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12.07.2015 - XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B - RITO ROMANO

11/7/2015

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CHIAMO' A SE I DODICI E PRESE A MANDARLI DUE A DUE di Padre Mariano Pellegrini

Lo stupendo brano della seconda lettura ci indica quella che è la nostra vocazione. San Paolo dice chiaramente che noi siamo chiamati ad essere «santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). La santità è per tutti, non solo per pochi privilegiati. Per la maggior parte dei cristiani, la santità non consisterà nel fare i miracoli, nel realizzare cose straordinarie, nel convertire il mondo con la nostra predicazione, ma nel compiere la volontà di Dio con amore e con gioia, nelle cose ordinarie di ogni giorno, con un intenso atto d’amore.

Dunque, vi può essere autentica santità anche dentro le mura domestiche, non soltanto nei monasteri. Solamente in Paradiso scopriremo quanti nostri fratelli e sorelle hanno raggiunto questo ideale in modo silenzioso e nascosto, senza che nessuno se ne accorgesse. Nella vita di suor Consolata Betrone si legge un particolare molto bello e consolante. Ella era una suora di santa vita, di grande preghiera, che ripeteva incessantemente l'atto d'amore «Gesù Maria vi amo, salvate anime». Gesù le aveva chiesto questa preghiera incessante per la sua santificazione e per la salvezza di tante anime. Tra i suoi parenti vi era un cognato che, apparentemente, non dava segni particolari di vita santa. Era un buon cristiano che andava a Messa, che pregava, e che faceva bene il suo dovere. Suor Consolata lo stimava, ma non sospettava che quel suo cognato nascondesse una autentica santità dietro quelle umili apparenze.

Certamente, nemmeno lui se ne rendeva conto. Quale fu la meraviglia e la gioia di suor Consolata nel vedere, per una grazia particolare, che, dopo morte, quel suo parente se ne volò ben presto in Paradiso.

Dietro umili apparenze, all'insaputa di tutti, Dio compie meraviglie di grazia nella vita delle persone semplici che compiono la sua volontà. Dunque, volendo riassumere il messaggio, la santità consiste nel compiere la volontà di Dio, che per i più sarà il semplice e forse monotono dovere quotidiano, nel modo migliore possibile, per amore di Dio.

Un giorno san Francesco di Sales domandò quando è che noi riceviamo lo Spirito Santo. Alcuni risposero che questo dono supremo lo riceviamo quando preghiamo, quando stiamo lunghe ore in chiesa, quando ci ritiriamo nella più profonda solitudine. San Francesco di Sales diede lui stesso la giusta risposta: noi riceviamo lo Spirito Santo quando compiamo la volontà di Dio, qualunque essa sia.

Dio certamente vuole che noi preghiamo durante la giornata e che la nostra preghiera si allarghi come a macchia d'olio, ma Egli vuole anche che compiamo i nostri doveri quotidiani, familiari e lavorativi. Non possiamo trascurare questi doveri con il pretesto che si vogliono trascorrere lunghe ore in chiesa. E questo vale, soprattutto, per chi ha una famiglia. Compiendo volta per volta la volontà di Dio riceverò la grazia dello Spirito Santo. Quando dovrò lavorare, sarà il lavoro che mi avvicinerà a Dio; quando dovrò pregare, sarà la preghiera che mi innalzerà al Creatore. Se, contro la volontà di Dio, trascorro lunghe ore in chiesa, mentre il mio dovere è altrove, quelle preghiere mi daranno ben poco. Per questo motivo, santa Coleta diceva che vale più una preghiera di un obbediente, che compie la volontà di Dio, che mille preghiere di chi agisce di testa propria, trascurando ciò che Dio veramente vuole da lui.

Con questo non si vuole dire che la preghiera serva a poco. La preghiera è indispensabile, non se ne può fare a meno, bisogna pregare tanto, ma la preghiera mi deve portare a compiere ancor meglio i miei doveri quotidiani. Solo così potrò raggiungere la santità, che Dio vuole da tutti, come leggiamo nella seconda lettura di oggi.

Per la maggior parte dei cristiani, come abbiamo meditato, la volontà di Dio consisterà nel semplice dovere quotidiano; alcuni, invece, hanno una chiamata particolare, come leggiamo nella prima lettura e nel Vangelo. Nella prima lettura, il Signore chiama il profeta Amos; nel Vangelo, Gesù chiama i dodici Apostoli e li manda a due a due a predicare.

Una cosa risulta subito evidente: Dio, nel compiere i suoi prodigi, si serve di strumenti umili. Così, nella prima lettura, il Signore si serve del profeta Amos che era un semplice coltivatore di sicomori; mentre nel Vangelo si serve degli apostoli, anch'essi semplici e poco istruiti. Dio si serve di strumenti umanamente inadatti per far risaltare ancora di più la sua potenza divina.

Infine, nel Vangelo vediamo come Gesù manda gli Apostoli senza appoggi umani, abbandonati completamente alla Provvidenza del Padre. Impariamo da questo a non riporre la nostra fiducia nelle nostre capacità o nell'aiuto del prossimo, ma unicamente nella bontà divina che si può servire di tutto e di tutti.

Letture della domenica

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Colletta
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

Oppure:  

Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell’uomo; colmaci del tuo Spirito, perché lo annunziamo ai fratelli con la fede e con le opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA
 (Am 7,12-15)
Va’, profetizza al mio popolo.

In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». 
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele». 

SALMO RESPONSORIALE 
(Sal 84)
Rit: Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

SECONDA LETTURA
 (Ef 1,3-14) 
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo. 
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto, 
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria. 

Forma breve (Ef 1, 3-10):


Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.

VANGELO 
(Mc 6,7-13) 
Prese a mandarli.

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

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