I DIECI COMANDAMENTI - SESTO COMANDAMENTO: Non commettere atti impuri
1 FECONDAZIONE ARTIFICIALE E INSEMINAZIONE
Esaminati nell'articolo precedente i peccati di contraccezione, ovvero la pretesa di separare la concezione di una vita dal mistero dell'amore, ci resta da trattare la fattispecie diametralmente speculare, cioè la pretesa di concepire forzatamente una vita al di fuori del matrimonio e della legge naturale stabilita da Dio, per la quale una vita umana è e deve essere concepita solo all'interno di un atto coniugale. Si tratta delle distinte tipologie della fecondazione e dell'inseminazione artificiale, sulle quali occorre ora riprendere, approfondire e completare il discorso a suo tempo accennato. La fecondazione artificiale, detta anche fecondazione in vitro, consiste nel realizzare il concepimento in provetta, completamente al di fuori dell'utero materno, facendo incontrare il seme maschile con l'ovulo femminile attraverso delle sofisticate tecniche mediche realizzate in laboratorio. La fecondazione si dice omologa quando sia il seme maschile che l'ovulo femminile appartengono a due persone regolarmente unite in matrimonio, che percorrono questa via non riuscendo a concepire figli attraverso le vie ordinarie e naturali; si dice invece eterologa quando almeno uno dei due princìpi generativi (o in alcuni casi entrambi) provengono dal di fuori della coppia e pertanto gli embrioni impiantati dopo la fecondazione nel grembo della materna sono, biologicamente parlando, in tutto o in parte figli di terze persone. Distinta da questa fattispecie è l'inseminazione, su cui vigono gli stessi gravissimi equivoci esistenti per il peccato di interruzione anticipata dell'atto coniugale, che abbiamo visto essere da non pochi fedeli erroneamente ritenuto un "metodo naturale" di controllo delle nascite. Infatti molti ritengono assolutamente lecita la fecondazione omologa, ritenendola un semplice "aiuto" atto a superare le difficoltà di incontro del seme maschile e dell'ovulo femminile all'interno del normale rapporto coniugale. L'inseminazione, infatti, come dice il nome stesso, consiste nell'immissione diretta del seme maschile (precedentemente estratto) nell'utero della donna, che può essere del marito (inseminazione omologa) oppure di un donatore esterno alla coppia (inseminazione eterologa). Sembrerebbe quindi una mera operazione "meccanica" che, almeno nel primo caso (inseminazione omologa), non sembrerebbe avere nulla di illecito, riducendosi a un metodo artificiale che si adegua al modo con cui ordinariamente viene concepita la vita, con l'unica differenza che l'incontro tra spermatozoo e ovulo non avviene come esito dell'atto coniugale ma per immissione diretta nell'utero della donna del seme maschile.
Diciamo anzitutto che la fecondazione artificiale è moralmente molto più disordinata dell'inseminazione. Come infatti abbiamo detto a suo luogo, parlando del quinto comandamento, il successo di questa tecnica è proporzionato al numero di embrioni fecondati che vengono impiantati nell'utero della donna, alcuni dei quali destinati a morte certa. Questo comportamento costituisce un gravissimo oltraggio alla sacralità e alla dignità della vita umana e pertanto rende gravemente immorale questa tecnica a prescindere da ogni altra considerazione. Si badi inoltre che, attraverso la fecondazione eterologa, viene aperto il campo alle più gravi aberrazioni, di cui purtroppo non mancano numerosissime testimonianze anche in Europa (non - grazie a Dio - in Italia dove, almeno per ora, la fecondazione eterologa non è permessa dalla famosa legge 40), soprattutto in ordine al concepimento di figli all'interno di coppie omosessuali. Una coppia di omosessuali donne, infatti, può tranquillamente prestare i propri ovuli perché siano fecondati e vivere l'esperienza della gravidanza e della maternità, costringendo la povera creatura che nasce da questa abominazione a crescere e vivere con due mamme. Ancora più aberrante è quanto successo in Inghilterra, che ha visto protagonista la celebre pop star Elton John, che ha coronato il sogno di avere un figlio con il suo "compagno" (regolarmente sposato, dato che l'Inghilterra - ahinoi - ha riconosciuto i matrimoni gay) attraverso un utero preso in affitto e fecondato dal seme di uno dei due. Tuttavia anche la fecondazione omologa, ammesso (e, ovviamente, non concesso) che non presentasse i gravissimi problemi della soppressione degli embrioni, nondimeno resterebbe illecita perché costituirebbe un atto non secondo natura, ovvero una arbitraria manipolazione delle leggi naturali che il Creatore ha stabilito per la concezione e la nascita di una vita, legandola inscindibilmente, almeno nell'attuale stato dell'umanità (segnato, lo si ricordi, dalle conseguenze della colpa d'origine), al compimento degli atti coniugali, per mezzo dei quali l'amore umano viene sigillato nel divenire "una sola carne". Questo ultimo punto, in effetti, è ciò che costituisce l'unica motivazione del disordine dell'inseminazione, anche omologa. Infatti anche se si tratta di marito e moglie e anche se non si viola la dignità della vita umana, si viola però la dignità dell'amore umano e il diritto del concepito ad essere generato come natura vuole, quella natura che porta impresse e sigillate in sé la Legge e la volontà del Creatore.
