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La Liturgia di Lunedi 23 Ottobre 2017

22/10/2017

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23.10.2017 - Lunedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,  
crea in noi un cuore generoso e fedele,  
perché possiamo sempre servirti con lealtà  
e purezza di spirito.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 4,20-25)
È stato scritto anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo.

Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

SALMO RESPONSORIALE (Lc 1)
Rit: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. 

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza. 

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

VANGELO (Lc 12,13-21) 
Quello che hai preparato, di chi sarà? 

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». 
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Commento
Gesù si rifiuta di entrare nella disputa per questione ereditarie fra i due fratelli del vangelo di oggi. Gesù sa bene che siamo perfettamente in grado di affrontare questioni di questo genere senza tirare Dio per la giacca e senza invocare i santi. Esiste una autonomia delle realtà terrene voluta dal Creatore e Dio non interviene in questioni che gli uomini possono dirimere lasciandosi illuminare da una coscienza retta. È una forte testimonianza della capacità dell'essere umano a gestire la propria esistenza, una inconsueta testimonianza di laicità che Dio stesso vuole. Ma, ricorda Gesù con la parabola del ricco agricoltore, i discepoli devono vegliare sul loro rapporto coi beni materiali e col denaro. Gesù non è classista né condanna la ricchezza frutto del lavoro dell'uomo. Ma ammonisce: la ricchezza è un inganno perché promette ciò che non può mantenere. E la Bibbia allarga la riflessione: la ricchezza è sempre dono di Dio ma la povertà è sempre colpa del ricco perché i beni della terra sono da condividere con generosità. Viviamo liberi dalle insidie della cupidigia e della bramosia!
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La Liturgia di Domenica 22 Ottobre 2017

20/10/2017

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XXIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
CESARE E DIO

Cesare o Dio?

Quante volte questa frase di Gesù è stata usata per giustificare le prese di posizione più diverse!
L'hanno usata i governi laici per sostenere la loro autonomia nei confronti dell'ingerenza della Chiesa.
L'ha usata la Chiesa per difendere la legittimità della propria organizzazione in seno allo Stato.
Ma l'hanno usata anche i governi anticlericali per giustificare le proprie discutibile azioni.
E qualche Papa in vena di delirio di onnipotenza per giustificare le proprie rivendicazioni sulle cose terrene, politica compresa.
Come sempre accade, dobbiamo avere il coraggio di prendere la Parola com'è, inserendola nel suo contesto, cercando di capire cosa intendesse il Signore anche se, in questo caso, l'affermazione di Gesù resta enigmatica.

Inghippo
La prima cosa che Matteo fa notare è il fatto che la domanda viene posta per mettere in difficoltà Gesù: è una vera e propria trappola quella che gli viene tesa. Israele, da quasi un secolo, vive sotto la dominazione romana, a tratti più presente e pressante, in altri momenti, come quello in cui vive Gesù, più discreta. Ma resta il fatto che ogni suddito dell'Impero doveva versare una tassa almeno una volta all'anno e nessuno ama pagare le tasse, figuriamoci se poi finiscono ad un governo considerato invasore ed oppressore!
La cosa curiosa è che sono gli erodiani e i farisei a porre la domanda.
Gli erodiani: collaboratori di Erode Antipa, incapace figlio di Erode il grande, re fantoccio di Roma, strenui difensori della romanità di Israele. E i farisei, i perushim, i puri che consideravano un'umiliazione l'occupazione romana.
Strana coppia!
Ma, come ben sappiamo, quando si ha un nemico comune si mettono da parte dissidi e rancori.
E il nemico ha un volto preciso: il rabbì di Nazareth che si fa beffe dello zelo dei farisei e non si schiera dalla parte degli erodiani.
Un uomo libero; perciò inquietante e pericoloso.
La trappola è bene tesa: se Gesù rifiuta di pagare la tassa si pone contro Roma e gli erodiani presenti, diventando uno dei tanti anarchici idealisti che periodicamente entrano in scena.
Se Gesù accetta di pagare le tasse si mette contro il popolo che freme nel vedersi imporre un balzello dall'odiato occupante.
Un applauso, sono proprio dei gran bastardi.

