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La Liturgia di Domenica 18 Ottobre 2015

17/10/2015

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XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - RITO ROMANO
CHI VUOLE DIVENTARE GRANDE TRA VOI SARA' VOSTRO SERVO
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Anche questa domenica il Vangelo ci parla di umiltà e di croce. Si avvicinarono a Gesù i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, e gli chiesero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10,37). Gli Apostoli non avevano ancora compreso l'insegnamento di Gesù, essi ricercavano ancora la gloria umana, mentre il Maestro voleva far capire a loro che si entra nella gloria del Regno solo attraverso la sofferenza della croce e l'umiltà del cuore. Per far comprendere questa esigenza, Gesù domanda loro: «Potete bere il calice che io bevo?» (Mc 10,38). Gesù intende il calice amaro della Passione e Morte in Croce. Giacomo e Giovanni non comprendono ancora bene, e rispondono: «Lo possiamo» (Mc 10,39). Gesù predice loro che anch'essi avrebbero bevuto questo calice amaro – infatti tutti gli Apostoli dopo la Pentecoste ebbero a soffrire per il Nome di Gesù, e quasi tutti morirono martiri –, ma afferma che spetta solo al Padre stabilire a chi spettano i posti d'onore accanto a Lui nella gloria.

Dall'altra parte vediamo gli altri dieci Apostoli. Anch'essi non avevano ancora compreso la grande lezione di umiltà e carità del Salvatore, e «cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni» (Mc 10,41) a causa della loro grande pretesa. Ecco allora che Gesù impartisce a tutti e Dodici un grande insegnamento, facendo loro comprendere chi è veramente grande agli occhi di Dio: «Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,43-45).

In poche parole, Gesù ci insegna a ricercare sempre l'ultimo posto. La ricerca dell'ultimo posto ha sempre contraddistinto la condotta dei Santi, i quali volevano fedelmente seguire le orme di Gesù e vivere in umiltà. La vera umiltà si riconosce da alcuni segni. Come quando c'è molto caldo e il sole picchia, istintivamente si cerca l'ombra; così l'anima umile cerca di rimanere sempre nascosta. Essa, quando è posta in alto, si sente a disagio.

Il secondo segno è quello di accettare serenamente le umiliazioni che ci vengono dagli altri. Essa soffre interiormente per l'umiliazione subita; ma, nel profondo del suo cuore, rimane in una pace inalterata. Un conto è umiliarsi davanti agli altri, con la segreta speranza che nessuno ci creda, un altro conto è subire una ingiusta umiliazione e rimanere tranquilli. San Francesco d'Assisi si dimostrava riconoscente nei confronti di tutti quelli che, in qualche modo, lo riprendevano e lo umiliavano.

Un altro segno è quello di parlare sempre bene di tutti. Si capisce: se l'umile si considera l'ultimo di tutti, di conseguenza pensa bene di tutti. Non potrebbe essere diversamente. San Francesco era convinto che se Dio avesse dato le grazie a lui concesse a qualsiasi delinquente di questo mondo, questi sarebbe certamente meglio di lui. Forse questo è il segno più certo che denota una grande carità d'animo.

Poi vi sono altri segni. Uno consiste nel non potersi inorgoglire delle lodi ricevute. L'anima umile sa benissimo che è Dio l'artefice di tutto il bene che riesce a compiere, per cui indirizza subito la lode ricevuta al suo Signore. Così fece la Madonna, la quale, lodata da Elisabetta, esclamò: «L'anima mia magnifica il Signore». L'ultimo segno che consideriamo consiste nel non accorgersi nemmeno del bene che si fa. Questo segno lo vediamo in tutto il suo splendore nella vita di san Francesco, il quale, prima di morire, disse così ai frati radunati attorno a lui: «Fratelli, iniziamo a far del bene, perché finora non abbiamo fatto nulla».

La ricerca dell'ultimo posto ha contraddistinto la vita di sant'Antonio da Padova. Egli, prima di entrare nell'Ordine francescano, era già un profondo teologo e un grande predicatore; ma, una volta entrato tra i frati, volle nascondere queste sue doti per poter vivere nell'ombra. Nel convento dove fu destinato svolse i lavori più umili, stimando una grande grazia quel genere di vita così nascosta agli occhi degli uomini. Ma Dio dispose diversamente. Un giorno, essendoci delle Ordinazioni sacerdotali, e venuto meno il predicatore per un imprevisto, serviva qualcuno che annunziasse la Parola di Dio all'assemblea radunata. Tutti gli altri sacerdoti si tirarono indietro perché non erano preparati e temevano di fare una brutta figura. Allora i Superiori ordinarono all'obbediente sant'Antonio di predicare. Fu una predica meravigliosa e, da quel giorno, i Superiori lo destinarono alla predicazione popolare, per la gloria di Dio e il bene delle anime.

Chi si umilia sarà innalzato!

LETTURE DELLA DOMENICA
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​Colletta
Dio Onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

Oppure:  
Dio della pace e del perdono, tu ci hai dato in Cristo il sommo sacerdote che è entrato nel santuario dei cieli in forza dell’unico sacrificio di espiazione; concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere fino in fondo il calice della tua volontà e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Is 53,10-11)
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (Eb 4,14-16)
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. 
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. 
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

VANGELO (Mc 10,35-45)
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Forma breve 
(Mc 10, 42-45)
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e disse loro: 
«Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 
Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

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