E' sempre più evidente che si sta affermando una nuova dittatura, e finalmente anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, ha suonato la sveglia alla Chiesa italiana, denunciando come si sia ormai arrivati a concepire la scuola come campi di rieducazione all'ideologia di genere.
- GOGNA E ARENA
di Andrea Zambrano
Vergognoso spettacolo nella trasmissione L'Arena, su Rai1, dove Luxuria trova spazio e tempo necessari per accusare i genitori del liceo Muratori di Modena di volerlo censurare (quando in realtà hanno solo chiesto che ci fosse un contraddittorio). Cattolici insultati, dileggiato il senatore Giovanardi, unico ospite dalla parte dei genitori.
- BAGNASCO CONTRO I CAMPI D'INDROTTINAMENTO GENDER
di Massimo Introvigne
Parole chiare dal cardinale Angelo Bagnasco. «È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati?».
—————--
GOGNA E ARENA
di Andrea Zambrano
Gogna e Arena. Il sangue almeno è stato risparmiato domenica su Rai 1, ma tutto il resto invece è scorso abbondantemente. A cominciare dalla messa in stato d'accusa del parlamentare Ncd Carlo Giovanardi, vittima sacrificale della trasmissione che domenica pomeriggio aveva come tematica clou la presenza di Luxuria al liceo Muratori di Modena. Lui, il Vladimiro più famoso d'Italia, era presente all'Arena su Rai 1, ospite di Massimo Giletti, e non poteva essere altrimenti, dato che era assiso al centro della scena attorniato da diversi commentatori, da Luisella Costamagna a Daniela Santanché e Klaus Davi, da Simona Bonafè (Pd) a Irene Tinagli (Scelta civica).
A fare da guastafeste il senatore modenese, che nei giorni scorsi si è battuto per inserire all'interno del dibattito scolastico la presenza di un relatore che rappresentasse anche un punto di vista diverso da quello espresso da Luxuria e dal presidente Arcigay. Dalla tv di Stato ci si aspetta sempre un'equidistanza di posizioni in grado da tutelare tutti. Invece, vuoi la scelta degli ospiti, vuoi la tematica, che è quanto di più politicamente corretto possa esserci sulla piazza oggi, Giovanardi ha fatto la parte del brutto, dello sporco e anche del cattivo. Con buona pace del dibattito che si è svolto a senso unico e con un unico scopo recondito: demolire la presenza dei cattolici. Provare a vedere per credere.
Salvate il soldato Giovanardi, verrebbe da dire dopo aver visto il poco “democratico” show che ha certificato come la censura di Stato sia già in atto in applicazione delle linee guida dell'Unaar. Luxuria è a suo agio: dice che «l'incontro è saltato perché ci sono stati 30 genitori che hanno fatto fuoco e fiamme su un giornale locale». Una palese falsità che Giletti non si è minimamente preoccupato di verificare dato che i genitori erano oltre 50 e il fuoco e fiamme a cui allude il transgender è semplicemente una lettera in cui richiedevano un adeguato contraddittorio. Nella fiera delle falsità c'è anche il fatto che l'incontro sia saltato. Non è vero e i lettori della Bussola lo sanno. È stato soltanto posticipato di un mese per permettere ai genitori di trovare due relatori che offrissero un'altra visuale sul tema transessualità. Ma ormai il titolo della puntata era “Luxuria censurata”, quindi tutti gli interventi dei commentatori, giornalisti e politici annoiati alla domenica pomeriggio presenti per dovere di firma alla causa, si sono adeguati.
Significativo anche come Giletti abbia liquidato il rifiuto dei genitori a partecipare in studio. “Incomprensibile”. Peccato che non abbia parlato del sacrosanto diritto che i genitori hanno di tutelare la privacy dei loro figli, i quali, va detto per dovere di cronaca, nei giorni caldi sono stati anche minacciati dai coetanei pasdaran, che avevano promosso l'incontro.
