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LA IENA PARACULA

27/3/2017

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di Caterina Giojelli
L’ondivaga linea dei raddrizzatorti televisivi. Se scoperchi il caso Unar poi devi attaccare il Family Day. Se prendi la cantonata con Stamina poi devi rimediare coi vaccini

Senz’altro le Iene hanno fatto molto per la nobile dottrina della paraculata. Data la venerabile età della trasmissione e la lista di cantonate e rattoppi collezionati dai suoi inviati, saremmo quasi quasi tentati di dare loro sempre ragione, con la stessa indulgenza con cui mostriamo la mano alla zia appassionata di chiromanzia o ci sorbiamo le messe cantate da Repubblica nel dì di festa. Di questo dovremmo quasi essere grati: sollevate dall’azzeccare un abbinamento giacca-cravatta, l’ottimo lavoro delle Iene al soldo del mainstream non richiede sforzi per riconoscere concentrati in esso tutte le più citrulle contraddizioni del circo informativo.

Dopo le dimissioni del presidente Unar in seguito allo scandalo “Anddos” denunciati dalla iena Filippo Roma, ecco, puntuali, i tentativi di pareggiare i conti con la comunità lgbt: l’immancabile intervista a Luxuria, quindi, ma anche la storia della famiglia che esorcizza il figlio gay e la bellissima favola dell’Italia omosessualista che affitta uteri e adotta bambini elogiata dai due rapper Fedez e J-Ax, che hanno salutato gli amici del Family Day mostrando un dito medio tra le risate della conduttrice Nadia Toffa. Peccato che il copione della parabola del buon seminatore di favole, di zizzania e del metterci la pezza sia continuamente da aggiornare, quindi ecco che anche il gestaccio viene ammantato di cencio riparatorio. E che cencio: basta caricare un video ad alto tasso di lacrime e viralità, con Fedez vittima di uno scherzo delle Iene in combutta con l’altro “comunista col rolex” J-Ax (che gli hanno fatto credere di essere implicato in zozze vicende di bagarinaggio e casi sospetti di secondary ticketing) per ricompattare le scimmiette della rete: “È la conferma che sei una bella persona”, “hai un cuore puro”, e chiuso il caso dito medio.

Tutto regolare, no? A deragliare in campo gay si rischia sempre la sbandata e cos’altro poteva affrettare gli inviati un gradino sopra di dio a rimettere i puntini arcobaleno sulle i se non il peregrino sospetto che dopo la vicenda Anddos poteva succedere qualcosa di peggio delle storie di prostituzione, pedofilia e malasanità da cui trarre spunto con le proprie omelie raddrizzatorti serali? Tipo passare da fustigatori a fustigati e venire additati come “omofobi”?

Paraculaggine, ovviamente, ma purissima come il cuore di Fedez e quel pregiudizio verso chiunque disponga di sale in zucca che fascia le Iene come un pannolino sin dalla tenera età. Come dimenticare quei capolavori di disinformazione acrobatica che sono stati i tanti servizi a favore del metodo Stamina, venti almeno firmati da Giulio Golia – sceso anche in piazza assieme alle famiglie e contro le decisioni del Governo di fermare il trattamento – di cui il nostro settimanale conosce l’arte del rattoppamento?

«Se solo uno dei nostri spettatori si è convinto che il metodo Stamina funzioni scientificamente o che secondo noi funzioni, gli chiediamo scusa. Non è questa la nostra convinzione e non è questo che volevamo comunicare», è stata la pecetta di Golia incerottata poi da Davide Parenti, autore della trasmissione, a mezzo Stampa: «C’è una sola parola per descrivere quello che noi abbiamo fatto: abbiamo raccontato (…) Cercavamo di capire, di spiegare. Siamo un varietà, certo, ma un varietà anomalo», così anomalo da voler insegnare le staminali a un plotone intero di scienziati italiani, stranieri e un premio Nobel per la medicina.
E come dimenticare ancora i servizi sul veleno di scorpione omeopatico o sulla dieta vegana a base di succhi di verdura che potrebbero curare il cancro, il microfono prestato alla bocca degli sciamani contro le malvagie case farmaceutiche, rottamati poi magicamente da un ditino alzato contro l’indifendibile Eleonora Brigliadori (seguace delle sciagurate teorie della Nuova medicina germanica), a cui Toffa fa notare che «è pericoloso dire a una persona malata che deve smettere di fare la chemio»? Le stesse Iene che ieri alzavano il dito contro i medici che osteggiavano Davide Vannoni trattati come una casta di delinquenti e che oggi endorsano la campagna contro le bufale indetta dalla presidente della Camera Laura Boldrini?

Quelle stesse Iene sempre a caccia di santoni, sciamani e cure salvavita che dopo averci propinato strazianti girotondi e appelli per la salvezza di poveri malati perseguitati dagli scienziati e dai medici cattivi, ora cambiano genere: «Se vostro figlio stesse morendo, giorno dopo giorno, a causa di una malattia gravissima e l’istituzione che dovrebbe garantire il diritto alla salute di vostro figlio vi impedisse di accedere all’unica terapia che forse può salvarlo, voi, che cosa fareste?», chiedeva Golia in un servizio del 3 marzo 2013 su Stamina. Sostituite “terapia” con “eutanasia” e “salvarlo” con “ucciderlo” e trovate grossomodo il senso del servizio su Dj Fabo “Libero fino alla fine” e sul compassionevole Cappato realizzato sempre da Golia. Montato senza lesinare sul pathos tutto fermo immagini e musiche lacrimevoli con il quale un anno fa le Iene mostrarono in diretta la morte di una scrittrice francese per mano della “dolcissima Erika”, anziana svizzera addetta al “suicidio” che somministrò il veleno accompagnato da una tavoletta di cioccolato.

Sembrerebbe tutto giusto, buono e bello, anche morire grazie all’eutanasia compassionevole. Così come giusto, buono e bello sembrava vivere con la cura compassionevole Stamina. Questa volta però, l’attesa dell’immancabile rattoppo post cantonata presa dalla iena paracula mette i brividi.
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