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La Liturgia di Domenica 24 Novembre 2024

24/11/2024

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NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO RE DELL'UNIVERSO
XXXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO  - ANNO B - RITO ROMANO
ULTIMA DOMENICA DELL'ANNO LITURGICO​

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: BIANCO
COMMENTO AL VANGELO
di Luca Rubin
Siamo giunti ancora una volta alla fine dell'anno liturgico e lo concludiamo con la solenne e bellissima festa di Cristo Re, Signore dell'Universo e della storia.

​
Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?».

Te la sei fatta anche tu questa domanda, a te e a Dio stesso: sei Tu il re? Sei Tu che mi reggi e mi sorreggi? Sei Tu che governi, che sostieni il mondo? Sei Tu la risposta alle mie domande? Ogni domanda contiene una sete, un desiderio da soddisfare, un vuoto da colmare. Questa domanda di Pilato potrebbe apparire una domanda giuridica, politica, quasi tecnica, ed effettivamente viene posta durante il processo a Gesù, eppure è una richiesta di conoscere e riconoscere, è il bisogno di Pilato di porsi in relazione con l'uomo che gli hanno consegnato. Non gli ha chiesto come si chiamasse, o che cosa facesse, gli ha chiesto qual è la sua missione, Pilato fa goal, senza dubbio.

Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».

Anche Gesù fa goal: 1 a 1, palla al centro. Gesù risponde alla domanda con un'altra domanda, e porta Pilato al centro di se stesso, sa bene il Signore che la sua non è una domanda frivola, di curiosità. E la risposta non può giungere dall'esterno, essa deve sgorgare dall'interno di un vissuto in prima persona. "Dice che..." nella vita non porta da nessuna parte, non scava, accarezza l'epidermide senza lasciare traccia, senza scolpire. "Dice che" va bene se parliamo del meteo, o di un matrimonio di corte, ma è deleterio e controproducente se il soggetto sei tu, sono io, perché indica un'alienazione, una dispersione.

In altre parole, Gesù ti chiede: mi conosci solo per sentito dire? Oppure hai fatto esperienza di me, sai chi sono, mi hai ascoltato e parlato, sai come la penso, ti sei confidato...? Pilato, non fermarti a quel che ti dice la folla inferocita, entra in te stesso e cerca la risposta, fai esperienza, mettiti in contatto con quell'uomo legato che hanno condotto davanti a te.

Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».

Quando qualcuno mette il dito nella piaga, è normale, la prima reazione è ritrarsi, difendersi, perché brucia e fa male. Alla domanda di Gesù, Pilato contrattacca con due domande a raffica, per difendersi dall'introspezione alla quale Gesù lo ha invitato. Pilato non intende entrare in relazione con Gesù, perché necessita di un coinvolgimento,  di un'elaborazione profonda e intima che lui non intende concedersi, e per evitare tutto questo, torna in ambito giuridico-politico, un ambito asettico, dove Pilato non vede né se stesso, né Gesù, ma solo il teste davanti a un tribunale. Quando non intendiamo essere coinvolti facciamo anche noi la stessa cosa di Pilato, e rigettiamo l'invito.

Dopo la domanda iniziale "Sei tu il re?", Pilato torna in superficie, chiedendo un banale "che cosa hai fatto?" Non mi interessa chi sei, non lo voglio sapere, rifiuto di confrontarmi con te. Questo cambio di tonalità è la non risposta, è la negazione della persona, ma attenzione: Pilato nega se stesso, e nega Gesù. La relazione si compone di almeno di due persone, la non relazione necessita di uno zero, del nulla assoluto. Pilato non accetta la relazione con Gesù, ma al contempo non accetta la relazione con se stesso. Il problema è tutto qui!