Dopo le interviste a senso unico fatte a scuola, dove uno studente è persino arrivato a dire che erano contrari 4 genitori, Luxuria ha ricevuto il suo primo applauso a scena aperta quando ha detto che «avevano paura che i figli potessero essere influenzati irrimediabilmente. Ma la transessualità non si trasmette per via aerea, mentre ciò che si può trasmettere è l'educazione al rispetto». Applausi scroscianti. In questa storia, di rispetto, soprattutto dei giovani, sembra essercene stato poco.
Così Giovanardi, in collegamento da Bologna, ha ribadito come l'assemblea sia stata confermata dopo che l'Istituto ha accettato la presenza di un relatore che facesse da contraltare al transgender e al presidente dell'Arcigay. Niente da fare. Il fuoco incrociato contro Giovanardi è stato immediato. Klaus Davi è stato patriottico: «Giovanardi, con tutti i problemi che ha l'Italia, questa è una polemica nata sul nulla».
Il senatore Ncd ha denunciato di voler combattere la censura perché con la presenza a senso unico di Luxuria si voleva impedire un contraddittorio. «È Luxuria che vuole la censura – ha tuonato – spalleggiato dal Pd che voleva trasformare l'assemblea in un direttivo di partito». A quel punto Luxuria ha fatto notare che in democrazia bisogna rispettare le decisioni «anche per un solo voto di scarto». «Una bella manifestazione di dittatura della maggioranza», ha ribattuto il parlamentare.
Il transgender capisce che con la dialettica stava soccombendo, così ha sfoderato l'arma del consenso: «Lei Giovanardi è un omofobo di mestiere», ha ribattuto più volte mentre un ascoltatore, timidamente, faceva presente che i genitori hanno esercitato il loro ruolo. Ambigua Daniela Santanché la quale ha detto che «da madre non delego alla scuola l'educazione, ma l'istruzione, quindi bisogna avere un approccio laico perché i ragazzi si formino un'opinione. Il mondo di Giovanardi non esiste più». La deputata di Forza Italia però si è dimenticata di dire che cosa avrebbe fatto quando una scuola, come è successo a Modena, rompendo il patto di alleanza educativa con i genitori, si mette ad educare a senso unico.
Irene Tinagli di Scelta Civica pilatescamente, come è nel dna della creatura politica fondata da Mario Monti sentenzia: «I ragazzi devono farsi un'opinione» mentre la Bonafè tocca l'apice dell'applauso facile quando si chiede a che cosa serva il contraddittorio: «Se parlo di olocausto devo chiamare per forza un nazista?». A chiudere il quadro dei supporter di Luxuria ci ha pensato la giornalista Luisella Costamagna che ha ribadito come la scuola pubblica sia laica e non cattolica. In realtà anche la scuola non statale è pubblica, ma queste informazioni ai soloni della domenica annoiata non arrivano. Ecco il cuore del problema, che Luxuria non si è nemmeno sporcato le mani a sollevare: censurare le opinioni non conformi e impedire ai cattolici di parlare nell'arena pubblica. Un rischio che Giovanardi, indignato per il paragone con il nazismo, ha subito denunciato rivendicando di essere stato l'unico a difendere il pluralismo. In effetti paragonare un cattolico non allineato ad un nazista potrebbe essere solo l'ultima frontiera della gender strategy. Monitoriamo questa deriva, potrà presto diventare realtà.
Giovanardi viene così liquidato da Giletti con l'invito a “rispettare le minoranze”. Ma che succede se le minoranze ormai sono i cattolici? Silenzio. Il resto, estromesso dall'Arena pubblica il nemico numero uno, è stato un monologo a senso unico di Luxuria, che gli ospiti hanno ascoltato in religioso silenzio: «Avrei voluto dire a quella scuola di quando la maestra mi bacchettò le mani perché mi piacevano i bambini», ha detto lui commuovendo gli astanti e utilizzando un pathos, che neanche un capitolo finale di libro Cuore sarebbe in grado, di raccontare”.
