29.10.2018
BEATO GIUSEPPE TONIOLO
Professore di economia politica, fu uno dei maggiori ideologi della politica dei cattolici italiani e uno degli artefici del loro inserimento nella vita pubblica.
Giuseppe Toniolo nasce a Treviso il 7 marzo 1845... Degno sposo e padre di famiglia, professore emerito e apprezzato nell’Università, dirigente e fondatore di opere sociali, scrittore fecondo di economia e sociologia, cristiano tutto d’un pezzo e fedele alla Chiesa, stimato dai pontefici del suo tempo, amico e consigliere del Beato Bartolo Longo, nella fondazione del Santuario e opere annesse di Pompei; morì fra il cordoglio generale, il 7 ottobre 1918 a Pisa.
Il 7 gennaio 1951 fu introdotta la Causa per la sua beatificazione e il 14 giugno 1971 fu emesso il decreto sulle sue virtù con il titolo di ‘venerabile’.
E' stato beatificato a Roma, Basilica San Paolo Fuori le mura, il 29 aprile 2012.
La sua memoria liturgica è stata fissata al 4 settembre, giorno del matrimonio.
Giuseppe Toniolo è uomo di profonda spiritualità cristiana, coltiva il senso dell’ obbedienza alla Gerarchia e dell’autentica comunione ecclesiale, sente in verità e libertà il richiamo dei grandi insegnamenti evangelici e la genuina vocazione a mettere la propria persona al servizio della missione di evangelizzazione e di santificazione della Chiesa universale.
Offre se stesso per il bene della comunità cristiana, consiglia i Pontefici per le loro encicliche, intesse fraterni rapporti di amicizia con Vescovi, sacerdoti e laici, anticipa e sviluppa i grandi temi della dottrina sociale della Chiesa, promuove le Settimane Sociali, guida la fase di rinascita dell’Azione Cattolica con la presidenza dell’Unione Popolare, media costantemente tra le opposte sensibilità ecclesiali del suo tempo perché si possano sempre realizzare il bene e l’amore nella verità e nella concordia.
E’ uomo di comunione autentica, propria dei cristiani laici che dedicano le loro migliori energie per servire la Chiesa e il Paese con rettitudine, competenza, dedizione e generosità verso tutti. Questa attitudine allo spirito di unità e di condivisione è vissuto anche nella sofferenza, nella fatica, nel dolore patito per talune incomprensioni all’interno delle dinamiche ecclesiali, nella riaffermazione coraggiosa delle sue idee in ambienti ostili, nella disponibilità a servire con rigore e costante umiltà la causa del Vangelo laddove era richiesto il suo contributo di cultura e competenza.
Ritrovare il Toniolo e riscoprire oggi il suo modello di santità laicale, anche in riferimento ad un esempio di vita cristiana spesa al servizio della comunità ecclesiale, significa evidenziare il tema della “speranza creativa” che accetta sino in fondo le sfide del proprio tempo. Questa laicità cristiana è permeata di Dio ma ben viva nella storia, è di comunione, comunicativa, virtuosa, apprezza e considera le altre vocazioni nella Chiesa secondo lo stile del “gareggiare nello stimarsi a vicenda”, dà e chiede amore per tutti e ciascuno.
“Senza la figura di Giuseppe Toniolo sarebbe impossibile comprendere la storia del cattolicesimo sociale e politico in Italia – ha scritto l’arcivescovo Domenico Sorrentino, postulatore della causa di beatificazione e grande studioso del docente trevigiano.
Fu un vero “stratega” della comunione ecclesiale e dell’impegno nella società. Il futuro impegno di Sturzo, De Gasperi ed altri gli è debitore.
Il segreto della sua vita: una intensa spiritualità, da vero laico santo. Lasciò un segno che non si poteva dimenticare. Il resto è storia di oggi e auspicio per il futuro”.
IL PRIMATO DELL’ETICA SULL’ECONOMIA
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“Dell’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche” è il titolo della famosa prolusione tenuta dal professor Toniolo, nell’Università di Padova, il 5 dicembre 1873: si tratta di un testo di riferimento essenziale che spiega tutta l’importanza e l’attualità del pensiero tonioliano, specie rispetto al dibattito odierno legato alla crisi economica e finanziaria a livello internazionale, e alle scelte che negli anni hanno privilegiato la rendita, il profitto e la speculazione finanziaria rispetto alla produzione, al talento, al lavoro, alla sussidiarietà e alla solidarietà fra le persone e gli attori della produzione e dell’impresa.