Il problema di fondo, tuttavia, che accomuna queste fattispecie è l'idea che avere un figlio costituisca una sorta di diritto, per ottenere il quale (essendo appunto "un diritto") ogni mezzo sarebbe lecito. In realtà non esiste alcun diritto al figlio, essendo la vita un puro dono di Dio, anche se Egli ha voluto responsabilizzare la coppia nel renderla sua collaboratrice. Dio, infatti, non solo stabilisce quanti figli debba avere una coppia (come abbiamo visto parlando della contraccezione), ma anche sedebba averli, oltre che quando sia il tempo giusto e come debbano essere. Se Dio ad una coppia dà la grande croce della sterilità, la si deve prendere, offrire ed aprirsi ad altre forme di amore, spesso molto più grandi di quella dell'accettazione di un figlio naturale.
Per concludere se è sempre illecito limitare il numero dei figli considerando la vita come una minaccia attraverso la contraccezione, è peccato altrettanto grave forzare la natura considerando i figli come un diritto. Si lasci a Dio il compito di fare ciò che gli compete e le creature tornino ad essere e sentirsi onorate di collaborare con Lui ma sempre in spirito di umiltà e ubbidienza, aprendosi ai suoi voleri quand'anche sembrassero duri e severi, ricordando il monito della sapienza popolare che Dio, quando chiude una porta, lo fa sempre per aprire un portone... Piuttosto che sfondare una porta chiusa è assai meglio aprire gli occhi e entrare per i portoni aperti dalla divina volontà.
1 FECONDAZIONE ARTIFICIALE E INSEMINAZIONE
Esaminati nell'articolo precedente i peccati di contraccezione, ovvero la pretesa di separare la concezione di una vita dal mistero dell'amore, ci resta da trattare la fattispecie diametralmente speculare, cioè la pretesa di concepire forzatamente una vita al di fuori del matrimonio e della legge naturale stabilita da Dio, per la quale una vita umana è e deve essere concepita solo all'interno di un atto coniugale. Si tratta delle distinte tipologie della fecondazione e dell'inseminazione artificiale, sulle quali occorre ora riprendere, approfondire e completare il discorso a suo tempo accennato. La fecondazione artificiale, detta anche fecondazione in vitro, consiste nel realizzare il concepimento in provetta, completamente al di fuori dell'utero materno, facendo incontrare il seme maschile con l'ovulo femminile attraverso delle sofisticate tecniche mediche realizzate in laboratorio. La fecondazione si dice omologa quando sia il seme maschile che l'ovulo femminile appartengono a due persone regolarmente unite in matrimonio, che percorrono questa via non riuscendo a concepire figli attraverso le vie ordinarie e naturali; si dice invece eterologa quando almeno uno dei due princìpi generativi (o in alcuni casi entrambi) provengono dal di fuori della coppia e pertanto gli embrioni impiantati dopo la fecondazione nel grembo della materna sono, biologicamente parlando, in tutto o in parte figli di terze persone. Distinta da questa fattispecie è l'inseminazione, su cui vigono gli stessi gravissimi equivoci esistenti per il peccato di interruzione anticipata dell'atto coniugale, che abbiamo visto essere da non pochi fedeli erroneamente ritenuto un "metodo naturale" di controllo delle nascite. Infatti molti ritengono assolutamente lecita la fecondazione omologa, ritenendola un semplice "aiuto" atto a superare le difficoltà di incontro del seme maschile e dell'ovulo femminile all'interno del normale rapporto coniugale. L'inseminazione, infatti, come dice il nome stesso, consiste nell'immissione diretta del seme maschile (precedentemente estratto) nell'utero della donna, che può essere del marito (inseminazione omologa) oppure di un donatore esterno alla coppia (inseminazione eterologa). Sembrerebbe quindi una mera operazione "meccanica" che, almeno nel primo caso (inseminazione omologa), non sembrerebbe avere nulla di illecito, riducendosi a un metodo artificiale che si adegua al modo con cui ordinariamente viene concepita la vita, con l'unica differenza che l'incontro tra spermatozoo e ovulo non avviene come esito dell'atto coniugale ma per immissione diretta nell'utero della donna del seme maschile.
