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La Liturgia di Domenica 6 Ottobre 2024

6/10/2024

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OTTOBRE: 
MESE DEDICATO ALLA RECITA DEL SANTO ROSARIO

Ottobre è comunemente chiamato il Mese del Rosario perché il giorno 7 viene celebrata la memoria della Beata Maria Vergine del Rosario.        
Il Santo Rosario è chiamato “Salterio della beatissima Vergine Maria”. Questo modo di pregare Dio consiste nel lodare la beatissima Vergine ripetendo il saluto angelico 150 volte, quanti sono i salmi del salterio di David, interponendo ad ogni decina il “Padre nostro” con meditazioni illustranti l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo.     
Sorto all’inizio del secolo XII, il Rosario si è diffuso in tutta la Chiesa arricchito da numerose indulgenze, compagno fedele di tutti i cristiani che vogliono condurre seriamente la loro vita.
San Giovanni Paolo II ha pubblicamente dichiarato di preferire la preghiera del Santo Rosario a qualunque altra non liturgica. Egli ha anche felicemente arricchito i Misteri tradizionali con quelli della Luce che culminano con il mistero della istituzione dell'Eucaristia. Quanta luce entra nel cuore e nella vita con questo augusto Sacramento!

TU HAI LA CORONA DEL SANTO ROSARIO? LA RECITI IN FAMIGLIA, O CON L’ASSEMBLEA DEI FEDELI, O ALMENO DA SOLO?          
In questo mese, trova un po’ di tempo, meglio se ogni giorno, per pregare il Rosario. Semina, durante la giornata tante “Ave Maria” dovunque ti trovi. Incarica il tuo “Angelo custode” di raccoglierle per farne una corona d’amore per la Regina del cielo e della terra, una catena di salvezza per le anime infelici e sbandate a causa del peccato, una forza di sostegno per i missionari che dedicano la vita alla predicazione del Vangelo nel mondo. Essi lo fanno anche a nome tuo, perché nessun battezzato si può sottrarre alla missione di “annunciare la buona novella di salvezza”.


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XXVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VERDE
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
​

Questa pagina di vangelo inizia male: i farisei pongono una domanda a Gesù, e fin qui tutto ok, ma il male è già avvenuto, perché quella posta è una domanda sgambetto, a loro non interessa la risposta, quanto poter usare le parole di Gesù contro di Lui. Chiedono una norma che già sanno, tanto che Gesù risponde con un'altra domanda, per farli uscire allo scoperto e metterli davanti a se stessi; allo sgambetto il Maestro risponde con un invito alla verità e alla trasparenza. Loro chiedono se è permessa la separazione, Gesù li invita all'unità, non solo della coppia, ma dell'essere umano con se stesso. La domanda di Gesù è un tentativo di tornare a un'unità della persona, come a dire: Perché chiedete a me? Non avete la legge di Mosè?

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 

I farisei chiedono di separare, Gesù di unire, e per farlo torna al momento solenne della creazione, ben prima di Mosè. Il progetto di Dio sull'uomo e sulla donna è un progetto di comunione, non di separazione. La prescrizione di Mosè è una concessione, come conseguenza della sclerocardìa, cioè la durezza di cuore, che in quanto muscolo necessita di continuo movimento e allenamento, altrimenti si atrofizza e muore. Questa indisponibilità ad amare e a lasciarsi amare genera morte dentro e fuori di sé. Al contrario, se il mio cuore diventa dono, sarà il campo fecondo dell'amore, sempre, in qualsiasi situazione e relazione, inclusa quella di coppia. L'uomo non divida: non frammenti l'opera di Dio, non frammenti se stesso, ma miri all'unità, all'unicità, nei sentimenti, nel pensiero, nelle azioni.

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio.

Un bel quadretto, Gesù coi bambini, viene rovinato dall'eccessivo zelo dei discepoli. I bambini disturbano, fanno chiasso, piangono, sporcano, fanno i capricci, in una parola: sono bambini. Il Maestro non deve essere disturbato, avranno pensato, e scatta la catena umana per preservarlo da qualsivoglia molestia. Gesù, ci dice il vangelo, si indignò, un atteggiamento che esprime nervosismo, collera, ma se  il verbo greco è "soffrì curvo" e possiamo tradurre così: "Gesù si piegò in due dal dolore", un dolore immenso che colpisce il Maestro allontanato dai piccoli. Questo dolore del Maestro ci dice la sua profonda sensibilità e tutto il suo amore per chi è piccolo, per chi è uno, come i bambini, che non indossano maschere, che non dissimulano, che sanno essere se stessi sempre, anche a costo di rimproveri plateali. A chi è così appartiene il Regno di Dio.

Appartenere: può sembrare un verbo di possesso, ma il Regno non è tascabile, fuori di noi: sei tu, sono io, il Regno di Dio è chiunque si lascia appartenere dall'amore di Dio, e in nome di questo Amore mette tutta la sua vita a disposizione del Regno, sottraendo se stesso alle mani avide dell'egoismo.

In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».

L'accoglienza è la chiave del Regno! Come accoglie un bambino? Senza finzioni, senza 'ni', senza doppie facce. Un bimbo accoglie l'altro per quello che è, non si attende nulla, e lui stesso si offre così com'è. Questa accoglienza così pura e cristallina aprirà le porte del Regno, qui su questa terra e poi in Cielo.

E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Il dolore curvo di Gesù viene lenito dalla gioia dei bimbi: li prende tra le braccia, li abbraccia, impone le mani, tutti gesti di protezione, di cura, di tutela. Essere bambini ci rende "abbracciabili" da Gesù, e il suo amore può fluire liberamente in noi.

Apparentemente il vangelo di oggi contiene due argomenti: "l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto" e "chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso", ma in realtà sono le due facce della stessa medaglia. Dio è unità, e avendoci creati a sua immagine, anche noi in origine siamo unici, poi lungo il percorso della vita può succedere di frammentare i nostri intenti, spaccare la nostra unicità, disperdere le nostre energie. Ecco che Gesù ci dà la soluzione: tornare come bambini, unici, senza filtri e veri. Questa nuova creazione dipende da ognuno di noi, che si mette nelle mani del vasaio per essere nuovamente plasmato, ripulito, modellato secondo il progetto originale che il Padre da sempre sogna e realizza in ciascuno: essere creatura unica e irripetibile, un'icona vivente del Regno.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
oltre ogni desiderio e ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta (Anno B)
O Dio, che hai creato l'uomo e la donna
perché i due siano una carne sola,
dona loro un cuore sempre fedele,
perché nella santità dell'amore
nulla separi quello che tu stesso hai unito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Gen 2,18-24
I due saranno un’unica carne

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.

SALMO RESPONSORIALE - Sal 127
Rit. Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.
 
La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa. R.
 
Ecco com'è benedetto
l'uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion. R.
 
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele! R.

SECONDA LETTURA - Eb 2,9-11
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine

Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.

VANGELO - Mc 10,2-16
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

oppure:
VANGELO Forma breve - Mc 10, 2-12
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
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