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CURIAMO UCCIDENDO: ABORTO PER ''GUARIRE'' DA ZIKA

6/2/2016

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di ‪#‎LuciaScozzoli‬ di ‪#‎LaCroce‬

"L’Onu si è pronunciata sul virus che causa microcefalia nei feti delle donne gravide che lo contraggono, improvvisamente
diventato endemico in Sudamerica: la soluzione sarebbe premere sui governi perché legiferino “urgentemente” in materia di contraccezione e aborto. Le olimpiadi pare che nessuno voglia toccarle, viene il sospetto che si miri a forzare il sentire popolare.

La microcefalia è una malformazione che porta a uno sviluppo più contenuto del cranio rispetto al normale, con deficit di crescita che interessano anche il cervello. Ci sono diversi gradi di gravità della malattia e talvolta può essere letale, nei casi in cui il cervello è talmente sottosviluppato da non potere gestire le funzioni vitali efficacemente.

Si ritiene che la principale causa della microcefalia siano condizioni congenite, ma negli ultimi decenni diversi studi hanno evidenziato come altri agenti esterni possano condizionare lo sviluppo di questa malformazione. 
Tra le cause sono indicati l’abuso di sostanze stupefacenti durante la gravidanza e l’infezione da alcuni virus, come quello che causa la rosolia.
Nel 2014 in Brasile ci sono stati 150 casi di microcefalia, l’anno seguente sono stati più di 3.500. Tra i principali sospettati c’è il virus Zika: alcuni bambini morti a causa della microcefalia sono risultati infetti, ma per ora non ci sono prove scientifiche consistenti e definitive circa un legame tra questo virus e la microcefalia.
Ciononostante il virus Zika sta seminando il panico in tutto il mondo.
Quattro quinti degli adulti infettati non presentano alcun tipo di sintomo, e nel restante quinto la febbre si esaurisce in meno di una settimana. Inoltre il virus non rimane per sempre nell’organismo: alle donne colpite si consiglia di aspettare sei mesi prima di affrontare una gravidanza (anche se molte di loro sceglieranno probabilmente di aspettare un po’ di più).

Lo Zika esiste da tempo. È stato individuato per la prima volta tra le scimmie dell’Uganda nel 1947, e il primo caso relativo a un essere umano è stato riscontrato in Nigeria nel 1954. Si è poi gradualmente diffuso a est, in Asia, e ha cominciato ad attraversare il Pacifico all’inizio degli anni duemila. 

Ma quando ha raggiunto il Brasile, nel 2015, si era improvvisamente trasformato in una forma che sembra provocare la microcefalia nei feti delle donne infette.
Ora l’ONU lancia un appello sull’epidemia: “I paesi coinvolti dal virus Zika devono autorizzare la contraccezione e l’aborto”, sottintendendo che il rapporto di causalità tra virus e microcefalia sia stato già assodato (e non è così) e che il problema non sia curare il malato (cioè il bambino), bensì ucciderlo. Non si capisce come dal punto di vista logico la soppressione di un individuo possa in alcun modo essere definita “cura”: tra l’altro il virus non mette affatto in pericolo la salute della madre, ma solo quella del nascituro.
L’alto commissario delle Nazioni unite per i Diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, ha fatto sapere che garantirà alle donne in questi paesi anche consulenza su salute sessuale e riproduttiva. “Le leggi e le politiche che restringono il loro accesso a questi servizi devono essere riviste con urgenza, allineandosi agli obblighi internazionali sui diritti umani per garantire il diritto alla salute per tutti”, per tutti tranne che per i bambini, ovviamente.
È curioso come questo virus si sia improvvisamente evoluto portando a probabili conseguenze sul feto proprio in America Latina, ed in particolare in Brasile, dove una donna può abortire legalmente solo per due motivi: quando la gravidanza mette in pericolo la vita della madre e quando è la conseguenza di uno stupro. È vietato anche negli altri paesi dell’America Centrale e dell’America Latina, eccezion fatta di Cuba, Guyana e Uruguay, dove è legale.

Senza voler gridare al complotto per forza, notiamo solo alcune incongruenze: alcuni ufficiali sanitari statunitensi e delle Nazioni Unite avvertono che la mancanza di dati sta costringendo i laboratori di Usa ed Europa a lavorare con campioni di precedenti epidemie e sta vanificando gli sforzi per sviluppare test, farmaci e vaccini. Il problema, spiegano, è rappresentato dalla legge brasiliana: al momento è infatti illegale per i ricercatori e gli istituti brasiliani condividere materiale genetico, inclusi campioni di sangue contenenti Zika ed altri virus. 
Per l’OMS però va bene così: ‘’Abbiamo tutti i dati necessari - ha affermato all’ANSA il portavoce Christian Lindmeier - e non c’è nulla che blocchi la ricerca. Infatti, i paesi non sono tenuti e trasferire i campioni dei virus, bensì a condividere i risultati degli studi, ed è ciò che hanno fatto gli istituti brasiliani’’.

Insomma, meglio costringere questi paesi a varare in fretta e furia leggi che permettano l’aborto piuttosto che esortare il Brasile alla collaborazione con la ricerca internazionale per giungere ad una soluzione più rapida del problema e che tuteli davvero la salute delle persone.

Naturalmente il problema è urgente ed endemico ma non ha indotto nessuna autorità nazionale e sovranazionale a mettere minimamente in discussione l’opportunità di effettuare proprio in Brasile i giochi olimpici il prossimo agosto: la salute delle persone è importante, ma non quanto il denaro.
​
Come dire, qualche dubbio sulle reali motivazioni di certe raccomandazioni dell’ONU ci viene: non è per caso che vogliono solo diminuire rapidamente la crescita demografica della popolazione dell’America Latina ed introdurre l’aborto in modo forzato, aggirando la volontà popolare? 
Ai posteri l’ardua sentenza".
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