III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C - RITO ROMANO Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: VIOLA COMMENTO AL VANGELO di padre Paul Devreux Nella prima lettura vediamo che Dio si rivela a Mosè, che ormai è un uomo rassegnato a fare il pastore di pecore, per rilanciare la sua vita e per salvare il suo popolo. Dio non si rivela per vanagloria, ma per aiutarci: è sempre costruttivo. Così nel Vangelo, vediamo Gesù che sta insegnando nel Tempio di Gerusalemme per aiutare i presenti. Alcune persone arrabbiate, gli riferiscono un fatto scandaloso: dei soldati hanno ucciso dei Galilei nel tempio. I Galilei erano noti per essere focosi; è una lite finita male nel posto sbagliato, perché il Tempio è luogo sacro. Si aspettano una dura condanna da Gesù, e magari che colga l'occasione per organizzare una sommossa e prendere il potere. Gesù non ci casca, non vuole violenza né dividere il mondo tra buoni e cattivi. Non fa finta di niente, ma usa questa provocazione per dare un insegnamento importante: il loro credo religioso era che se ti capita una disgrazia è perché te la sei meritata. Dio ti punisce e ti smaschera, rivelando a tutti che sei un peccatore. Anche oggi sento dire:" Vorrà dire che me la sono meritata", oppure: "Che cosa ho fatto di male?" Non siamo cambiati molto, malgrado 2000 anni di Cristianesimo. Eppure Gesù è chiarissimo. Dice che non c'entra nulla. La disgrazia non è mai il frutto di una colpa, né tanto meno un castigo mandato da Dio. Gesù insiste con l'esempio della torre. Questa volta non sono Galilei. Sono Giudei di Gerusalemme, brava gente che lavorava. E' solo una disgrazia, ci saranno forse dei colpevoli, come è vero che spesso il male è un frutto dell'avidità, dell'egoismo, del peccato; ma chi lo riceve non ha nessuna colpa. Per spiegarsi meglio Gesù aggiunge la parabola del fico. E' strano che si lasci un fico in una vigna, ma qui il Padrone è Dio, la Vigna è la Chiesa, il popolo di Dio, il fico sono io. Un fico che produce solo foglie è uno che si preoccupa solo di apparire bello e forte, pensa solo a se stesso. Quando muore non rimane nulla e non viene rimpianto, perché chi non serve, non serve. Il Padrone è il Dio dell'Antico Testamento, e forse anche il mio. Dice:"Taglialo, perché sfrutta e basta." Anche io faccio fatica ad accettare lo zingaro, il tossico, chiunque vuole solo sfruttarmi. Gesù invece, che è il Vignaiolo che già da tre anni sta lavorando in questa Vigna, interviene. Non pensa a punire il fico, neanche lo rimprovera o ammonisce. Decide di fare una cosa assurda: Decide di amarlo, coccolarlo ancora di più, perdendoci tempo ed energia, zappando e concimando. Non si è mai visto un contadino zappare e concimare un fico. Siamo alla follia, la follia dell'Amore, la follia della Croce, che è la Passione di Dio per l'uomo, per me. Allora cosa significa "convertirsi, per non perire tutti allo stesso modo?" Significa aprire gli occhi, fare memoria della nostra storia, per vedere quanto il Signore, tramite la Chiesa, la famiglia la gente che ho conosciuto, la natura stessa, in mille modi e manierae, si è preso cura della mia vita e continua a farlo. Se scopro questo, il cuore mi si apre alla gratitudine, e nasce in me il desiderio di amare e servire, portando cosi frutti di vita eterna, di comunione con Dio. Gesù conclude dicendo: "Se no, lo taglierai", sottinteso: Io di certo non lo faccio... Questo è il Dio del Nuovo Testamento. Non si dice il Gloria LITURGIA DELLA PAROLA |
| Colletta O Dio, fonte di misericordia e di ogni bene, che hai proposto a rimedio dei peccati il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna, accogli la confessione della nostra miseria perché, oppressi dal peso della colpa, siamo sempre sollevati dalla tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. oppure: Colletta (Anno C) O Dio dei nostri padri, che ascolti il grido degli oppressi, concedi ai tuoi fedeli di riconoscere nelle vicende della storia il tuo invito alla conversione, per aderire sempre più saldamente a Cristo, roccia della nostra salvezza. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. PRIMA LETTURA - Es 3,1-8.13-15 Io-Sono mi ha mandato a voi Dal libro dell’Èsodo In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele». Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione». Parola di Dio SALMO RESPONSORIALE - Sal 102 Rit. Il Signore ha pietà del suo popolo Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Rit. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. Rit. Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. Rit. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono. Rit. SECONDA LETTURA - 1Cor 10,1-6.10-12 La vita del popolo con Mosè nel deserto è stata scritta per nostro ammonimento Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto. Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Parola di Dio VANGELO - Lc 13,1-9 Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Parola del Signore |