B U O N S A N T O N A T A L E 2 0 2 1 E S E R E N O A N N O N U O V O
Caro fratello, cara sorella, se le tue mani ti sembrano vuote, se vedi il tuo cuore povero di amore, questo gorno è per te. È apparsa la grazia di Dio per risplendere nella tua vita. Accoglila e brillerà in te la luce del Natale».
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Ecco Gesù viene, è alla porta.
Apriamoci all'effusione del suo Amore e faccia del nostro cuore la sua dimora. Lo sguardo amorevole di Maria madre di Gesù e madre nostra, ci accompagni ogni giorno del nuovo anno. Auguri a te e famiglia! Paolo NOVELLA NATALIZIA
MANI VUOTE, MANI PIENE «Una graziosa leggenda narra che, alla nascita di Gesù, i pastori accorrevano alla grotta con vari doni. Ciascuno portava quel che aveva, chi i frutti del proprio lavoro, chi qualcosa di prezioso. Ma, mentre tutti si prodigavano con generosità, c’era un pastore che non aveva nulla. Era poverissimo, non aveva niente da offrire. Mentre tutti gareggiavano nel presentare i loro doni, se ne stava in disparte, con vergogna. A un certo punto San Giuseppe e la Madonna si trovarono in difficoltà a ricevere tutti i doni, tanti, soprattutto Maria, che doveva reggere il Bambino. Allora, vedendo quel pastore con le mani vuote, gli chiese di avvicinarsi. E gli mise tra le mani Gesù. Quel pastore, accogliendolo, si rese conto di aver ricevuto quanto non meritava, di avere tra le mani il dono più grande della storia. Guardò le sue mani, quelle mani che gli parevano sempre vuote: erano diventate la culla di Dio. Si sentì amato e, superando la vergogna, cominciò a mostrare agli altri Gesù, perché non poteva tenere per sé il dono dei doni. |
RIFLESSIONE NATALIZIA
NASCE PER TE, VIVI PER LUI
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.
Mentre si trovavano in quel luogo. Il tuo luogo, quello che stai vivendo, non quello che vorresti. Il luogo delle tue fatiche relazionali, delle tue sofferenze, il luogo delle piccole e grandi gioie, il luogo dove vivi la noia e la tristezza. Il Figlio di Dio viene ad abitare questo tuo luogo, non un altro: il tuo, adesso.
Si compirono per lei i giorni del parto. Siamo spesso di corsa, con mille cose da fare e da pensare nel tempo minore possibile, e corriamo, ci affanniamo, sbuffiamo. Dio invece, arriva al momento opportuno, non un attimo prima, non uno dopo: lui che ci ha fatto sa quanto dura la gestazione e dopo 9 mesi eccolo lì, pronto a nascere, pronto a vivere.
Seguono tre azioni, che esprimono tutta la tenerezza e la cura di Maria e Giuseppe verso il bimbo che è nato. Maria dà alla luce il Figlio che Dio Padre ha donato, lo fa nascere, gli permette di vivere, di respirare, non lo trattiene egoisticamente per sé. Le fasce sono simbolo delle cura, della dedizione, dell'amore verso il proprio figlio. Le fasce sono anche questa umanità da Lui assunta, che stringono la carne del Verbo, e stringendo costringono Dio a vivere il nostro mondo esattamente come ogni essere umano.
Anche la mangiatoia è un segno di amore: il luogo meno sporco, più riparato, meno in basso... Maria e Giuseppe accolgono il Dio dei cieli in una povero rudere, eppure non smettono di prodigarsi per rendere la sua vita più dignitosa possibile. Sarà proprio questa la vocazione del Figlio: ridare dignità, sollevare, fasciare gli ammalati, dare pace ai cuori straziati. Luce, fasce e mangiatoia sono l'umanità che accoglie il Verbo in modo consapevole, pur nella povertà delle risorse, con una donazione totale.
C’ erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. L’ angelo disse loro: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Stavano lavorando i pastori. Persone povere ed estremamente semplici, vegliavano nel freddo della notte. Loro sono i primi a ricevere l'annuncio della nascita, i primi a vedere il bambino, dopo Maria e Giuseppe. Loro lo vedono nato, avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. Proprio questo è il segno che l'angelo consegna loro. Proprio la santa umanità del Signore è il segno per la nostra fede. Più ci discostiamo dall'umanità, più ci allontaniamo da Dio, che ha scelto, tra infiniti modi a sua disposizione, quello più vicino all'esperienza concreta di tutti gli esseri umani, di qualsiasi luogo e tempo.