Nell’insegnamento del Toniolo, espresso da lungo tempo ormai nello stesso Magistero sociale della Chiesa, valgono la centralità della persona e il primato dell’etica sull’economia, un modello di sviluppo sostenibile, efficiente, ordinato e giusto, la collaborazione tra imprenditori e lavoratori nell’interesse dell’impresa, la creazione di cooperative di credito, casse di risparmio, banche popolari e casse rurali cattoliche, l’aiuto concreto per il miglioramento delle condizioni di vita delle classi sociali più povere, a cominciare dalla giusta retribuzione per l’opera svolta, la tutela dei diritti delle donne e dei giovani, il riposo festivo, la limitazione delle ore lavorative, la difesa della piccola proprietà, la libertà di associazione.
Il suo “pensiero-azione” di libertà, giustizia, sussidiarietà e solidarietà si colloca in un tempo di profonde contrapposizioni culturali e sociali, tra fine ‘800 e inizi ‘900, ma la sua visione lungimirante è più che mai attuale, moderna, forte nei principi e valida nelle realizzazioni concrete, come avvenne con le tantissime iniziative di carattere mutualistico e cooperativo – promosse da sacerdoti e laici ai tempi della “Rerum Novarum”, proprio sull’esempio del Toniolo.
“Solamente una finanza, un’economia e un profitto legati all’etica – ha ricordato il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, durante i lavori del Festival della Dottrina Sociale a Verona il 15 settembre 2012 – possono garantire la centralità dell’uomo; l’uomo, infatti, deve essere il fine tanto della finanza, quanto dell’economia, quanto del profitto.
Qui, ai cattolici soprattutto veneti, non può non venire alla mente la figura del beato Giuseppe Toniolo, docente universitario, economista e integerrima figura di laico cristiano che con il suo impegno sociale e politico segnò la vita ecclesiale della fine del diciannovesimo e dell’inizio del ventesimo secolo”.
E’ la proposta di una nuova via in campo economico e sociale, ispirata alla verità e alla giustizia evangelica, di un Beato davvero “provvidenziale” per il nostro tempo.
BEATO GIUSEPPE TONIOLO
Professore di economia politica, fu uno dei maggiori ideologi della politica dei cattolici italiani e uno degli artefici del loro inserimento nella vita pubblica.
Giuseppe Toniolo nasce a Treviso il 7 marzo 1845... Degno sposo e padre di famiglia, professore emerito e apprezzato nell’Università, dirigente e fondatore di opere sociali, scrittore fecondo di economia e sociologia, cristiano tutto d’un pezzo e fedele alla Chiesa, stimato dai pontefici del suo tempo, amico e consigliere del Beato Bartolo Longo, nella fondazione del Santuario e opere annesse di Pompei; morì fra il cordoglio generale, il 7 ottobre 1918 a Pisa.
Il 7 gennaio 1951 fu introdotta la Causa per la sua beatificazione e il 14 giugno 1971 fu emesso il decreto sulle sue virtù con il titolo di ‘venerabile’.
E' stato beatificato a Roma, Basilica San Paolo Fuori le mura, il 29 aprile 2012.
La sua memoria liturgica è stata fissata al 4 settembre, giorno del matrimonio.
Giuseppe Toniolo è uomo di profonda spiritualità cristiana, coltiva il senso dell’ obbedienza alla Gerarchia e dell’autentica comunione ecclesiale, sente in verità e libertà il richiamo dei grandi insegnamenti evangelici e la genuina vocazione a mettere la propria persona al servizio della missione di evangelizzazione e di santificazione della Chiesa universale.
Offre se stesso per il bene della comunità cristiana, consiglia i Pontefici per le loro encicliche, intesse fraterni rapporti di amicizia con Vescovi, sacerdoti e laici, anticipa e sviluppa i grandi temi della dottrina sociale della Chiesa, promuove le Settimane Sociali, guida la fase di rinascita dell’Azione Cattolica con la presidenza dell’Unione Popolare, media costantemente tra le opposte sensibilità ecclesiali del suo tempo perché si possano sempre realizzare il bene e l’amore nella verità e nella concordia.
