Un comunicato di p. Federico Lombardi raccontò: i due, dopo il saluto di benvenuto, "sono saliti nell’appartamento e si sono recati subito alla cappella per un momento di preghiera. Nella cappella, il Papa emerito ha offerto il posto d’onore a Papa Francesco, ma questi ha detto: "Siamo fratelli", e ha voluto che si inginocchiassero insieme allo stesso banco. Dopo un breve momento di preghiera, si sono portati alla Biblioteca privata dove, verso le 12.30, è incominciato l’incontro riservato."
Di questo incontro riservato nulla si è saputo sino ad oggi. Dello storico momento resta solo una famosa fotografia che da subito attirò l'attenzione della stampa perché su un tavolino, dove erano stati sistemati i doni reciproci, era ben visibile una scatola che, si è detto dopo, conteneva oltre 300 cartelle con le conclusioni della vicenda di Vatileaks. Un vero corposo dossier scritto dai tre cardinali nominati da Benedetto XVI per indagare sulla delicata vicenda che portò al processo e condanna di Paolo Gabriele per furto e divulgazioni di documenti riservati di Papa Benedetto XVI.
I porporati – lo spagnolo Julian Herranz, lo slovacco Jozef Tomko e l'italiano Salvatore De Giorgi - che avevano consegnato al Pontefice la loro Relazione finale il 17 dicembre 2012 furono ricevuti per la seconda volta tre giorni prima della fine del pontificato di Papa Ratzinger: il 23 febbraio 2013.
Forse ora sappiamo cosa c'era nel dossier rimasto top-secret.
Un'ipotesi sul contenuto del dossier potrebbe essere questa: nelle 300 cartelle c'erano già gran parte dei contenuti su cui si è scritto in questi giorni in occasione dell'uscita dei due libri inchiesta di Nuzzi e Fittipaldi; contenuti riguardanti fatti indagati e sviscerati in modo approfondito dalla Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economico-Amministrativa della Santa Sede (COSEA), istituita con un chirografo il 18 luglio del 2013.
Della COSEA facevano parte mons. Lucio Vallejo Balda, segretario della Prefettura degli Affari Economici, che fungeva da Segretario alla COSEA, Joseph F.X. Zahra, che fungeva da presidente; Jean-Baptiste de Frannsu; Enrique Llano; Jochen Messemer; Jean Videlain-Sevestre; George Yeo e Francesca Immacolata Chaouqui.
Mons. Angelo Becciu. Il Sostituto della Segretaria di Stato, mons. Angelo Becciu, ha detto oggi a TV2000, rispondendo alle domande di Cristiana Caricato: “Quello che pubblicano i due libri non è altro che il lavoro fatto, per volontà del Papa, per cercare di rendere più trasparente e funzionale tutta l’amministrazione della Santa Sede. Sono cose che già sapevamo che indicano la volontà del Papa di riorganizzare tutto il sistema finanziario della Santa Sede”. Poi mons. Becciu ha aggiunto: “E’ chiaro che nelle analisi sono venute fuori delle disfunzioni ed è questo quello che pubblicano i due libri. Era già conosciuto tutto questo, era magari riservato all’interno del Vaticano ma ogni Stato ha la sua parte di riservatezza. Penso che fosse necessario mantenere il segreto, non perché la gente non sapesse ma perché era espressa volontà del Papa una volta individuate le cose che non andavano che si mettesse rimedio”.
Mons. Becciu ha concluso: “Il Papa ha sofferto non possiamo negarlo, gli è dispiaciuto però nello stesso tempo ha una grande forza delle risorse morali che sono di lezione per noi. Bisogna andare avanti con serenità, accettare questi contrattempi e fatti gravi ma non possiamo fermarci. Il Papa è stato il primo ad incoraggiarci a non ripiegarci sotto il peso di questo dolore e sofferenza”.