdere una così grande grazia. Troppo spesso, purtroppo, quella preziosa eredità non viene accolta o mantenuta. Lasciamo spazio ai desideri terreni, siamo troppo bramosi di ottenere ciò che colpisce il nostro sguardo.
Come Esaù, non capiamo che stiamo perdendo un immenso patrimonio per qualcosa di effimero, per l'appagamento di un piacere passeggero. Nulla sulla terra vale un miliardesimo dell'eredità celeste. Non un lavoro, non una passione, non una persona, o un qualsiasi altro desiderio, seppur legittimi, deve spingerti a svendere la tua inestimabile primogenitura spirituale.
Chiediti: "Come sto curando la mia eredità celeste?”.