Diciamo anzitutto che la fecondazione artificiale è moralmente molto più disordinata dell'inseminazione. Come infatti abbiamo detto a suo luogo, parlando del quinto comandamento, il successo di questa tecnica è proporzionato al numero di embrioni fecondati che vengono impiantati nell'utero della donna, alcuni dei quali destinati a morte certa. Questo comportamento costituisce un gravissimo oltraggio alla sacralità e alla dignità della vita umana e pertanto rende gravemente immorale questa tecnica a prescindere da ogni altra considerazione. Si badi inoltre che, attraverso la fecondazione eterologa, viene aperto il campo alle più gravi aberrazioni, di cui purtroppo non mancano numerosissime testimonianze anche in Europa (non - grazie a Dio - in Italia dove, almeno per ora, la fecondazione eterologa non è permessa dalla famosa legge 40), soprattutto in ordine al concepimento di figli all'interno di coppie omosessuali. Una coppia di omosessuali donne, infatti, può tranquillamente prestare i propri ovuli perché siano fecondati e vivere l'esperienza della gravidanza e della maternità, costringendo la povera creatura che nasce da questa abominazione a crescere e vivere con due mamme. Ancora più aberrante è quanto successo in Inghilterra, che ha visto protagonista la celebre pop star Elton John, che ha coronato il sogno di avere un figlio con il suo "compagno" (regolarmente sposato, dato che l'Inghilterra - ahinoi - ha riconosciuto i matrimoni gay) attraverso un utero preso in affitto e fecondato dal seme di uno dei due. Tuttavia anche la fecondazione omologa, ammesso (e, ovviamente, non concesso) che non presentasse i gravissimi problemi della soppressione degli embrioni, nondimeno resterebbe illecita perché costituirebbe un atto non secondo natura, ovvero una arbitraria manipolazione delle leggi naturali che il Creatore ha stabilito per la concezione e la nascita di una vita, legandola inscindibilmente, almeno nell'attuale stato dell'umanità (segnato, lo si ricordi, dalle conseguenze della colpa d'origine), al compimento degli atti coniugali, per mezzo dei quali l'amore umano viene sigillato nel divenire "una sola carne". Questo ultimo punto, in effetti, è ciò che costituisce l'unica motivazione del disordine dell'inseminazione, anche omologa. Infatti anche se si tratta di marito e moglie e anche se non si viola la dignità della vita umana, si viola però la dignità dell'amore umano e il diritto del concepito ad essere generato come natura vuole, quella natura che porta impresse e sigillate in sé la Legge e la volontà del Creatore.
Il problema di fondo, tuttavia, che accomuna queste fattispecie è l'idea che avere un figlio costituisca una sorta di diritto, per ottenere il quale (essendo appunto "un diritto") ogni mezzo sarebbe lecito. In realtà non esiste alcun diritto al figlio, essendo la vita un puro dono di Dio, anche se Egli ha voluto responsabilizzare la coppia nel renderla sua collaboratrice. Dio, infatti, non solo stabilisce quanti figli debba avere una coppia (come abbiamo visto parlando della contraccezione), ma anche sedebba averli, oltre che quando sia il tempo giusto e come debbano essere. Se Dio ad una coppia dà la grande croce della sterilità, la si deve prendere, offrire ed aprirsi ad altre forme di amore, spesso molto più grandi di quella dell'accettazione di un figlio naturale.
Per concludere se è sempre illecito limitare il numero dei figli considerando la vita come una minaccia attraverso la contraccezione, è peccato altrettanto grave forzare la natura considerando i figli come un diritto. Si lasci a Dio il compito di fare ciò che gli compete e le creature tornino ad essere e sentirsi onorate di collaborare con Lui ma sempre in spirito di umiltà e ubbidienza, aprendosi ai suoi voleri quand'anche sembrassero duri e severi, ricordando il monito della sapienza popolare che Dio, quando chiude una porta, lo fa sempre per aprire un portone... Piuttosto che sfondare una porta chiusa è assai meglio aprire gli occhi e entrare per i portoni aperti dalla divina volontà.