Non è un segreto che mi piaccia lo sport. E se devo scegliere un programma da guardare in televisione scelgo quelli sportivi, tanto ormai la cultura la fanno a mezzanotte e i telegiornali sono inguardabili. Quando ci sono i campionati di pattinaggio artistico o di ginnastica artistica è davvero un piacere ammirare l'eleganza e la grazia con la quale questi sportivi compiono esercizi difficilissimi e molto belli. Finito l'esercizio, la regia ne ritrasmette alcuni passaggi, al rallentatore. La maggior parte delle immagini non sono sugli esercizi che l'atleta ha compiuto bene. La regia insiste invece nel trasmettere due o tre volte quelli che ha compiuto male, gli sbagli. "Guardate tutti bene questo - non importa se ha fatto 9 difficilissimi movimenti perfetti - questo qui l'ha sbagliato!" E questo mi rode.
C'è nella Parola di Dio un versetto meraviglioso che fa proprio al nostro caso. E' un versetto che andrebbe imparato a memoria perché è una chiave che apre la porta alla relazione con Gesù, una relazione fatta di amore. Spesso è un versetto difficile da vivere. E' Efesini 4,29: «Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano».
Dio dice: "Smettila di fare quei discorsi che demoliscono gli altri... comincia invece a dire cose che costruiscano verso di loro stima e benevolenza". Sarebbe interessante trasmettere la registrazione delle tue conversazione degli ultimi due giorni quello che hai detto ai tuoi figli, al tuo coniuge, forse ai tuoi genitori, ai tuoi colleghi o ai tuoi amici. Le ricerche condotte in proposito, mostrano che per una idea negativa che riceviamo su una cosa, ce ne vogliono sette di positive per riportare l'equilibrio a zero. Sette a uno - la "par condicio" tra il parlar bene degli altri e il parlar male degli altri. Se trasmettiamo la registrazione delle tue conversazioni, che percentuale ci sarebbe?
Troppo spesso noi siamo come certe regie dei programmi sportivi - continuiamo a ripetere non ciò che gli altri hanno di positivo e fanno bene, ma i loro errori... i loro difetti... le loro confusioni. Quei ginnasti o quelle pattinatrici hanno fatto almeno il 95% delle cose bene, ma regia e telecronisti insistono nel commentare quello che hanno sbagliato. Sei anche tu uno di quelli? Sei di quelli che feriscono coloro che ami... o uno che li incoraggia? Dio dice che non dovremmo lasciar uscire dalla nostra bocca «nessuna parola cattiva».
In alcune case, sul portone, c'è un cartello dove c'è scritto "Attenti al cane". Cosa c'è scritto sulle tue labbra? Mi domando cosa pensano di te quelli che ti conoscono quando ti sentono parlare. Magari la maggior parte delle tue conversazioni è sul mettere in evidenza il negativo degli altri. Allora chi ti conosce ti appiccica addosso (ma non te lo dicono) un cartello con la scritta: "Qui si sputa veleno".
Forse è arrivato il momento di dare una ripulita alle tue conversazioni. Non da parolacce o discorsi sporchi - spero proprio che non ci siano. Ma da commenti negativi, dalle parole che demoliscono, da frasi che distruggono la gioia e la confidenza delle persone di cui parli. Forse sono anche persone che stimi e che ami. Essi hanno bisogno che tu parli bene di loro... che dica le cose che fanno giuste... del positivo che tu vorresti che facessero ancora di più. Innaffia ciò che vorresti veder sbocciare. Se vedi qualcosa migliorare in loro o almeno il loro sforzo, diglielo. Cercheranno di fare ancora meglio.
Il mondo è pieno di gente che continua a divulgare gli errori degli altri. Ma i discepoli di Gesù sono chiamati a qualcosa di meglio, a esaminare ogni loro conversazione alla luce di questa domanda: "Quello che ora dico costruirà o demolirà quella persona?" Così, quando ti troverai a dover sottolineare qualche loro sbaglio, essi sapranno che viene davvero da qualcuno che li apprezza e vuole il loro bene.
Puoi cambiare in meglio la giornata di qualcuno oggi... forse anche la sua vita, se scegli di trasmettere le cose belle che sa fare.