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La Liturgia di Mercoledi 25 Maggio 2016

24/5/2016

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Immagine
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25.5.2016 - Mercoledì della VIII settimana del Tempo Ordinario - Anno pari
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
Concedi, Signore,  
che il corso degli eventi nel mondo  
si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace,  
e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia al tuo servizio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Pt 1,18-25)
Foste liberati dalla vostra vuota condotta con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.

Carissimi, voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
Dopo aver purificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna. Perché ogni carne è come l’erba 
e tutta la sua gloria come un fiore di campo. 
L’erba inaridisce, i fiori cadono, 
ma la parola del Signore rimane in eterno.
E questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 147)
Rit: Celebra il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. 

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

VANGELO (Mc 10,32-45) 
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato. 

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. 
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Commento
Nel Vangelo di oggi ascoltiamo il discorso della sofferenza, della morte e della risurrezione di Cristo. Gesù dice ai suoi apostoli che, salito a Gerusalemme, i sommi sacerdoti e gli scribi “lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno”.  
E, proprio qui, nasce la domanda: Il Salvatore doveva davvero soffrire e morire perché il mondo fosse riscattato dai suoi peccati?  
Essendo Dio, poteva riscattarci senza sofferenza e senza morte. Ma ha avuto pietà di noi, che siamo destinati a soffrire e a morire per i nostri peccati. Sapeva bene, infatti, che ci avrebbe attirato a sé in questo modo, attraverso la sofferenza, per distruggere i nostri peccati. Da noi vuole solo questo: che ci abbassiamo e riconosciamo il nostro stato di peccatori. E ci grida: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,28-29).  
La sofferenza di Cristo è un grande mistero, così come il suo amore per la creazione e per gli uomini, divenuti, con il battesimo, membra del suo corpo.  
La sofferenza e la morte di Cristo sono ancora più grandi per il fatto che egli continua a soffrire nelle membra del suo corpo, nei suoi figli innocenti, poveri e abbandonati.  
Nel sacrificio della Messa, egli si offre ogni giorno in sacrificio, per loro e per tutti noi, al Padre dei cieli.
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