E’ uomo di comunione autentica, propria dei cristiani laici che dedicano le loro migliori energie per servire la Chiesa e il Paese con rettitudine, competenza, dedizione e generosità verso tutti. Questa attitudine allo spirito di unità e di condivisione è vissuto anche nella sofferenza, nella fatica, nel dolore patito per talune incomprensioni all’interno delle dinamiche ecclesiali, nella riaffermazione coraggiosa delle sue idee in ambienti ostili, nella disponibilità a servire con rigore e costante umiltà la causa del Vangelo laddove era richiesto il suo contributo di cultura e competenza.
Ritrovare il Toniolo e riscoprire oggi il suo modello di santità laicale, anche in riferimento ad un esempio di vita cristiana spesa al servizio della comunità ecclesiale, significa evidenziare il tema della “speranza creativa” che accetta sino in fondo le sfide del proprio tempo. Questa laicità cristiana è permeata di Dio ma ben viva nella storia, è di comunione, comunicativa, virtuosa, apprezza e considera le altre vocazioni nella Chiesa secondo lo stile del “gareggiare nello stimarsi a vicenda”, dà e chiede amore per tutti e ciascuno.
“Senza la figura di Giuseppe Toniolo sarebbe impossibile comprendere la storia del cattolicesimo sociale e politico in Italia – ha scritto l’arcivescovo Domenico Sorrentino, postulatore della causa di beatificazione e grande studioso del docente trevigiano.
Fu un vero “stratega” della comunione ecclesiale e dell’impegno nella società. Il futuro impegno di Sturzo, De Gasperi ed altri gli è debitore.
Il segreto della sua vita: una intensa spiritualità, da vero laico santo. Lasciò un segno che non si poteva dimenticare. Il resto è storia di oggi e auspicio per il futuro”.
IL PRIMATO DELL’ETICA SULL’ECONOMIA
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“Dell’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche” è il titolo della famosa prolusione tenuta dal professor Toniolo, nell’Università di Padova, il 5 dicembre 1873: si tratta di un testo di riferimento essenziale che spiega tutta l’importanza e l’attualità del pensiero tonioliano, specie rispetto al dibattito odierno legato alla crisi economica e finanziaria a livello internazionale, e alle scelte che negli anni hanno privilegiato la rendita, il profitto e la speculazione finanziaria rispetto alla produzione, al talento, al lavoro, alla sussidiarietà e alla solidarietà fra le persone e gli attori della produzione e dell’impresa.
Nell’insegnamento del Toniolo, espresso da lungo tempo ormai nello stesso Magistero sociale della Chiesa, valgono la centralità della persona e il primato dell’etica sull’economia, un modello di sviluppo sostenibile, efficiente, ordinato e giusto, la collaborazione tra imprenditori e lavoratori nell’interesse dell’impresa, la creazione di cooperative di credito, casse di risparmio, banche popolari e casse rurali cattoliche, l’aiuto concreto per il miglioramento delle condizioni di vita delle classi sociali più povere, a cominciare dalla giusta retribuzione per l’opera svolta, la tutela dei diritti delle donne e dei giovani, il riposo festivo, la limitazione delle ore lavorative, la difesa della piccola proprietà, la libertà di associazione.
Il suo “pensiero-azione” di libertà, giustizia, sussidiarietà e solidarietà si colloca in un tempo di profonde contrapposizioni culturali e sociali, tra fine ‘800 e inizi ‘900, ma la sua visione lungimirante è più che mai attuale, moderna, forte nei principi e valida nelle realizzazioni concrete, come avvenne con le tantissime iniziative di carattere mutualistico e cooperativo – promosse da sacerdoti e laici ai tempi della “Rerum Novarum”, proprio sull’esempio del Toniolo.
“Solamente una finanza, un’economia e un profitto legati all’etica – ha ricordato il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, durante i lavori del Festival della Dottrina Sociale a Verona il 15 settembre 2012 – possono garantire la centralità dell’uomo; l’uomo, infatti, deve essere il fine tanto della finanza, quanto dell’economia, quanto del profitto.
Qui, ai cattolici soprattutto veneti, non può non venire alla mente la figura del beato Giuseppe Toniolo, docente universitario, economista e integerrima figura di laico cristiano che con il suo impegno sociale e politico segnò la vita ecclesiale della fine del diciannovesimo e dell’inizio del ventesimo secolo”.
E’ la proposta di una nuova via in campo economico e sociale, ispirata alla verità e alla giustizia evangelica, di un Beato davvero “provvidenziale” per il nostro tempo.