“Chi rispetta il comandamento sarà ricompensato”
(Proverbi 13:13)
Oggi la Parola di Dio viene sempre meno rispettata. Gli uomini si ritengono più sapienti della Parola del Signore e la criticano spietatamente. “Ma io non ho fatto così, perché ho avuto timor di Dio” (Neemia 5:15). Noi accettiamo la Bibbia come infallibile e dimostriamo il nostro rispetto, verso Dio che l’ha ispirata, con l’ubbidienza. Non abbiamo paura della Parola divina, ma ne abbiamo un timore filiale. Non abbiamo paura dei suoi giudizi perché abbiamo rispetto dei suoi comandamenti.
Questo santo rispetto del comandamento produce il riposo dell’umiltà, che è molto più “dolce della temerarietà che trae origine dalla superbia. Esso ci guida nei nostri movimenti: è un freno quando scendiamo in basso e un incentivo quando risaliamo. Preservati dal male e condotti lungo i sentieri della giustizia, in virtù del nostro rispetto per i comandamenti del Signore, otteniamo una coscienza tranquilla che è un vero nettare; un profondo senso di libertà dalla colpa; e la certezza di piacere a Dio, che equivale a godere delle meraviglie del cielo già qui sulla terra.
I malvagi possono mettere in ridicolo il nostro profondo rispetto per la Parola del Signore; ma che importa? Il premio della nostra vocazione suprema è per noi una consolazione sufficiente.
Le ricompense dell’ubbidienza ci fanno apparire gli sberleffi dello schernitore uno schernire sé stesso.
(Proverbi 13:13)
Oggi la Parola di Dio viene sempre meno rispettata. Gli uomini si ritengono più sapienti della Parola del Signore e la criticano spietatamente. “Ma io non ho fatto così, perché ho avuto timor di Dio” (Neemia 5:15). Noi accettiamo la Bibbia come infallibile e dimostriamo il nostro rispetto, verso Dio che l’ha ispirata, con l’ubbidienza. Non abbiamo paura della Parola divina, ma ne abbiamo un timore filiale. Non abbiamo paura dei suoi giudizi perché abbiamo rispetto dei suoi comandamenti.
Questo santo rispetto del comandamento produce il riposo dell’umiltà, che è molto più “dolce della temerarietà che trae origine dalla superbia. Esso ci guida nei nostri movimenti: è un freno quando scendiamo in basso e un incentivo quando risaliamo. Preservati dal male e condotti lungo i sentieri della giustizia, in virtù del nostro rispetto per i comandamenti del Signore, otteniamo una coscienza tranquilla che è un vero nettare; un profondo senso di libertà dalla colpa; e la certezza di piacere a Dio, che equivale a godere delle meraviglie del cielo già qui sulla terra.
I malvagi possono mettere in ridicolo il nostro profondo rispetto per la Parola del Signore; ma che importa? Il premio della nostra vocazione suprema è per noi una consolazione sufficiente.
Le ricompense dell’ubbidienza ci fanno apparire gli sberleffi dello schernitore uno schernire sé stesso.