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Se Pilato fugge come una lepre, Gesù continua a condurre l'interlocutore verso la sua interiorità, non lo insegue in superficie ma lo attende pazientemente, e risponde alla prima domanda. Andando per esclusione, Gesù inizia a mettere ordine nelle idee del procuratore romano: il suo regno non è di questo mondo, non è di quaggiù... Alt! So che stai già pensando ad angioletti in bianche tuniche, che cantano "Gloria", con aureole e riccioli d'oro: sei fuori strada. Gesù non dice che il suo regno sia in un mondo parallelo, altrove e lontano; questo non essere non indica un luogo diverso, ma una proprietà. Il regno del quale parla Gesù non appartiene a questo mondo, non è un regno politico o economico, non è un regno fondato sulla difesa e sullo strapotere, MA, grazie all'incarnazione del Verbo, il Regno di Dio è meravigliosamente umano, terrestre, fisico, concreto, portando in sé un'anima, un'essenza divina, ed e questo nucleo che irradia Dio a ogni cellula di questo regno.

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re.

La domanda ha avuto la sua risposta, la sete è spenta, il desiderio è stato saziato, il vuoto colmato. Pilato torna sui suoi passi, entra dentro se stesso, lascia perdere le questioni burocratiche e si dispone a rifare la sua prima domanda: tu sei re? E Gesù risponde, questa volta inequivocabilmente: Io sono re. La risposta di Gesù e preceduta da una precisazione: tu lo dici, tu hai fatto esperienza in prima persona, il tuo percorso ti ha dato tutti gli strumenti per non scappare, per essere pienamente te stesso.

È questo il cammino che sei chiamato a fare: tornare al tuo centro, riconoscere chi sei, abitarti non da ospite di un giorno ma da proprietario, e da li conoscere gli altri, metterti in relazione, accogliere e amare. Anche con Dio funziona così!

Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità.

Il goal di Pilato viene riconosciuto da Gesù: il suo essere re è la chiave di tutta la sua vita umana e divina, il perché stesso dell'Incarnazione. Ma attenzione: c'è un nuovo colpo di scena...  Dio si e fatto uomo in Gesù di Nazareth non per uno scettro e una corona: il suo regno non è un fine, ma un mezzo, una modalità. E qual è il fine? Dare testimonianza alla verità.

Gesù, porta pazienza, cosa vuol dire "dare testimonianza alla verità"? Il valore giuridico che diamo al termine "testimone" non ci aiuta. Per noi il testimone è uno che ha visto e che quindi conosce i fatti, lo racconta a un giudice, appone la sua firma e il suo ruolo è finito. Il testimone Gesù invece, (e testimone in greco si traduce martire), è una persona che vive e muore per quella testimonianza, la incarna in se stesso, nella sua carne e nel suo sangue. Gesù si è incarnato per donare al mondo la verità di Dio, non una verità astratta, non un'idea o una filosofia, ma Dio in carne e ossa, toccabile, visibile, sperimentabile! L'incarnazione è lo sconvolgimento totale delle nostre piccole caselle cerebrali, è il luogo in cui la bellezza e la potenza di Dio prendono casa, per sempre!

Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce.

Questa è la sintesi di tutta la pagina di vangelo. In un italiano un po' complicato da capire, viene detto che chi è nato dalla verità (ogni essente, riporta il testo greco), ascolta la voce di Dio. Questo nascere è possibile ogni qual volta vai fuori strada, come Pilato, è possibile quando ti fai ricondurre al tuo centro da Gesù, e in questo cammino Lui ti stringe la mano, ti accompagna. Sai bene che Lui non è un tipo di tante parole, Lui è la Parola del Padre, una sola, ben detta e solo quando serve. L'ascolto è la prova del 9 che questo percorso è quantomeno iniziato. Ascoltare necessita silenzio e accoglienza, ascoltare ha bisogno di bocca chiusa, orecchie aperte e cuore accogliente. E Lui sarà re, con te, per la tua gioia.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto ricapitolare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell'universo,
fa' che ogni creatura,
libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

oppure:
Colletta (Anno B)  
O Padre,
che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, re e salvatore,
e ci hai resi partecipi del sacerdozio regale,
fa' che ascoltiamo la sua voce,
per essere nel mondo
fermento del tuo regno di giustizia e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA - Dn 7,13-14
Il suo potere è un potere eterno

Dal libro del profeta Daniele

Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
​
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE - Sal 92
Rit. Il Signore regna, si riveste di splendore

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. Rit.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei. Rit.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. Rit.

SECONDA LETTURA - Ap 1,5-8 
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Parola di Dio

VANGELO - Gv 18,33-37 
Tu lo dici: io sono re

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
​
Parola del Signore
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