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27.05.2015 - Mercoledì della VIII settimana del Tempo Ordinario - Anno I - Rito Romano

26/5/2015

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Immagine
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27.05.2015 - Mercoledì della VIII settimana del Tempo Ordinario - Anno I - Rito Romano
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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Colletta

Concedi, Signore, 
che il corso degli eventi nel mondo 
si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace, 
e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia al tuo servizio. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA 
(Sir 36,1-2.5-6.13-19)
Riconoscano le nazioni che non c’è Dio al di fuori di te.

Abbi pietà di noi, Signore, Dio dell’universo, e guarda,
mostraci la luce della tua misericordia,
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
Ti riconoscano, come anche noi abbiamo riconosciuto
che non c’è Dio al di fuori di te, o Signore.
Rinnova i segni e ripeti i prodigi.
Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro l’eredità come era al principio.
Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
d’Israele che hai reso simile a un primogenito.
Abbi pietà della tua città santa,
di Gerusalemme, luogo del tuo riposo.
Riempi Sion della celebrazione delle tue imprese
e il tuo popolo della tua gloria.
Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
risveglia le profezie fatte nel tuo nome.
Ricompensa coloro che perseverano in te,
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
secondo la benevolenza che hai verso il tuo popolo,
e guidaci sulla via della giustizia,
e riconoscano tutti quelli che abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.

SALMO RESPONSORIALE
 (Sal 78)
Rit: Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.

VANGELO
 (Mc 10,32-45) 
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato. 

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. 
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Preghiera dei fedeli

- Signore, sciogli le paure della tua Chiesa, perché professi con coraggio le tue beatitudini dell'umiltà e del servizio. Ti preghiamo:

Commento

Questo Vangelo ci aiuta a riflettere al mistero dell'Eucaristia, in cui avviene la trasformazione straordinaria (la "transustanziazione", in termini teologici) del pane e del vino nel corpo e sangue di Cristo. Ora, questa trasformazione ha avuto come condizione un'altra trasformazione, che è appunto espressa nel brano evangelico odierno. All'inizio troviamo un verbo passivo: ~ Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi". E i verbi successivi esprimono il significato di questo "essere consegnato": sarà condannato, schernito, flagellato, ucciso. Alla fine invece c'è un verbo attivo: Il Figlio dell'uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Abbiamo qui una trasformazione: il Figlio dell'uomo sarà consegnato passivo ; il Figlio dell'uomo è venuto per dare la propria vita: è molto diverso.
Quando ci capitano cose penose, noi spontaneamente rimaniamo allo stato passivo, cioè subiamo queste cose e sovente con la convinzione che non sia giusto. Quindi non soltanto siamo passivi, ma non siamo neppure veramente ricettivi di fronte all'evento che ci causa pena. Ora, "il Figlio dell'uomo sarà consegnato" Gesù si trovava in una situazione di sofferenza subita davvero ingiustamente, di fronte alla quale la ribellione poteva essere pienamente giustificata. Ma egli ha operato una trasformazione: di questa pena subita ha fatto un sacrificio positivo, ne ha approfittato per dare la propria vita. Ha cambiato il passivo in attivo. E una trasformazione veramente straordinaria, prendere un evento così negativo, come la croce, e farlo diventare l'evento più positivo della storia del mondo, il dono inaudito dell'amore: dare la propria vita in riscatto per molti.
Soltanto il cuore di Gesù poteva operare questa trasformazione, che è proprio la condizione per l'Eucaristia: se Gesù non avesse trasformato questa pena subita in dono generoso, non avrebbe potuto darci il suo corpo, darci il suo sangue. Doveva trasformare l'evento in dono, per poter poi trasmetterci questo dono nel sacramento. E il sacramento ha lo scopo di dare anche a noi la forza di trasformare nello stesso modo gli eventi, cioè di accogliere tutti gli avvenimenti della nostra vita, anche quando sono penosi e trasformarli in sacrificio generoso in unione con Cristo, crocifisso e risorto. Grazie all'Eucaristia questa forza è in noi e lo Spirito di Cristo ci muove continuamente ad usarla nella generosità e nella fedeltà.

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Santo del giorno
SANT’AGOSTINO DI CANTERBURY - Memoria facoltativa

Volgeva l'anno 596 quando i Sassoni, gli Angli e gli Juti, popoli germanici pagani, cacciati i Bretoni occuparono l'odierna Inghilterra. Angli sunt? Angeli fiant!, disse San Gregorio Magno. Non potendo andarvi lui stesso salito al Pontificato, scelse un gagliardo manipolo di suoi monaci benedettini e li inviò alla conquista dei conquistatori. Capo di questo eroico manipolo era Agostino, priore del monastero di SantAndrea. Giunti in Francia, atterriti dalle relazioni loro fatte, si arrestarono spaventati. 
Il Papa, anima grande, li rincorò e quei missionari rianimati, con alcuni francesi per interpreti, approdavano nel 597 all'isola di Thanet in numero di quaranta. 
Agostino notificò la sua venuta ad Etelberto, re di Kent, il più potente re dell'eptarchia. Questi andò a visitarli in quell'isola e dopo familiari conversazioni: « I vostri discorsi, disse, sono assai belli, lusimsbiere e magnifiche le promesse, ma sembrano un po' incerte. Però non sarà permesso che siate molestati; predicate pure liberamente ai miei popoli ». Li condusse nella capitale Canterbury dove li provvide di tutto quanto abbisognavano. 
Quegli ardenti figli di San Benedetto si erano preparati alla missione con veglie, austerità, digiuni e ferventi preghiere ed ora erano pronti a suggellare col sangue la loro fede. Alla loro infuocata parola, fecondata dallo Spirito Santo, le genti accorrevano in folla, abbandonavano le loro superstizioni e venivano battezzate. La conversione del re (che poi si fece santo) fu seguita da quella di un'innumerevole moltitudine di sudditi. Nel Natale del 597 diecimila furono i rigenerati alla grazia nelle acque battesimali del Tamigi. 
Poco appresso Agostino, invitato dal Papa, passò in Francia per essere consacrato vescovo ad Arles. Nel 601, il Papa gli mandò il pallio e lo costituì metropolita d'Inghilterra.
Agostino scriveva spessissimo a Roma per informare il Papa e consigliarsi in ogni contingenza. 
Favorito del dono dei miracoli, attirava le moltitudini alla croce, e la fede progrediva mirabilmente di giorno in giorno. Alla sua prima visita pastorale, fu accolto ovunque con entusiasmo. 
Volle pure arrivare ai Bretoni, i quali cacciati dagli invasori, come dicemmo, si erano ritirati sulle montagne del Galles. Essi erano cristiani, però avevano degenerato. Agostino, giunto alla loro frontiera, chiamò a concilio i loro vescovi e sacerdoti: costoro con varie pretese vollero che si convocasse un Sinodo generale: Agostino acconsentì, ma essi si ostinarono nei loro errori, onde Agostino, piangendo, predisse il loro sterminio. Finalmente, estenuato dalle fatiche apostoliche, volava al cielo il 28 maggio del 607.  

Orazione

O Signore, che con la predicazione e i miracoli del tuo beato confessore e vescovo Agostino, ti sei degnato illuminare della luce della vera fede la Nazione inglese, concedi, te ne preghiamo per la sua intercessione, che i cuori degli erranti ritornino all'unità della vera fede, e noi restiamo fedeli alla tua santa volontà.
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