X DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO ================================================= Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO da Il settimanale di Padre Pio La pagina del Vangelo di Marco che abbiamo ascoltato ci offre diversi elementi di riflessione; diversi ma tutti ugualmente preziosi. In primo luogo, ci parla della grande attività di Gesù: le giornate sue e degli apostoli erano così piene, che talvolta non potevano neppure prendere cibo (Mc 3,20). Anche quando cerca di rifugiarsi in una casa amica per poter attendere con tranquillità alla formazione dei discepoli che gli sono più vicini e più cari, la "folla" non gli dà pace e lo assilla. Come si vede, il Signore non risparmia le sue fatiche e si applica al suo impegno con totale abnegazione. Qual è il fine di tutto questo darsi da fare? Che cosa è venuto a fare nel mondo? Qual è ancor oggi il compito di Gesù che vive nella sua Chiesa? È venuto ad assicurare il pane a tutti? Noi sappiamo che si è preoccupato anche del pane, e due volte l'ha moltiplicato per sfamare la gente. Ma non è questo lo scopo diretto della missione evangelica. È venuto a guarire i malati? Sì, ne ha guariti molti, ma non li ha guariti tutti, perché non a questo il Padre l'ha mandato nel mondo È venuto a portare la giustizia sociale? Certo, predicando la paternità universale di Dio e insegnando che tutti gli uomini sono fratelli, egli ha introdotto nella storia il principio più efficacemente rivoluzionario contro tutte le disuguaglianze arbitrarie. Ma non ha avuto come mira primaria di dare agli uomini ordinamenti politici migliori e strutture meno inique. Il Figlio di Dio non è venuto sulla terra né per assicurarci il benessere materiale né per garantirci la salute fisica né per darci una società terrena più giusta. Questi sono tutti traguardi legittimi, che i cristiani si adopereranno di conseguire secondo le loro concrete possibilità, perché essi devono rendere operante in tutti i campi la legge dell'amore verso gli altri e dell'attenzione verso le necessità di tutti i membri della famiglia umana. Ma non è diretto programma né di Cristo né della sua Chiesa risolvere i problemi che sono propri di chi è preposto alla vita civile. Il Signore Gesù è invece venuto tra noi per combattere e vincere il grande nemico dell'uomo, che è il demonio, padre della menzogna e istigatore del peccato. Contro la menzogna, a Cristo e alla Chiesa spetta di far conoscere in tutti i modi le verità eterne; solo la verità che ci viene da Dio può dar significato alla nostra esistenza; solo la verità che ci viene da Dio salva dalla delusione e dalla disperazione, sempre in agguato sulla strada della vita; solo la verità che ci viene da Dio ci indica come dobbiamo comportarci per non andare perduti. Poiché il demonio vuole la nostra morte spirituale, a Cristo e alla Chiesa spetta di lottare contro il male che c'è nel nostro cuore, di offrire i mezzi di grazia che aiutano la nostra debolezza, di far ritornare la pace negli animi con la certezza della misericordia del Padre e del perdono che egli dà sempre a chi ha il cuore pentito. L'INCOMPRENSIONE DEL MONDO E' IL DESTINO DI OGNI VERO CRISTIANO Questo brano poi è interessante perché ci fa conoscere quale giudizio davano di Cristo alcuni suoi contemporanei. Senza dubbio, gli uomini semplici erano affascinati dalla sua figura e non si stancavano di ascoltare le sue parole di luce. Ma c'era anche chi lo giudicava male: per esempio, i suoi parenti e i dottori della legge venuti da Gerusalemme. I parenti dicevano: È fuori di sé (Mc 3,21), e cercavano di prenderlo e di toglierlo dalla circolazione. Gli scribi davano lo stesso giudizio, ma con una versione, per così dire, "teologica", e dicevano: È posseduto da uno spirito immondo (Mc 3,30). Il discepolo vero e coerente di Cristo non dovrà allora meravigliarsi se riceverà le stesse incomprensioni che non sono state risparmiate al suo Maestro. Chi sta col Vangelo senza sconti e senza attenuazioni, e perciò parla di distacco dai beni, di valore della castità, di amore disinteressato, di matrimonio indissolubile, di assoluta onestà negli affari, di perdono di nemici, di sofferenza accettata dalle mani di Dio, costui apparirà necessariamente al mondo di oggi come un personaggio strano, sprovveduto, pazzo. San Paolo scrive che è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione (1 Cor 1,21); e di sé afferma: Noi siamo stolti a causa di Cristo (1 Cor 4,10). Dovremo tenerlo presente, quando ci sentiremo suggerire che bisogna adattare la religione agli usi e costumi del mondo moderno. Il problema non è questo: non si tratta di trovare un cristianesimo che si adatti alla testa dell'uomo di oggi; si tratta piuttosto di trovare all'uomo di oggi una testa che vada bene per il messaggio di Cristo. IL BENE MALIZIOSAMENTE INTERPRETATO COME MALE Il parere degli scribi su Gesù ci appare particolarmente odioso: gli stessi fatti straordinari con cui il Salvatore combatte il regno di Satana (per esempio, la guarigione degli indemoniati) vengono letti come una prova che egli è alleato di Satana. I segni della sua bontà e della sua pietà nei nostri confronti sono visti come segni della sua diabolica malvagità. Talvolta càpita così anche con la Chiesa: la sua ansia di salvare l'uomo è interpretata come un desiderio di interferenza e di dominio; il primato dato al culto di Dio come una alienazione e una fuga dalle responsabilità terrene; la sua passione per la verità come intransigente durezza, ecc. Ma questa - ci dice oggi il Signore - è la bestemmia contro lo Spirito Santo, per la quale non c'è remissione. E vuol dire: chi prende per male ogni manifestazione del bene, getta via l'unica tavola di salvezza che di fatto gli è data. UNA RELAZIONE PIU' FORTE DEI VINCOLI DI SANGUE Un giorno vengono da Gesù sua madre e i suoi parenti per parlare con lui. Ed egli risponde in un modo che ci sconcerta. Ma è perché vuole impartirci una lezione particolarmente importante. E la lezione è questa. Per entrare in relazione stretta con lui - più stretta di quella dei vincoli del sangue - sono necessarie due cose: innanzitutto, diventare sul serio suoi discepoli, cioè porsi in ascolto attento e appassionato della parola di Dio: chi bada alle chiacchiere degli uomini non può arrivare ad attingere la parola di verità e sperare di vivere autenticamente da cristiano; in secondo luogo, compiere la volontà del Padre, cioè accogliere come norma e unica ispirazione della nostra condotta ciò che Dio desidera da noi e ci manifesta: ci manifesta nella sua legge, nei suoi consigli di perfezione, negli avvenimenti della nostra vita. Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre! (Mc 3,35). LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno B) O Padre, che hai mandato il tuo Figlio a liberare l'uomo dal potere di satana, alimenta in noi la fede e la libertà vera, perché, aderendo ogni giorno alla tua volontà, partecipiamo alla vittoria pasquale di Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - Gen 3,9-15 Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna [Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». SALMO RESPONSORIALE - Sal 129 Rit. Il Signore è bontà e misericordia Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Rit. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Rit. Io spero, Signore; spera l’anima mia, attendo la sua parola. L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. Rit. Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. Rit. SECONDA LETTURA - 2Cor 4,13-5,1 Crediamo, perciò parliamo Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne. Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. VANGELO - Mc 3,20-35 Satana è finito In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». |
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