31.10.2018
BEATA PIERINA MOROSINI
BREVE CENNO BIOGRAFICO
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Pierina Morosini nacque il 7 gennaio 1931 da Rocco e Sara Noris a Fiobbio (Valle del Lujo), una piccola frazione nel Comune di Albino in provincia di Bergamo, e fu battezzata il giorno seguente nella nuova chiesa parrocchiale con il nome di Pierina Eugenia. Primogenita di nove fratelli, visse fino al 1933 nella cascina "Stalle" per poi trasferirsi con la famiglia nella casa modesta e isolata in località "Cedrina Alta" (Fiobbio).
Manifestò alla mamma il desiderio di farsi suora ma venne distolta da questo proposito in quanto il suo lavoro e la sua presenza erano necessari alla famiglia. Dal 25 al 30 aprile dello stesso anno partecipò al pellegrinaggio a Roma organizzato in occasione della beatificazione di Maria Goretti. L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, professò i voti privati di castità, povertà e obbedienza.Per dieci anni ha vissuto le difficoltà e le gioie di lavoratrice in un cotonificio della zona, facendo i turni e spostandosi sempre a piedi. Le colleghe testimoniano la sua fedeltà al lavoro, la sua affabilità unita al riserbo, la stima che godeva come donna e come credente. Proprio nel tragitto verso casa si è consumato il suo martirio, estrema conseguenza della sua coerenza cristiana. I suoi passi però non si sono fermati, ma continuano a segnare un sentiero luminoso per quanti avvertono il fascino delle sfide evangeliche.
TESTIMONIANZA
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« Pierina Morosini è stata beatificata perché martire della verginità; e così, facile è stato il confronto con Maria Goretti. Ma mentre Maria Goretti è santa perché martire, la nostra Pierina è martire perché santa. Martirizzata a 26 anni, aveva fatto precedere una vita intrecciata di virtù eroiche che, se non hanno meritato il dono del martirio, l'hanno adesso senza dubbio preparato »
(mons. Giulio Oggioni, vescovo di Bergamo in una lettera pastorale alla Diocesi di Bergamo nel 1987)
ANEDDOTO
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Per dieci anni ha vissuto le difficoltà e le gioie di lavoratrice in un cotonificio della zona, facendo i turni e spostandosi sempre a piedi.
«Le colleghe testimoniano la sua fedeltà al lavoro, la sua affabilità unita al riserbo, la stima che godeva come donna e come credente. Proprio nel tragitto verso casa, trent'anni fa, si è consumato il suo martirio, estrema conseguenza della sua coerenza cristiana. I suoi passi, però, non si sono fermati, ma continuano a segnare un sentiero luminoso per quanti avvertono il fascino delle sfide evangeliche» (Giovanni Paolo II). Con Maria Goretti e Antonia Mesina, Pierina Morosini è una delle moderne martiri della dignità della donna. Nacque a Fiobbio, piccolo villaggio presso Bergamo, nel 1931. Terminate le scuole elementari e passata la bufera della guerra, lavorò come operaia tessile in un cotonificio di Albino, presso il capoluogo orobico, contribuendo con il suo stipendio al bilancio familiare. L'adesione all'Azione cattolica, prima come semplice iscritta poi come responsabile della formazione delle "piccolissime" e delle "beniamine", ampliò la prospettiva del suo impegno. Fu sostenitrice delle opere missionarie e del seminario. Ogni mattina prima di andare al lavoro riceveva la Comunione e nel tragitto casa-fabbrica recitava il Rosario. Nel 1947, quasi presaga della sorte che l'attendeva, si recò in pellegrinaggio a Roma, in occasione della beatificazione di Maria Goretti. Dieci anni dopo, nel 1957, mentre ritornava dal lavoro, venne aggredita da un giovane che cercò di violentarla. Pierina, prima cercò di farlo ragionare, poi fuggì. Il giovane la inseguì e la colpì con un sasso. Morì due giorni dopo senza riprendere conoscenza. La sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi.