Stile
E Gesù ne viene fuori con una mossa azzardata, un coup de thèatre che ancora dimostra, se ce ne fosse bisogno, di che pasta è fatto il galileo.
Chiede una moneta.
I farisei, ingenuamente, frugano sotto la tunica e gliela porgono.
I puri tengono in tasca una moneta con l'effige di Tiberio Cesare.
Un capitolo prima Matteo ci ha detto che il colloquio si svolge nel tempio, dove era impensabile far entrare una moneta romana che violava il divieto di immagine e che, perciò, era sostituita con una moneta "neutra" ad uso esclusivo del tempio. Begli ipocriti.
Nelle questioni di principio volano alto e fanno i perfettini.
Nel quotidiano, come tutti, cedono a mille compromessi. Ma senza ammetterlo.
Ci sono cascati, ma Gesù non infierisce e gioca con loro.
Se l'immagine è di Tiberio bisogna restituirgli la moneta, non ci sono storie.
E restituire a Dio ciò che è di Dio.

Quindi
Quindi il discepolo è un cittadino esemplare.
Vive con gli altri, condivide i loro progetti e le loro fatiche, paga le tasse (!), segue le leggi degli uomini. Eppure il suo cuore è diverso, altrove, vede le cose ad un altro livello, ad un'altra profondità.
Quindi esistono cose che riguardano Cesare in cui non bisogna tirare in ballo Dio anche se il Cristo, davanti al procuratore romano che lo condanna, gli ricorderà che ogni potere umano deriva da Dio per il servizio del ben comune.
Quindi esiste qualcosa di nostro che appartiene a Dio e che gli va restituito.
Gesù, magnificamente, resta in equilibrio fra la tentazione, ricorrente nella Chiesa, di disinteressarsi del mondo. O di colonizzarlo.
Né l'uno, né l'altro. Siamo chiamati a mantenerci in equilibrio fra la tentazione di fuggire il mondo o di fagocitarlo, restando legati al vangelo, restando cittadini leali.

Ciro
Poi Dio farà il suo percorso.
Come profetizza Isaia ai deportati in Babilonia, vedendo il sorgere, sulla scena politica internazionale, di Ciro di Persia. Come Babilonia irrompe nel conflitto fra Assiri ed Egiziani diventando una grande potenza, così Ciro sbaraglierà i babilonesi, liberando tutti prigionieri e favorendo la ricostruzione dei propri templi.
Isaia fa parlare Dio che usa Ciro come suo strumento.
È impressionante leggere la versione di Ciro che, invece, attribuisce al proprio Dio Marduk la vittoria.
Ma al Dio vero queste sottigliezze non infastidiscono.

Provvidenza
Dio agisce nella storia e nelle nostre piccole storie, inaspettatamente.
Paolo, scoraggiato per il fiasco ad Atene e provato dalla difficile comunità di Corinto, riceve notizie da parte di Timoteo e Sila, provenienti dalla Tessalia. Paolo non aveva potuto rafforzare la nascente comunità dovendo fuggire a causa dell'odio di alcuni ebrei. Ora i suoi amici gli dicono di avere trovato, invece, una comunità fiorente e ricca che ha grande stima per l'apostolo che è dovuto fuggire. La lettera scritta nel 51, il primo scritto del Nuovo Testamento, ci restituisce l'umanissima consolazione di Paolo che vede in questi eventi l'azione dello Spirito nella storia.
Che bello!
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
crea in noi un cuore generoso e fedele,  
perché possiamo sempre servirti con lealtà  
e purezza di spirito.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:  
Colletta
O Padre, a te obbedisce ogni creatura  
nel misterioso intrecciarsi  
delle libere volontà degli uomini;  
fa’ che nessuno di noi abusi del suo potere,  
ma ogni autorità serva al bene di tutti,  
secondo lo Spirito e la parola del tuo Figlio,  
e l’umanità intera riconosca te solo come unico Dio.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 45,1.4-6)
Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Grande è il Signore e degno di ogni lode.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA (1Ts 1,1-5) 
Mèmori della vostra fede, della carità e della speranza. 

