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La Liturgia di Domenica 9 Febbraio 2025

9/2/2025

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V DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
​COMMENTO AL VANGELO di don Lucio D'abbraccio
​La parola del Signore che ci viene offerta nelle tre letture di questa quinta domenica del tempo ordinario ci presenta tre vicende che gli studiosi chiamano: racconti di vocazione, ossia chiamata.
La prima lettura è il racconto della vocazione di Isaia. La chiamata di Isaia, vissuto nell' 8° secolo avanti Cristo, viene descritta in modo solenne e mette in evidenza la santità di Dio, dinanzi al quale ogni persona è «dalle labbra impure» e ha bisogno di essere purificata col «carbone ardente preso dall' altare», per sentirsi ripetere: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Anche Pietro, ci dice l'evangelista Luca, dinanzi alla potenza di Gesù nella pesca prodigiosa, esclama: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Dinanzi a Cristo che si è rivelato anche a lui Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, dichiara: «Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio».
Di fronte al Signore che fa irruzione nella nostra vita, che ci sceglie, che ci chiama, che ci invia per una missione, non possiamo non sentire la nostra pochezza, i nostri limiti, i nostri peccati. Questa constatazione non ci impedisce di rispondere come Isaia: «Eccomi, manda me!», oppure ripetere il gesto dei discepoli, che lasciarono tutto e seguirono Gesù.
Per compiere la missione alla quale il Signore ci destina è necessaria la nostra risposta di persone libere e consapevoli, ma l'iniziativa è sempre di Dio, che appare a Isaia, che ferma Saulo sulla via di Damasco, che dice a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». È la parola di Dio fatta carne in Cristo che chiama e, mentre chiama, trasforma e rende capaci di dare una risposta generosa e incondizionata. Alla richiesta che appare insensata - Simone e i suoi compagni hanno faticato tutta la notte senza pescare nulla e per di più sanno bene che si pesca poco in pieno giorno - Pietro mette da parte le sue certezze e risponde senza indugio: «sulla tua parola getterò le reti». È un'affermazione straordinaria, che esprime l'essenziale della fede cristiana: un'adesione fiduciosa e profonda a Gesù, un'obbedienza alla sua parola. È la parola di Gesù che trasforma i pescatori del lago di Cafarnao in pescatori di uomini. Luca annota dicendo che Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Pietro da pescatore di pesci deve diventare pescatore di persone, capace cioè di condurre uomini e donne al Signore. E questa promessa gli viene rivolta proprio mentre egli confessa la propria inadeguatezza, a riprova di come solo grazie all' adesione al Signore egli potrà scacciare ogni paura e compiere ciò che alle sue forze sarebbe impossibile.
Il racconto evangelico si conclude con un'annotazione che, nella sua brevità, può riassumere il senso di un'intera vita: i tre pescatori «tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono». Quegli uomini che dicono «sì» a Gesù e lo seguono rinunciano al loro lavoro, abbandonano la famiglia e la casa. Il loro «sì» comporta delle rinunce che Pietro, Giacomo e Giovanni - e tutti coloro che dicono «sì» al Signore - hanno vissuto con gioia perché hanno accettato liberamente di non anteporre nulla all' amore di Cristo, hanno deciso di «stare con lui» (cfr (Mc 3, 14) nella certezza che «il suo amore vale più della vita» (cfr Sal 63, 4).
Ci sono dei momenti nella nostra vita in cui Dio si rivela anche a noi, ci chiama a seguirlo, non in modo spettacolare ma nei modi più diversi. Tutti, dunque, siamo chiamati a seguire il Signore. Sta a noi riconoscere la sua voce, discernere i segni della sua volontà. È nell' ascolto della sua Parola, nella contemplazione, nella preghiera, che ci rendiamo pronti e disponibili ad accogliere la sua chiamata, che non è riservata a pochi eletti - la vocazione non è riservata ai soli sacerdoti, ai religiosi e alle religiose -, ma è rivolta a tutti, anche se per missioni e servizi diversi. Dio chiama per affidare un compito, per coinvolgerci nel suo progetto di salvezza. La risposta dei profeti e degli apostoli a volte è immediata, gioiosa, altre volte è titubante, perplessa, ma tutti, alla fine, dicono il loro «eccomi».
Come ci comportiamo noi di fronte alla scelta e alla chiamata del Signore che ci vuole impegnati nel suo servizio e nel servizio ai fratelli, sia nella comunità ecclesiale che in quella civile? Sappiamo fidarci veramente della parola del Signore? Oppure ci lasciamo scoraggiare dai nostri fallimenti? Siamo pronti a seguirlo?
Ci aiuti la Vergine Maria a rispondere generosamente alla chiamata del Signore e a comprendere sempre più che essere discepoli significa mettere i nostri piedi sulle orme lasciate dal Maestro: sono le orme della grazia divina che rigenera vita per tutti.

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​LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia,
Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza
è la grazia che viene da te
aiutaci sempre con la tua protezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta (Anno C) 
O Dio, tre volte santo,
che hai scelto gli annunciatori della tua parola
tra uomini dalle labbra impure,
purifica i nostri cuori con il fuoco della tua parola
e perdona i nostri peccati con la dolcezza del tuo amore,
così che come discepoli seguiamo Gesù,
nostro Maestro e Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Is 6,1-2.3-8
Eccomi, manda me!

​Dal libro del profeta Isaìa

Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria».
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:
«Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato».
Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
​
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE - Sal 137
Rit. Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. Rit. 

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. Rit. 

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore! Rit. 

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. Rit. 

SECONDA LETTURA - 1Cor 15,1-11
Così predichiamo e così avete creduto

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Parola di Dio

oppure
SECONDA LETTURA Forma breve - 1Cor 15, 3-8.11
Così predichiamo e così avete creduto

​Dalla lettera prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
​
Parola di Dio

VANGELO - Lc 5,1-11
Lasciarono tutto e lo seguirono

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
​
Parola del Signore
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