XVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO ------------------------------------------------------------------------------------- Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: VERDE COMMENTO AL VANGELO di Luca Rubin Lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Il primo riferimento è una folla che segue Gesù: la folla lo vede, o per essere più precisi e aderenti al testo, la folla vede i segni da Lui compiuti sui malati, e quindi lo segue. Segni, miracoli, prodigi, guarigioni: non sono sinonimi, men che meno nel quarto vangelo; i segni sono azioni che il Signore compie con lo scopo di rivelare chi Lui è. Ogni segno compiuto da Gesù, riconduce a chi è Gesù e alla sua opera di Salvatore e Riconciliatore. La folla è un insieme informe di individui, può avere voce, spesso confusa e non identificabile, ma non ha mai un volto e una storia, la folla non ha identità. Questo grumo di cellule segue Gesù, che è davanti, di spalle. La folla vede i segni e vede Gesù, ma Gesù, almeno per ora, non vede la folla. Gesù, alzà ti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui. Gesù è ora seduto, sta insegnando ai suoi discepoli, e alzando lo sguardo, incontra lo sguardo senza volto e senza nome della folla che lo ha seguito. L'incontro tra due persone è reale se c'è uno scambio di sguardi, se i miei occhi guardano i tuoi. Solo superando i mille schermi dei nostri dispositivi, le videochiamate, le "amicizie" virtuali, gli occhiali da sole e gli sguardi bassi evitanti, potremo incontrare l'altro, e metterci in relazione, fosse anche solo per un sorriso o per tenere la porta aperta a chi ci segue. Gesù vede la folla, entra in relazione con questo ammasso informe, e questo vedere fa scattare in Lui un pensiero, una domanda: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Il primo pensiero del Signore è rispondere al bisogno primario dell'alimentazione, fondamentale per la sopravvivenza. Tuttavia, se andiamo al nostro vissuto più ordinario, le nostre nonne appena giungevamo da loro ci dicevano: "hai mangiato? Hai fame? Vuoi qualcosa?" Gesù fa la stessa cosa con la folla che lo segue: prima la vede, e subito dopo si prende cura, si preoccupa, non che sappiano bene il catechismo, le preghiere o se hanno rispettato il codice della strada, ma del loro stare bene. La domanda di Gesù è posta al plurale: "Dove potremo". Dio non agisce mai da solo: in ogni sua attività sono almeno Tre Persone, ma normalmente amano essere almeno quattro, perché desidera collaborare con te, fattivamente. Prima di quella domanda, metti il tuo nome: "Luca, dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?" Non c'è una risposta giusta o sbagliata, c'è una risposta o c'è il silenzio, il vuoto, il nulla. Sentiti chiamato in causa e rispondi, comunque vada sarà un successo. Rispose Gesù: «Fateli sedere» Un panino lo si può mangiare agilmente anche in piedi: oggi è di moda lo street food, il finger food, tuttavia Gesù dà un indicazione precisa: fateli sedere. Si sta seduti quando, dopo un primo sguardo si intende approfondire la conoscenza o si desidera stare insieme, per un pasto, oppure per qualche chiacchiera; si sta seduti per confidarsi, per chiedere aiuto, per sfogarsi, anche in uno studio medico ci si siede… Gesù dà alla folla la possibilità di stare comoda e di poter dire chi è, cosa desidera, cosa soffre. Se ci pensiamo, questa premura è la stessa che noi rivolgiamo ai nostri ospiti: "vieni, non stare alla porta, entra, siediti". Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. Il pasto può avere inizio quando tutti sono seduti, pronti a gustare e a condividere la gioia della mensa. In questa frase possiamo cogliere tutti gli elementi presenti nella celebrazione eucaristica: il pane, il grazie (Eucaristia significa grazie, in greco), il cibarsi. Se pensi all'ultima Messa che hai celebrato (anche i laici celebrano!), puoi ricordare di avere fatto esperienza di cura da parte del Signore? Ti sei seduto a mensa con Lui e con la comunità? Hai reso grazie a Dio? La comunione è stata davvero comunione, comune unione? Non è un interrogatorio, ma un porre l'attenzione sulla ricchezza immensa e infinita che Dio ci dona nell'Eucaristia, troppo spesso ridotta a rito solo esteriore. La folla è ancora tale, eppure ha seguito Gesù, lo ha visto, è stata vista da Lui, Gesù si è preso cura, li fa sedere, dà loro da mangiare, rispettando questo anonimato grigio. Ma qualcosa è successo: Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!» La folla non è più folla, ma "gente", più letteralmente potremo tradurre: esseri umani, persone. Il segno compiuto da Gesù ha ottenuto il risultato: rendere