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La Liturgia di Domenica 25 Ottobre 2015

23/10/2015

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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
VA', LA TUA FEDE TI HA SALVATO
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Il protagonista del Vangelo di oggi è un cieco, Bartimeo. Questo cieco è talmente preso dalla speranza di ottenere una grazia da Gesù che non si ferma nemmeno davanti ai rimproveri della gente. Egli continua a gridare: «Gesù abbi pietà di me!» (Mc 10,47). È una domanda angosciosa di chi sa di aver bisogno di compassione. Ma quella invocazione: «Figlio di Davide», è anche una vera e propria professione di fede. Il Figlio di Davide, ovvero colui che doveva nascere dalla stirpe di Davide, era il Messia promesso, atteso e sperato. Il senso di questa frase era ben chiaro per ogni ebreo. Dalla ripetizione di questa invocazione vediamo la convinzione di Bartimeo di trovarsi davanti al Messia. Questa fede è messa alla prova dai rimproveri della folla, ma il cieco non si ferma e ripete la stessa supplica.

Gesù, allora, si ferma e lo fa chiamare. Bartimeo balza in piedi e, pieno di speranza, va incontro a Lui. Il Signore non aveva certamente bisogno di sapere di cosa avesse bisogno quel povero cieco, ma ugualmente gli domanda: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (Mc 10,51). Gesù gli rivolge quella domanda per dargli l'occasione di sentirsi compreso e per rafforzare la sua fede. Così Gesù fa anche con noi: Egli sa di cosa abbiamo bisogno, prima ancora che glielo manifestiamo nella preghiera; ciononostante Egli vuole che noi formuliamo la nostra richiesta per dilatare in noi il desiderio della grazia e per esercitare la nostra fede. Egli vuole questa richiesta al punto che, se manca, tante volte non riceviamo l'aiuto di cui abbiamo bisogno. Da tutta l'eternità, Dio sa quelle che sono le grazie a noi necessarie, Egli vuole donarcele, ma, tante volte le condiziona alla nostra preghiera, di modo che, se pregheremo le riceveremo; se, al contrario, non le domandiamo con umiltà e perseveranza, rimarremo nella nostra indigenza.

Bartimeo persevera nella sua preghiera, e Gesù l'esaudisce. Compiuto il miracolo, il Salvatore dice all'uomo beneficato: «Va', la tua fede ti ha salvato» (Mc 10,52). Gesù domanda la fede anche da parte nostra. La mancanza di fede, in un certo senso, paralizza l'Onnipotenza di Dio. Quante grazie Egli non può donarci perché non preghiamo e perché la nostra preghiera è fatta senza fede viva! Quando la Madonna apparve a Parigi nel 1830 si mostrò a santa Caterina Labuoré nell'atteggiamento che possiamo osservare nella celebre "Medaglia Miracolosa": dei raggi luminosi partivano dalle sue mani e si indirizzavano verso terra. Quei raggi simboleggiavano le grazie che Ella donava all'umanità, ma alcuni raggi erano opachi e non risplendevano come gli altri. I raggi opachi simboleggiavano tutte le grazie che Ella avrebbe voluto donare da parte di Dio all'umanità, ma non poteva farlo proprio perché non si pregava con fede.

Facciamo nostro il grido di Bartimeo, e innalziamo sempre fiduciosi la nostra preghiera a Dio per la mediazione materna della Vergine Santa. Alla nostra preghiera fiduciosa seguirà poi la pioggia benefica della grazia di cui abbiamo tanto bisogno. San Claudio de la Colombiere affermava che la preghiera, e si intende la preghiera fiduciosa, è l'onnipotenza di Dio nelle nostre mani. Per mezzo di essa si può ottenere tutto da Dio, di modo che non ci saranno più raggi opachi. Una cosa dispiace in modo particolare al Signore: la nostra diffidenza. Non diamogli più questo dispiacere e gridiamo sempre con fede incrollabile la nostra invocazione: «Gesù, abbi pietà di noi!». Affidiamoci all'intercessione della Madonna e dei Santi nostri protettori. Allora la nostra preghiera sarà sostenuta dalla loro preghiera e giungerà certamente al Cuore di Gesù. Il Signore domanderà anche a noi: «Che cosa vuoi che io faccia per te?», e noi gli manifesteremo con grande semplicità e confidenza ciò che ci sta particolarmente a cuore.
Il momento della Comunione, quando Gesù è dentro il nostro cuore, è il momento più bello per manifestare a Lui i nostri desideri. E, se nella preghiera questi desideri aumentano sempre di più, è segno che il Signore vuole esaudirli. È stato Lui ad ispirarceli, aspetta solo la nostra preghiera umile, fiduciosa e perseverante.

LETTURE DELLA DOMENICA
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Colletta
Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

Oppure:  
O Dio, luce ai ciechi e gioia ai tribolati, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e compassionevole verso coloro che gemono nell’oppressione e nel pianto, ascolta il grido della nostra preghiera: fa’ che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre e si mettano in cammino verso di te.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Ger 31,7-9)
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Così dice il Signore: 
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo,
il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 125)
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.    

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.    

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
​
SECONDA LETTURA (Eb 5,1-6)
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. 
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek». 

VANGELO (Mc 10,46-52)
Rabbunì, che io veda di nuovo!

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

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