PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - RITO ROMANO Grado della Celebrazione: FESTA Colore liturgico: BIANCO COMMENTO AL VANGELO di padre Paul Devreux La festa della candelora nasce a Roma. Invocavano un Dio che doveva proteggere i greggi dai lupi. Mi ricordo che da ragazzino andavo a vedere ogni tanto due lupi che erano custoditi in una grande gabbia, sotto il Palatino, in ricordo di Romolo e Remo e di questo culto. Nel quarto secolo il Papa ottiene il permesso di convertire questa festa pagana con la festa della candelora, che rappresenta la presentazione di Gesù al tempio, fatta da Giuseppe e Maria e chiude le feste natalizie. Col tempo è diventato un rito di purificazione. Oggi, che senso possiamo dargli? Penso che, come Maria e Giuseppe offrono al Signore ciò che hanno di più prezioso, così possiamo fare anche noi; e ci conviene. Giuseppe e Maria hanno ricevuto il dono di un figlio dal Signore, ma non se ne appropriano, non scatta in loro la possessività, fonte di molti mali per se e per la prole. Loro accolgono il dono con gratitudine. Segno di questa gratitudine è che riconsegnano al Signore il dono ricevuto, come fece Abramo con Isacco. I figli, i nostri figli, non sono nostri, sono un dono del Signore. Riconsegnarli a Lui è salutare per loro e anche per noi. Anche io, che ho ricevuto dal Signore la vita e tanti doni in persone, esperienze e cose, ho due possibilità: o capitalizzo, impossessandomi di questi doni e vivo stressato dalla paura di perderli, o li riconsegno al Signore ogni mattina affinché decida lui come usare questi doni per il bene mio e di chi mette sulla mia strada. La mia esperienza mi ha insegnato che questa seconda opzione è di gran lunga migliore, perché il Signore sa molto meglio di me come gestire questi doni e il risultato è che vivo meglio. Come attualizzare questo pensiero. Andiamo in fondo alla Chiesa e accendiamo la nostra candelina al cero Pasquale, che rappresenta la luce che ricevo dal Signore, come Mosè che riceve la Luce dal Roveto Ardente. Con questa Luce, nella quale metto tutti i doni che ho ricevuto, cammino verso l'Altare del Signore custodendola preziosamente, e lì, riconsegno al Signore i suoi doni, soffiando sulla fiammella. Portiamo poi questa candelina a casa affinché ci ricordi che è bene rifare questa preghiera di consegna al Signore ogni mattina. BENEDIZIONE DELLE CANDELE il sacerdote, rivolto verso il popolo, dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Dopo aver salutato il popolo, pronuncia una monizione introduttiva per esortare i fedeli a una celebrazione attiva e cosciente del rito che si sta per compiere. Lo può fare con queste o con altre simili parole: Fratelli e sorelle, sono trascorsi quaranta giorni dalla gioiosa celebrazione del Natale del Signore. Oggi ricorre il giorno nel quale Gesù fu presentato al tempio da Maria e Giuseppe. Con quel rito egli si assoggettava alle prescrizioni della legge, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna. Illuminati dallo stesso Spirito, riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi, qui riuniti dallo Spirito Santo, andiamo nella casa di Dio incontro a Cristo. Lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria. Dopo la monizione il sacerdote benedice le candele dicendo, a braccia allargate: Preghiamo O Dio, fonte e principio di ogni luce, che oggi hai manifestato al giusto Simeone il Cristo, luce per rivelarti alle genti, ti supplichiamo di benedire questi ceri e di ascoltare le preghiere del tuo popolo che viene incontro a te con questi segni luminosi e con inni di lode; guidalo sulla via del bene, perché giunga alla luce che non ha fine. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. oppure: Preghiamo. O Dio, vera luce, che crei e diffondi la luce eterna, riempi i cuori dei fedeli del fulgore della luce perenne, perché quanti nel tuo santo tempio sono illuminati dalla fiamma di questi ceri giungano felicemente allo splendore della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. Il sacerdote asperge le candele con l’acqua benedetta e senza dire nulla infonde l’incenso per la processione. A questo punto il sacerdote riceve dal diacono o da un altro ministro la candela accesa per lui predisposta e comincia la processione, mentre il diacono (o, in sua assenza, lo stesso sacerdote) canta o dice: Andiamo in pace incontro al Signore. R. Nel nome di Cristo. Amen. Il sacerdote, una volta giunto all’altare, dopo averlo venerato, secondo l’opportunità, lo incensa. Quindi si dirige alla sede e, deposto il piviale, se lo ha usato durante la processione, indossa la casula. Terminato il canto del Gloria a Dio, dice l’orazione colletta. La Messa prosegue nel modo consueto. |
LITURGIA DELLA PAROLA Colletta Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te purificati nello spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - Ml 3,1-4 Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate Dal libro del profeta Malachìa Così dice il Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani». Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE - Sal 27 Rit. Vieni, Signore, nel tuo tempio santo Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Rit. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. Rit. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Rit. Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria. Rit. SECONDA LETTURA - Eb 2,14-18 Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli Dalla lettera agli Ebrei Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. Parola di Dio VANGELO - Lc 2,22-40 I miei occhi hanno visto la tua salvezza Dal Vangelo secondo Luca Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore oppure: VANGELO Forma breve - Lc 2,22-32 I miei occhi hanno visto la tua salvezza Dal Vangelo secondo Luca Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Parola del Signore |