quella folla delle persone, uomini e donne con un volto, una voce, una storia. Se Gesù avesse preteso dalla folla di non essere tale, avrebbe perso tutti, ognuno sarebbe tornato a casa propria con la pancia vuota, deluso e stanco per il cammino inutile e per la speranza delusa. La folla diventa persona: è questo il miracolo più grande e più bello! La moltiplicazione dei pani e dei pesci, per quanto azione prodigiosa, non raggiunge la bellezza di una folla che diventa uomo e donna. La folla non c'è più, ci sono persone che hanno fatto esperienza di Dio, persone che si sono cibate del suo amore, che hanno vissuto la sua premura, persone che si sono sentite accolte e stimate non per la loro bravura, ma per il fatto stesso che esistono. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Gesù si sottrae, perché coloro che fin qui sono giunti, non abbiano a interrompere il loro cammino. La folla ha ritrovato identità personale, e sarebbe davvero triste, proprio ora, tornare a essere folla! Rimani persona, continua a fare esperienza di Dio nella tua vita, non perdere il colore della tua ritrovata umanità, non confondere il segno col traguardo! Gesù si ritira da solo, non c'è più la folla, non ci sono più le persone. La solitudine del Signore è anch'essa un insegnamento a non fermarsi, a proseguire nella ricerca. Solo così il segno ci porterà alla meta: il Segno sarà un uomo steso sulla tua croce, inchiodato al legno del tuo dolore più grande e forse più nascosto. Ecco il Segno più grande: Dio rimane vicino, Dio è dalla tua parte. LITURGIA DELLA PAROLA Colletta O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno B) O Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - 2Re 4,42-44 Ne mangeranno e ne faranno avanzare In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore. SALMO RESPONSORIALE - Sal 144 Rit. Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza. Rit. Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente. Rit. Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. Rit. SECONDA LETTURA - Ef 4,1-6 Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. VANGELO - Gv 6,1-15 Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. |
INDULGENZA PLENARIA DEL SANTO PERDONO DI ASSISI
(dalle Fonti Francescane)
COME SAN FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE L'INDULGENZA DEL PERDONO
Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!
Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe".
"Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza".
E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni, ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco:"Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".
COME OTTENERE L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI (Per sè o per i defunti)
Dal mezzogiorno dell'1 agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto), oppure, col permesso dell'Ordinario (Vescovo della Diocesi), nella domenica precedente o seguente il 2 agosto si può lucrare una volta sola l'indulgenza plenaria.
CONDIZIONI RICHIESTE
1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del Padre nostro (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del Credo (dove si rinnova la professione di fede);
2 - Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
3 - Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica;
4 - Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un Padre nostro e un'Ave Maria o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice;
5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.
Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti (8 gg) a quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
L'INDULGENZA: che cosa è?
I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l'equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche ma riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere. In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei santi giova anche a lui. Dio gli comunica le grazie da altri meritate con l'immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.
La Chiesa ha sempre esortato i fedeli a offrire preghiere, opere buone e sofferenze come intercessione per i peccatori e suffragio per i defunti. Nei primi secoli i vescovi riducevano ai penitenti la durata e il rigore della penitenza pubblica per intercessione dei testimoni della fede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere la grazia di una fervente carità. I pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti. Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell'indulgenza. (C.E.l., Catechismo degli adulti, n. 710)
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