BEATA PIERINA MOROSINI
BREVE CENNO BIOGRAFICO
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Pierina Morosini nacque il 7 gennaio 1931 da Rocco e Sara Noris a Fiobbio (Valle del Lujo), una piccola frazione nel Comune di Albino in provincia di Bergamo, e fu battezzata il giorno seguente nella nuova chiesa parrocchiale con il nome di Pierina Eugenia. Primogenita di nove fratelli, visse fino al 1933 nella cascina "Stalle" per poi trasferirsi con la famiglia nella casa modesta e isolata in località "Cedrina Alta" (Fiobbio).
Manifestò alla mamma il desiderio di farsi suora ma venne distolta da questo proposito in quanto il suo lavoro e la sua presenza erano necessari alla famiglia. Dal 25 al 30 aprile dello stesso anno partecipò al pellegrinaggio a Roma organizzato in occasione della beatificazione di Maria Goretti. L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, professò i voti privati di castità, povertà e obbedienza.Per dieci anni ha vissuto le difficoltà e le gioie di lavoratrice in un cotonificio della zona, facendo i turni e spostandosi sempre a piedi. Le colleghe testimoniano la sua fedeltà al lavoro, la sua affabilità unita al riserbo, la stima che godeva come donna e come credente. Proprio nel tragitto verso casa si è consumato il suo martirio, estrema conseguenza della sua coerenza cristiana. I suoi passi però non si sono fermati, ma continuano a segnare un sentiero luminoso per quanti avvertono il fascino delle sfide evangeliche.
TESTIMONIANZA
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« Pierina Morosini è stata beatificata perché martire della verginità; e così, facile è stato il confronto con Maria Goretti. Ma mentre Maria Goretti è santa perché martire, la nostra Pierina è martire perché santa. Martirizzata a 26 anni, aveva fatto precedere una vita intrecciata di virtù eroiche che, se non hanno meritato il dono del martirio, l'hanno adesso senza dubbio preparato »
(mons. Giulio Oggioni, vescovo di Bergamo in una lettera pastorale alla Diocesi di Bergamo nel 1987)
ANEDDOTO
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Per dieci anni ha vissuto le difficoltà e le gioie di lavoratrice in un cotonificio della zona, facendo i turni e spostandosi sempre a piedi.
«Le colleghe testimoniano la sua fedeltà al lavoro, la sua affabilità unita al riserbo, la stima che godeva come donna e come credente. Proprio nel tragitto verso casa, trent'anni fa, si è consumato il suo martirio, estrema conseguenza della sua coerenza cristiana. I suoi passi, però, non si sono fermati, ma continuano a segnare un sentiero luminoso per quanti avvertono il fascino delle sfide evangeliche» (Giovanni Paolo II). Con Maria Goretti e Antonia Mesina, Pierina Morosini è una delle moderne martiri della dignità della donna. Nacque a Fiobbio, piccolo villaggio presso Bergamo, nel 1931. Terminate le scuole elementari e passata la bufera della guerra, lavorò come operaia tessile in un cotonificio di Albino, presso il capoluogo orobico, contribuendo con il suo stipendio al bilancio familiare. L'adesione all'Azione cattolica, prima come semplice iscritta poi come responsabile della formazione delle "piccolissime" e delle "beniamine", ampliò la prospettiva del suo impegno. Fu sostenitrice delle opere missionarie e del seminario. Ogni mattina prima di andare al lavoro riceveva la Comunione e nel tragitto casa-fabbrica recitava il Rosario. Nel 1947, quasi presaga della sorte che l'attendeva, si recò in pellegrinaggio a Roma, in occasione della beatificazione di Maria Goretti. Dieci anni dopo, nel 1957, mentre ritornava dal lavoro, venne aggredita da un giovane che cercò di violentarla. Pierina, prima cercò di farlo ragionare, poi fuggì. Il giovane la inseguì e la colpì con un sasso. Morì due giorni dopo senza riprendere conoscenza. La sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi.