con ali di sogno, dovunque volerei.
Ma ringrazio Iddio per come son fatto,
nella mia imperfezione, ho trovato il mio tratto.
Se fossi come vorrei, in un labirinto forse mi troverei,
tra mille specchi, il vero me perderei.
Ma sono come Lui desidera, nella sua tela tessuto,
e in questo disegno divino, mi sento incluso.
Nella mia essenza, una luce si cela,
non quella che brama, ma quella che anela.
A essere guida, conforto e speranza,
in questo viaggio terreno, la mia danza.
Ringrazio pertanto Dio, per la mia vera natura,
che seppur imperfetta, è pur sempre una scultura.
Scalfita dal tempo, ma forte nella fede,
che la salvezza, come dono, mi concederà.
PM
L’autore esprime il desiderio di essere diverso, di poter volare libero come in un sogno, ma poi riconosce e ringrazia Dio per la propria realtà, imperfetta ma unica.
Il tema centrale è l’accettazione di sé stessi, con tutte le imperfezioni, come parte del disegno divino. L’autore si sente tessuto nella tela di Dio, incluso in un disegno più grande che va oltre i desideri personali.
La “luce” nella sua essenza non è quella che brama, ma quella che anela: luce spirituale e guida interiore che continuamente ricerca.
Infine, l’autore ringrazia Dio per la sua “vera natura”, che, sebbene “imperfetta”, è comunque e sempre una “scultura”. Questa natura può essere scalfita dal tempo, ma rimane forte nella fede, nella speranza in Dio che gli concederà la “salvezza” come dono.
In sintesi, questa poesia esprime un profondo senso di gratitudine, accettazione di sé e fiducia in Dio. Sottolinea l’importanza di accettare le proprie imperfezioni e di vedere se stessi come parte del disegno divino.