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La Liturgia di Domenica 5 Giugno 2016

4/6/2016

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X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  - ANNO C - RITO ROMANO
IL FUTURO RESTITUITO di don L. Cantini

Con lui camminavano
Il camminare è la parabola della vita e della storia; Gesù è nel mezzo di questo cammino e di questa storia con i suoi discepoli e la "grande folla" della umanità. Il mistero della incarnazione è sempre presente nei racconti evangelici che ci rappresentano un Gesù sempre più "Emmanuele - Dio con noi" anche attraverso l'immagine del Signore che fa strada con l'uomo e, sulla strada, incontra l'uomo con le sue passioni, le sue gioie e i suoi dolori. Nei pressi della porta di Nain, Gesù incontra il mistero della morte con il suo corteo di dolore e di pianto: una madre vedova e, adesso, privata anche del suo unico figlio. La folla che segue Gesù incontra la molta gente della città, i loro cammini si intersecano e si confondono, l'una non è estranea all'altra, la vita non è estranea alla morte e viceversa.

Fu preso da grande compassione per lei
Nell'Esodo, Dio si muove a compassione perché ha ascoltato il grido di sofferenza pel popolo schiavo degli egiziani. Più che la realtà evidente della morte, è il carico di sofferenza e dolore, che dalla morte è ingenerato, che muove il Signore a compassione. Gesù vede la sofferenza di quella donna, vedova: le vedove hanno un ruolo simbolico in Luca e nei profeti come Elia. La vedova è il simbolo d'Israele reso sterile perché che non ha più lo sposo, anche il figlio è morto e con lui ogni speranza di fecondità futura. Il suo pianto è inconsolabile, ma Gesù la invita a non piangere.

«Ragazzo, dico a te, àlzati!».
Il racconto di Luca ci offre una progressione: Gesù si avvicina, tocca il feretro, parla al morto, lo invita a destarsi, poi lo restituisce alla madre: restituisce il futuro. L'avvicinarsi e il toccare non sono distanti dallo stesso gesto che anche noi siamo abituati a fare per esprimere la nostra partecipazione e l'affetto, come l'abbraccio indica la solidarietà e il cordoglio... Gesù esplicita nel gesto la sua compassione, la comunione della sofferenza. Raccontando la restituzione del ragazzo risvegliato alla madre - passando dalla realtà al segno - Luca ci racconta l'opera di Dio che salva l'umanità chinandosi su di lei e restituendole speranza e fecondità liberate dalla morte. È la Parola che rende ancora feconda la vita soppressa dalla morte: Gesù dice di dire àlzati, il ragazzo seduto sulla bara cominciò a parlare; la folla glorificava Dio dicendo... e ancora: questa parola su di lui uscì per tutta la regione.

«Dio ha visitato il suo popolo»
Il giovane riavuto la vita, siede sulla bara, sulla morte annientata, e si mette subito a parlare, come Zaccaria dopo aver dato il nome a Giovanni comincia a profetare: "Dio ha visitato il suo popolo" (Lc 1,68). La folla, avvenuto il miracolo, glorificava Dio proprio con le stesse parole.
La morte sembra segnare il confine e il limite dell'uomo ma non di Dio che visita l'umanità. Cristo è "la resurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore vivrà" (Gv. 11,25). Le parole: vita, morte, resurrezione non coincidono più con l'esperienza biologica, in Gesù si intrecciano, si confondono per acquistare un significato totalmente nuovo.
La reazione delle folle sottolinea l'esperienza di un'umanità che vede la novità di Dio. E la fede di quella folla si dilata nella nostra fede.

LETTURE DELLA DOMENICA
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Colletta
O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Dio, consolatore degli afflitti, tu illumini il mistero del dolore e della morte con la speranza che splende sul volto del Cristo; fa’ che nelle prove del nostro cammino restiamo intimamente uniti alla passione del tuo Figlio, perché si riveli in noi la potenza della sua risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te...  

PRIMA LETTURA (1Re 17,17-24)
Tuo figlio vive.

In quei giorni, il figlio della padrona di casa, [la vedova di Sarepta di Sidòne,] si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elìa: «Che cosa c’è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». 
Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». 
Il Signore ascoltò la voce di Elìa; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elìa prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elìa disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elìa: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 29)
Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

SECONDA LETTURA (Gal 1,11-19) 
Si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti.

Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. 
Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. 
Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.

VANGELO (Lc 7,11-17) 
Ragazzo, dico a te, alzati! 

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
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