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. 
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

VANGELO (Mt 22,15-21) 
Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. 

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. 
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». 
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
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La Liturgia di Sabato 21 Ottobre 2017

20/10/2017

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21.10.2017 - Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia,  
Signore,  
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,  
non ci stanchiamo mai di operare il bene.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 4,13.16-18)
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.

Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. 
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 104)
Rit: Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi. 

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.

VANGELO (Lc 12,8-12) 
Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire. 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Commento
Possiamo tapparci le orecchie e chiudere gli occhi davanti all'evidenza, possiamo drammaticamente e ostinatamente chiudere il nostro cuore all'accoglienza della Parola, possiamo girare lo sguardo dall'altra parte e rifiutare la presenza di Dio. Dio opera ed agisce con discrezione nella nostra vita, certo, ma possiamo trovarci davanti all'evidenza e non accogliere la sua proposta di amore. Allora il nostro cuore si chiude all'azione dello Spirito Santo e non siamo più capaci di volare alto, di scoprire la nostra vera identità, il grande progetto che Dio ha sul mondo... che peccato! Il peccato contro lo Spirito è l'ostinato rifiuto di aprire gli occhi davanti alla misericordia e ci precipita in una cecità insormontabile che Dio rispetta. Anche Dio fa quel che può e non forza mai la nostra libertà. Possiamo scegliere di non conoscerlo, di non incontrarlo, di non stare con lui. Vegliamo su noi stessi, allora, guardiamoci con quanta più onestà possibile e restiamo disponibili alla conversione del cuore. E non spaventiamoci se, discepoli, saremo chiamati a rendergli testimonianza in un mondo sempre più intollerante verso la nostra Chiesa!

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a sera
MESSA PREFESTIVA della
XXIX DOMENICA del TEMPO ORDINARIO
ANNO A - RITO ROMANO
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La Liturgia di Venerdi 20 Ottobre 2017

19/10/2017

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20.10.2017 - Venerdì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia,  
Signore,  
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,  
non ci stanchiamo mai di operare il bene.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 4,1-8)
Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.

Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. 
Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. 
A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia. 
Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
«Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 31)
Rit: Tu sei il mio rifugio, Signore.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore
ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore,
gridate di gioia!

VANGELO (Lc 12,1-7) 
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. 

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: 
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Commento
Non dobbiamo temere, valiamo molto più dei passeri... Con questa scanzonata affermazione Gesù ci mette di buon umore, ci rassicura; siamo preziosi agli occhi di Dio. Se diventiamo discepoli, se davvero accettiamo l'enorme sfida del vangelo e del mondo nuovo non dobbiamo temere nulla. I devoti contemporanei di Gesù sono molto attenti all'esteriorità, pensano che la fede consista nell'osservare con scrupolo le tante prescrizioni della Legge orale, nessuno ha mai fatto loro un discorso di autenticità, nessuno mai li ha richiamati alla verità. Gesù, invece, ci ammonisce: solo se siamo autentici possiamo incontrare Dio, solo se siamo veri possiamo incontrare il Dio vero. Quante volte, purtroppo, la nostra religiosità si confronta con l'apparenza, quante volte facciamo o non facciamo delle cose per timore del giudizio di chi ci osserva! Nessuna doppiezza, anche santa, anche cattolica, fra di noi: Dio vede continuamente il nostro cuore, lo scruta. Non come un ficcanaso importuno ma come colui che ci conosce meglio di quanto noi stessi possiamo conoscerci e che, perciò, sa come farci crescere. Fidiamoci, affidiamoci con assoluta lealtà, con trasporto, con passione. Come i passeri.
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La Liturgia di Giovedi 19 Ottobre 2017

18/10/2017

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19.10.2017 - Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia,  
Signore,  
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,  
non ci stanchiamo mai di operare il bene.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 3,21-30)
L’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.

Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. 
È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.
Dove dunque sta il vanto? È stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. 
Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! Poiché unico è Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 129)
Rit: Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

VANGELO (Lc 11,47-54) 
Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa. 

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Commento
Un brivido mi percorre la schiena, un sudore freddo. Abbasso lo sguardo dopo avere letto questo brano, sempre. È uno sfogo di Gesù, una sofferta testimonianza, una inattesa confidenza. Sono venuto a portare il fuoco, dice il Signore. Il fuoco che incendia, che purifica, che divora, che illumina. Il fuoco che divampa e contagia. E parla di guerra, di lotte, di incomprensioni fra membri della famiglia in nome suo. E di un battesimo. Non più quello del Battista, no. Un battesimo grondante sangue, un battesimo dolorante, un battesimo crocefisso. Sì, tremo davanti a queste parole. Tremo guardando le nostre assonnate assemblee, le nostre piccole meschinità in parrocchia. E le riunioni pastorali per decidere la data della prima comunione e le piccole guerre per la preparazione del presepe, e le polemiche fra movimenti cattolici. Dov'è il fuoco che brucia? Dov'è l'ansia che divora? La passione per l'annuncio? Leggo e tremo, leggo e prego il Signore di aiutarmi a crescere nella passione per il Regno, come ha saputo fare lui. Che il suo battesimo di sangue non diventi inutile...
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La Liturgia di Mercoledi 18 Ottobre 2017

17/10/2017

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8.10.2017 - SAN LUCA
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Grado della Celebrazione: Festa
Colore liturgico: Rosso

Figlio di pagani, Luca appartiene alla seconda generazione cristiana. Compagno e collaboratore di san Paolo, che lo chiama «il caro medico», è soprattutto l’autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Al suo Vangelo premette due capitoli nei quali racconta la nascita e l’infanzia di Gesù. In essi risalta la figura di Maria, la «serva del Signore, benedetta fra tutte le donne». Il cuore dell’opera, invece, è costituito da una serie di capitoli che riportano la predicazione da Gesù tenuta nel viaggio ideale che lo porta dalla Galilea a Gerusalemme. Anche gli Atti degli Apostoli descrivono un viaggio: la progressione gloriosa del Vangelo da Gerusalemme all’Asia Minore, alla Grecia fino a Roma.
Protagonisti di questa impresa esaltante sono Pietro e Paolo. A un livello superiore il vero protagonista è lo Spirito Santo, che a Pentecoste scende sugli Apostoli e li guida nell’annuncio del Vangelo agli Ebrei e ai pagani. Da osservatore attento, Luca conosce le debolezze della comunità cristiana così come ha preso atto che la venuta del Signore non è imminente. Dischiude dunque l’orizzonte storico della comunità cristiana, destinata a crescere e a moltiplicarsi per la diffusione del Vangelo. Secondo la tradizione, Luca morì martire a Patrasso in Grecia.

Colletta
Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca  
per rivelare al mondo  
con la predicazione e con gli scritti  
il mistero della tua predilezione per i poveri,  
fa’ che i cristiani  
formino un cuor solo e un’anima sola,  
e tutti i popoli vedano la tua salvezza.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (2Tm 4,10-17)
Solo Luca è con me.

Figlio mio, Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. 
Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene.
Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è accanito contro la nostra predicazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit: I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. 

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

VANGELO (Lc 10,1-9) 
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. 

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Commento
Prega con noi, oggi, san Luca. Il suo Vangelo è una meraviglia continua: traspare tutta la bontà e la misericordia di Gesù, aspetto, questo, che deve avere profondamente impressionato l'evangelista.