Resta solo una domanda: perché quel “avrei voluto dire?”. Forse perché all'incontro di aprile con i controrelatori presenti, Luxuria non si presenterà? Il giorno dopo Giovanardi – al telefono con la NbQ - è amareggiato per il trattamento riservato.
«I genitori in questa vicenda sono stati minacciati, mentre la tv di Stato si permette di paragonare i cattolici ai nazisti. Una trasmissione così faziosa non l'avevo mai vista. C'è sempre una prima volta». Nel frattempo i genitori di Modena hanno ottenuto una sponda anche nel consiglio dei genitori dell'altro liceo classico di Modena, il San Carlo. In una lettera ai giornali Andrea Mazzi, Giuliano Ferrari, Mariangela Grosoli e Ludovica Levoni hanno detto che «è grave se un gruppo di genitori che interviene nell'attività scolastica, venga tacciato di "invasività", quasi che questi si occupassero di una questione che non li riguarda, al di fuori delle proprie competenze». «Proprio perché la scuola è una realtà educativa, che ha il compito di favorire negli studenti la creazione di uno spirito critico, è importante che quando si affronta qualunque tematica, ci sia un confronto a più voci, di pari competenza e autorevolezza, in modo da favorire la ricerca e l'analisi critica dei luoghi comuni e delle visioni stereotipate. Solo in tal modo l'assemblea si traduce in una crescita dello spirito critico degli studenti posti così in grado di valutare ed orientarsi in una pluralità di scelte di vita e di opinioni», hanno detto.
—————--
BAGNASCO CONTRO I CAMPI D'INDROTTINAMENTO GENDER
di Massimo Introvigne
«La preparazione alla grande assise del sinodo sulla famiglia, che si celebrerà in due fasi nel 2014 e nel 2015, nonché il recente concistoro sul medesimo tema – ha detto Bagnasco – hanno provvidenzialmente riposto l’attenzione su questa realtà tanto “disprezzata e maltrattata”, come ha detto il Papa: commenterei, “disprezzata” sul piano culturale e “maltratta” sul piano politico». Il cardinale ha inquadrato la natura ideologica del problema: la famiglia è diventata il nemico da abbattere. «Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta».
Il cardinale è andato oltre: non è rimasto sul generico, ma ha citato come esempio dei maltrattamenti che la famiglia subisce un episodio specifico, su cui – lo ricordiamo per la cronaca, senza rivendicare primogeniture – per prima «La nuova Bussola quotidiana», nel silenzio generale, aveva attirato l’attenzione. «In questa logica distorta e ideologica – ha detto Bagnasco –, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado. In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a “istillare” (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre… parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte».
Durissimo il commento del presidente dei vescovi italiani «È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga».
Parole chiarissime: altri vescovi prendano esempio. La strategia enunciata esplicitamente da Papa Francesco nell’esortazione apostolica «Evangelii gaudium» – il Papa di certe questioni, comprese quelle (citate in nota nel documento come esempio delle «questioni» cui si allude) della famiglia e del gender, non parla, chiede che siano gli episcopati nazionali a intervenire – non piace a tanti nostri lettori, e dalle strategie, che non sono Magistero neppure ordinario, si può certo legittimamente dissentire. Però qualche volta le strategie funzionano: dove tace il Papa, i vescovi parlano. È successo negli Stati Uniti, in Polonia, in Croazia, in Portogallo, in Slovacchia. Ora succede anche in Italia, e non si può non ricordare che – come sempre avviene nel nostro Paese – prima di aprire con questa relazione il Consiglio Permanente della CEI venerdì scorso Bagnasco è andato in udienza dal Papa, cui questi testi sono di regola previamente sottoposti. Vediamo se questa rondine farà, come ci auguriamo, primavera.