ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA - RITO ROMANO Grado della Celebrazione: SOLENNITÀ Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO di don Paolo Zamengo La liturgia ci propone due testi molto belli, uno dall’Apocalisse e l’altro dal vangelo di Luca, e c’è un filo rosso che li lega. L’Apocalisse è il tentativo di leggere la storia con lo sguardo di Dio. C’è un drago che sembra trascinare le stelle del cielo e farle precipitare sulla terra con il suo potere distruttivo. Che nome diamo a questo drago e alle sue forze che sembrano sbranare il bambino che la donna ha generato? Il figlio viene rapito verso Dio che prepara per la donna un rifugio. Forse il messaggio è questo: non vincono i disegni dei potenti, non vince l’arroganza, non vince la morte. L’assunzione di Maria sembra ricordare a noi che, con occhi smarriti, assistiamo alle vicende inquiete del nostro tempo, che la morte di Gesù ha sconfitto il drago. Il vangelo ci parla della visita che Maria fa a Elisabetta che tutti ritenevano lontana dal poter generare vita, eppure è già al sesto mese. È in attesa, come lei, anche Maria, con il suo grembo giovane abitato da una promessa. Il centro del mondo sembra quel villaggio di cui non è detto il nome, quella casa, quella porta, quelle due donne abbracciate. Due donne, non ci sono uomini. Non c’è Giuseppe. Maria è salita da sola per quella montagna. Zaccaria, il marito di Elisabetta, è fuori causa, è muto per non aver creduto. E il vangelo di Luca racconta le parole di queste due donne sulla porta, due donne abitate dallo Spirito che si scambiano i pensieri del cuore. Elisabetta pronuncia una benedizione, “Maria colma di Spirito santo” e lo dice “a gran voce”, come avessero dovuto sentirla anche le pareti di casa, sentirla tutti. E parlò guardando Maria negli occhi. “Beata perché hai creduto all’adempimento di ciò che il Signore ha detto”. Elisabetta che aveva visto un marito diventare muto perché non aveva creduto, ora non poteva non dire la sua ammirazione per Maria che aveva creduto, che aveva aperto con fiducia la sua porta a Dio. La cosa più importante era ed è dare credito a Dio. È la vera beatitudine di Maria, e di ognuno di no, dare fiducia a Dio e alla sua parola. Maria risponde con il canto, il Magnificat. Dovremmo ripercorrerlo pensando che a pronunciare quelle parole era stata un ragazza, senza corone in testa, con la fatica della montagna ancora nel fiato, lei che si considerava piccola, stupita di Dio che aveva avuto un pensiero per lei. Ha guardato, disse, la sua piccola serva. Ma i piccoli hanno dentro una forza incredibile che è la loro fiducia in Dio. E così la ragazza di Nazareth cantò a Dio e alla sua forza. Canta a un Dio che “ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, che ha rovesciato i potenti dai troni , ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote”. E l’azione di Dio non riguarda solo il futuro, quando a essere sottomessa sarà la morte. Riguarda anche il presente: ha disperso, ha rovesciato, ha innalzato, ha ricolmato, ha rimandato. Il cielo futuro sì, ma anche la terra, oggi. La ragazza di Nazareth legge la storia con gli occhi di Dio. Dio prenderà gli umili e li porterà in alto. Oggi sappiamo chi Dio ha portato in alto: Maria assunta in cielo. LITURGIA DELLA PAROLA - MESSA DELLA VIGILIA Colletta O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà della beata Vergine Maria l’hai innalzata alla sublime dignità di Madre del tuo Figlio unigenito fatto uomo e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile, per sua intercessione fa’ che, salvati per il mistero della tua redenzione, possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2 Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa In quei giorni, Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i levìti. I figli dei levìti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei levìti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia. Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore. SALMO RESPONSORIALE - Sal 131 Rit. Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, l’abbiamo trovata nei campi di Iàar. Entriamo nella sua dimora, prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. Rit. I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi fedeli. Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato. Rit. Sì, il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza: «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l’ho voluto». Rit. SECONDA LETTURA - 1Cor 15,54-57 Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! VANGELO – Lc 11,27-28 Beato il grembo che ti ha portato! In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». LITURGIA DELLA PAROLA - MESSA DEL GIORNO Colletta Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - Ap 11,19; 12,1-6.10 Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo». SALMO RESPONSORIALE - Sal 44 Rit. Risplende la regina, Signore, alla tua destra Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. Rit. Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. Rit. Il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio. Rit. Dietro a lei le vergini, sue compagne, condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re. Rit. SECONDA LETTURA - 1Cor 15,20-26 Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. VANGELO - Lc 1,39-56 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. |
Ave Maria...
O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, noi sappiamo che il tuo sguardo, che maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia ora in Cielo alla vista dell'umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell'anima tua, nel contemplare faccia a faccia l'adorabile Trinità, fa sussultare il tuo cuore di beatificante tenerezza; noi, poveri peccatori a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima, Ti supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo fin da questa nostra vita terrena a gustare Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature.
Ave Maria...
O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, noi confidiamo che le tue pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che tu senta la voce di Gesù dirti di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: «Ecco il tuo figlio»; noi, che Ti invochiamo nostra Madre, Ti prendiamo come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale.
Ave Maria...
O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, noi abbiamo la vivificante certezza che i tuoi occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgano ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, all'oppressione dei giusti e dei deboli; noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal tuo celeste lume e dalla tua dolce pietà, sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria.
Ave Maria...
O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, noi crediamo infine che nella gloria dove regni vestita di sole e coronata di stelle Tu sia, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; da questa terra dove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di Te, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza. Attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.
Ave Maria...
O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.
Salve, o Regina..
(Papa Pio XII il 1 novembre 1950, nel giorno della dichiarazione del Dogma)