Luca è un tipo straordinario: è di Antiochia, ha conosciuto Gesù attraverso la predicazione di Paolo e lo ha seguito in alcuni suoi viaggio missionari, è una persona colta, forse un medico, e scrive un'opera storica imponente sulla vita di Gesù e sulle origini della comunità cristiana. Il suo modo di scrivere è raffinato e lineare: si percepisce che ha una solida cultura di base. Se non avessimo il suo vangelo non conosceremmo la parabola del Buon Samaritano, della pecora perduta, non sapremmo chi sono il buon ladrone e Zaccheo, non sapremmo di quella adolescente di Nazareth, Maria, chiamata a diventare la porta d'ingresso per Dio nel mondo... e soprattutto non avremmo la pagina più eclatante del vangelo, quella di quei due figli famosi, uno che fugge e torna, l'altro indispettito dall'atteggiamento del Padre che ci svela il vero volto di Dio. Dante chiamava Luca scriba mansuetudinis Christi, lo scriba della mansuetudine di Cristo ed aveva colto nel segno. Il suo vangelo ci porta proprio a conoscere il sorriso di Dio e la sua tenerezza, ma è stato anche usato come manuale di predicazione per i pagani o come manuale del missionario, del discepolo che annuncia la Buona novella. Chiediamogli, oggi, di potere conoscere, come lui, il volto misericordioso e compassionevole di Cristo…
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La Liturgia di Martedi 17 Ottobre 2017

16/10/2017

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17.10.2017 - Sant'Ignazio di Antiochia
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Rosso

Fu il terzo vescovo di Antiochia, in Siria, città che fu la terza metropoli del mondo antico - dopo Roma e Alessandria d'Egitto - e di cui san Pietro stesso era stato il primo vescovo. Non era cittadino romano, e pare che non fosse nato cristiano, convertendosi in età non più giovanissima. Mentre era vescovo ad Antiochia, l'Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione. Arrestato e condannato, Ignazio fu condotto, in catene, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell'Imperatore e i cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati dalle belve. Durante il viaggio da Antiochia a Roma, Ignazio scrisse sette lettere, in cui raccomandava di fuggire il peccato, di guardarsi dagli errori degli Gnostici, di mantenere l'unità della Chiesa. Di un'altra cosa poi si raccomandava, soprattutto ai cristiani di Roma: di non intervenire in suo favore e di non salvarlo dal martirio. Nell'anno 107 fu dunque sbranato dalle belve verso le quali dimostrò grande tenerezza. «Accarezzatele " scriveva " affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno».

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,  
che nel sacrificio dei martiri  
edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo,  
fa’ che la gloriosa passione  
che meritò a sant’Ignazio una corona immortale,  
ci renda sempre forti nella fede.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 1,16-25)
Gli uomini, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio.

Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. 
Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: I cieli narrano la gloria di Dio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. 

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Canto al Vangelo (Eb 4,12) 
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

VANGELO (Lc 11,37-41) 
Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro. 

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

Commento
È esigente il Signore, specialmente con noi devoti. Chiede una sintonia assoluta fra il dentro e il fuori, fra il detto e il vissuto. All'apparenza anarchico e senza regole, in realtà il Signore riporta la Legge di Dio alla sua radice, alla sua origine, come manifestazione di fede, non come ostentazione di bravura e di devozione. Così ci obbliga, il Signore, ad essere sinceri e leali: non si bara davanti a Dio. Non spaventatevi, però: la stragrande maggioranza delle cose che facciamo sono frutto della nostra devozione, non una richiesta di Dio. Dio non è affatto severo con noi. Lo è se ci arrampichiamo sui vetri dell'esteriorità per mostragli che siamo dei pii credenti! Non chiede belle statuine, il creatore dell'uomo: sa bene che proveniamo dal fango. E suggerisce un atteggiamento che è del discepolo: diamo in elemosina ciò che c'è dentro noi stessi. Non misuriamo il dono, il gesto di bene che possiamo compiere, la disponibilità e la generosità. Diamo in elemosina il dentro, l'essenziale, ciò che siamo in profondità, il resto ci verrà in cambio, una misura colma e ben scossa ci sarà versata in grembo…

SOTTOLINEATO: Date in elemosina il dentro. Frase misteriosa eppure densa di profezia quella che Gesù pronuncia: l'elemosina che siamo chiamati a dare non è quella doverosa al fratello povero ma, soprattutto, quella molto più difficile di noi stessi. Diamo in elemosina la nostra stessa vita, regaliamola al Signore perché la faccia diventare testimonianza per i fratelli, spendiamoci per il Regno, il grande sogno di Dio.
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La Liturgia di Lunedi 16 Ottobre 2017

15/10/2017

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16.10.2017 - Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia,  
Signore,  
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,  
non ci stanchiamo mai di operare il bene.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Rm 1,1-7)
Per mezzo di Cristo abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti.