Anche l'angelo ribadisce il qui ed ora: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore; non altrove, non domani, ma qui ed ora, perché Dio è presente qui, adesso. Al qui ed ora viene aggiunto "per voi", per te, non per l'umanità, per il mondo, no: per voi, per te. Dio si relaziona sempre in modo personale e individuale, e a questo vieni chiamato: non preghi un Dio che non sai bene chi sia, dove sia e cosa pensi. Gesù Cristo ti mostra il suo volto, il volto del Padre, ti fa vedere chi è Dio, ti manifesta il suo nome, ti fa entrare nella vita della Trinità..
Per questo Natale prego e auguro a tutti noi che si intensifichi la relazione con Dio, che diventi umana, tangibile, concreta e pratica. In fondo è questo il motivo per cui il Verbo si è fatto carne: essere riconosciuto nella tua carne e con la tua carne, con la tua umanità essere il dono più grande per Lui, come Lui lo è per te.
Buon Natale del Signore!
NASCE PER TE, VIVI PER LUI
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.
Mentre si trovavano in quel luogo. Il tuo luogo, quello che stai vivendo, non quello che vorresti. Il luogo delle tue fatiche relazionali, delle tue sofferenze, il luogo delle piccole e grandi gioie, il luogo dove vivi la noia e la tristezza. Il Figlio di Dio viene ad abitare questo tuo luogo, non un altro: il tuo, adesso.
Si compirono per lei i giorni del parto. Siamo spesso di corsa, con mille cose da fare e da pensare nel tempo minore possibile, e corriamo, ci affanniamo, sbuffiamo. Dio invece, arriva al momento opportuno, non un attimo prima, non uno dopo: lui che ci ha fatto sa quanto dura la gestazione e dopo 9 mesi eccolo lì, pronto a nascere, pronto a vivere.
Seguono tre azioni, che esprimono tutta la tenerezza e la cura di Maria e Giuseppe verso il bimbo che è nato. Maria dà alla luce il Figlio che Dio Padre ha donato, lo fa nascere, gli permette di vivere, di respirare, non lo trattiene egoisticamente per sé. Le fasce sono simbolo delle cura, della dedizione, dell'amore verso il proprio figlio. Le fasce sono anche questa umanità da Lui assunta, che stringono la carne del Verbo, e stringendo costringono Dio a vivere il nostro mondo esattamente come ogni essere umano.
Anche la mangiatoia è un segno di amore: il luogo meno sporco, più riparato, meno in basso... Maria e Giuseppe accolgono il Dio dei cieli in una povero rudere, eppure non smettono di prodigarsi per rendere la sua vita più dignitosa possibile. Sarà proprio questa la vocazione del Figlio: ridare dignità, sollevare, fasciare gli ammalati, dare pace ai cuori straziati. Luce, fasce e mangiatoia sono l'umanità che accoglie il Verbo in modo consapevole, pur nella povertà delle risorse, con una donazione totale.
C’ erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. L’ angelo disse loro: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Stavano lavorando i pastori. Persone povere ed estremamente semplici, vegliavano nel freddo della notte. Loro sono i primi a ricevere l'annuncio della nascita, i primi a vedere il bambino, dopo Maria e Giuseppe. Loro lo vedono nato, avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. Proprio questo è il segno che l'angelo consegna loro. Proprio la santa umanità del Signore è il segno per la nostra fede. Più ci discostiamo dall'umanità, più ci allontaniamo da Dio, che ha scelto, tra infiniti modi a sua disposizione, quello più vicino all'esperienza concreta di tutti gli esseri umani, di qualsiasi luogo e tempo.
Anche l'angelo ribadisce il qui ed ora: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore; non altrove, non domani, ma qui ed ora, perché Dio è presente qui, adesso. Al qui ed ora viene aggiunto "per voi", per te, non per l'umanità, per il mondo, no: per voi, per te. Dio si relaziona sempre in modo personale e individuale, e a questo vieni chiamato: non preghi un Dio che non sai bene chi sia, dove sia e cosa pensi. Gesù Cristo ti mostra il suo volto, il volto del Padre, ti fa vedere chi è Dio, ti manifesta il suo nome, ti fa entrare nella vita della Trinità..
Per questo Natale prego e auguro a tutti noi che si intensifichi la relazione con Dio, che diventi umana, tangibile, concreta e pratica. In fondo è questo il motivo per cui il Verbo si è fatto carne: essere riconosciuto nella tua carne e con la tua carne, con la tua umanità essere il dono più grande per Lui, come Lui lo è per te.
Buon Natale del Signore!