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Il Signore si è ricordato del suo amore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

VANGELO (Lc 11,29-32) 
Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona. 

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Commento
Continuiamo a chiedere segni, viviamo la fede come una forma di superstizione che poco ha che vedere con la sobrietà e l'equilibrio dei Vangeli. Anche noi, come i contemporanei di Gesù, corriamo il rischio di correre dietro le apparizioni e i miracoli invece di interpretare i tanti segni che il Signore ci manda nella quotidianità. La richiesta del miracolo e dell'apparizione rivela una piccola fede che ha bisogno di prodigi miracolosi senza riconoscere il grande prodigio della presenza del Figlio di Dio in mezzo a noi! In particolare Gesù chiede di prestare attenzione a due grandi segni: quello della profezia dei tanti che, come Giona, ancora ci invitano a conversione e quello della ricerca della sapienza che mise in moto la regina di Saba e la spinse a verificare la fama del re Salomone. Ascoltare la profezia e la sapienza, accogliere chi ci invita a conversione e chi parla con saggezza, dote sempre più rara nelle nostre verbose ma superficiali società. Ben più di Giona e di Salomone abbiamo qui: la Parola di Dio stessa incarnata e resa accessibile ad ogni uomo che cerca Dio. Smettiamola di chiedere segni a e accorgiamoci del grande segno che è Cristo fra di noi!
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La Liturgia di Domenica 15 Ottobre 2017

13/10/2017

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XXVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A - RITO ROMANO
Grado della Celebrazione: Domenica
Colore liturgico: Verde
COMMENTO AL VANGELO
INVITATI A NOZZE

Il Regno di Dio, ci spiega Matteo, è una bella festa di nozze riuscita. Una festa bella perché composta da persone belle, che si vogliono bene, che gioiscono per la gioia degli altri. Ecco, dice Gesù: la presenza di Dio è qualcosa di simile.

Il Dio di Gesù invita l'umanità ad un splendida festa di nozze in cui lo sposo è Gesù stesso. Ma allora - scusate - perché molti pensano alla fede come al più triste dei funerali? La sfida del cristianesimo nel terzo millennio è passare da una fede crocefissa ad una fede risorta, perché la gioia cristiana è una tristezza superata, il partecipare al banchetto nuziale che inizia qui e finirà nell'eterno cuore di Dio. Ma, lo sappiamo, l'amore lascia liberi. Dio, il grande amante, si pone un limite rispettando la libertà degli uomini, non viola la nostra privacy, la sua presenza è discreta, il suo invito stenta a farsi udire in mezzo al frastuono delle nostre città. E, in effetti, l'invito cade nel vuoto. Le scuse, oggi come allora, sono sempre le stesse: non ho tempo, non è il momento, ci penserò. Come se ci fosse qualcosa di più importante, nella vita, dello scoprirsi amati da Dio! Non si scoraggia, il padrone dell'Universo: sono invitate persone sconosciute. Dio ribalta le posizioni sociali e i ruoli: nel Regno non conta chi è riuscito, ma chi accetta di partecipare al banchetto. Ancora una volta il Signore ci chiede di non sederci sulla nostra fede, di non pensare di avere acquisito delle posizioni di privilegio, ma di avere sempre un cuore da mendicanti, pieno di stupore. Per accorgerci, insieme alla comunità, di avere il privilegio di essere ospiti di Dio.
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LITURGIA DELLA PAROLA
Colletta
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia,  
Signore,  
perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,  
non ci stanchiamo mai di operare il bene.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

oppure:
Colletta  
O Padre,  
che inviti il mondo intero alle nozze del tuo Figlio,  
donaci la sapienza del tuo Spirito,  
perché possiamo testimoniare  
qual è la speranza della nostra chiamata,  
e nessun uomo  
abbia mai a rifiutare il banchetto della vita eterna  
o a entrarvi senza l’abito nuziale.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 25,6-10)
Il Signore preparerà un banchetto, e asciugherà le lacrime su ogni volto.

Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l’ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)
Rit: Abiterò per sempre nella casa del Signore.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.     

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA (Fil 4,12-14.19-20) 
Tutto posso in colui che mi dà forza. 

Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. 
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. 
Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

VANGELO (Mt 22,1-14) 
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. 
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
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La Liturgia di Sabato 14 Ottobre 2017

13/10/2017

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14.10.2017 - Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario 
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta
O Dio, fonte di ogni bene, 
che esaudisci le preghiere del tuo popolo 
al di là di ogni desiderio e di ogni merito, 
effondi su di noi la tua misericordia: 
perdona ciò che la coscienza teme 
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gl 4,12-21)
Date mano alla falce, perché la messe è matura.

Così dice il Signore:
Si affrettino e salgano le nazioni
alla valle di Giòsafat,
poiché lì sederò per giudicare
tutte le nazioni dei dintorni.
Date mano alla falce,
perché la messe è matura;
venite, pigiate,
perché il torchio è pieno
e i tini traboccano,
poiché grande è la loro malvagità!
Folle immense
nella valle della Decisione,
poiché il giorno del Signore è vicino
nella valle della Decisione.
Il sole e la luna si oscurano
e le stelle cessano di brillare.
Il Signore ruggirà da Sion,
e da Gerusalemme farà udire la sua voce;
tremeranno i cieli e la terra.
Ma il Signore è un rifugio per il suo popolo,
una fortezza per gli Israeliti.
Allora voi saprete che io sono il Signore, vostro Dio,
che abito in Sion, mio monte santo,
e luogo santo sarà Gerusalemme;
per essa non passeranno più gli stranieri.
In quel giorno
le montagne stilleranno vino nuovo
e latte scorrerà per le colline;
in tutti i ruscelli di Giuda
scorreranno le acque.
Una fonte zampillerà dalla casa del Signore
e irrigherà la valle di Sittìm.
L’Egitto diventerà una desolazione
ed Edom un arido deserto,
per la violenza contro i figli di Giuda,
per il sangue innocente sparso nel loro paese,
mentre Giuda sarà sempre abitata
e Gerusalemme di generazione in generazione.
Non lascerò impunito il loro sangue, 
e il Signore dimorerà in Sion.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. 

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. 

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

VANGELO (Lc 11,27-28) 
Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio. 

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Commento
È un cuore di mamma mediterranea quello che si alza dalla folla. Un complimento che suscita imbarazzo e ilarità fra i discepoli che stanno ascoltando il Signore. Una mamma che invidia la mamma di Gesù, la fortuna che ha avuto nell'avere un figlio così bravo e famoso di cui potersi vantare! Gesù non si fa spiazzare e, sorridendo, ribatte: ancora meglio è accogliere la Parola e realizzarla. Come già detto altrove, il Signore propone un nuovo legame fra i discepoli, un legame basato sulla conoscenza di Dio, sulla condivisione di un progetto, sulla meditazione fattiva della Parola di Dio. È un modo completamente nuovo di vedere le relazioni famigliari, fecondate, santificate e superate dalla nuova prospettiva evangelica. Beati noi che abbiamo la fortuna immensa di avere accolto il Vangelo col cuore spalancato! Beati noi che scrutiamo la Parola ogni giorno per trovarvi luce e pace! Beati noi che viviamo in questo mondo con lo sguardo rivolto verso le cose invisibili che lo abitano! Beati noi che cerchiamo di scrutare e rintracciare il grande progetto di Dio negli eventi tumultuosi di questo mondo! Beati noi!

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MESSA PREFESTIVA della
XXVIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO
ANNO A - RITO ROMANO
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