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4 BUGIE DELLA STAMPA SUL SINODO

28/10/2015

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Comunione ai divorziati, unioni gay e gender Quattro grandi bugie della stampa sul Sinodo
di Massimo Introvigne


il quotidiano torinese La Stampa trovo un interessante inchiesta su come le parrocchie a Torino e altrove da oggi “applicheranno” la relazione finale del Sinodo. Una comunità di religiosi torinesi si proclama orgogliosamente, come si diceva un tempo, antemarcia: da tempo, afferma, riconosce il diritto alla comunione dei divorziati risposati «come dice il Sinodo» e si comporta di conseguenza. Inchieste simili appaiono anche in altri grandi quotidiani, non solo italiani. Avevamo messo in guardia su queste colonne sulle possibili falsificazioni mediatiche, ma quanto sta succedendo supera ogni previsione. Occorre dirlo con chiarezza: è una colossale mistificazione, uno scandalo, una vergogna. Ci sono, in questo modo di accostarsi al Sinodo, quattro bugie in una. Esaminiamole, e capiremo nello stesso tempo che cosa ha veramente detto il Sinodo.

Bugia numero uno: nessuna parrocchia, comunità, prete o fedele è chiamato da oggi ad «applicare» ilSinodo. Il Sinodo non ha deciso nulla e non ha prescritto nulla a sacerdoti e fedeli. Non poteva farlo. Non voleva farlo. Due volte, all'inizio e a metà del Sinodo, è intervenuto papa Francesco a ricordare che «un Sinodo non è un parlamento» ed è regolato, in attesa di eventuali riforme, dal motu proprio Apostolica sollicitudo del 1965 di Papa Paolo VI che lo ha istituito. Questo documento precisa che scopo del Sinodo non è introdurre riforme, ma fornire «informazioni e consigli» al Papa in vista di decisioni che lui, e lui solo, potrà eventualmente prendere La relazione finale del Sinodo, non è un testo rivolto immediatamente ai fedeli per regolare la loro vita cristiana. È una sintesi dei consigli e delle informazioni che i padri sinodali intendono fare giungere al Papa, rimettendosi alle sue decisioni. 

È vero che al Sinodo si è votato sulle singole proposizioni, ma si è votato su che cosa consigliare al Papa, non su che cosa prescrivere ai fedeli. Ha ancora minore senso scrivere - come altri fanno - che al Sinodo il Papa avrebbe «perso» perché su alcuni punti la relazione non si sarebbe espressa come avrebbe preferito. Forse per essere chiari occorre esprimersi in termini brutali: il Papa «vince» sempre, perché alla fine fa maggioranza da solo anche contro tutti gli altri.

Bugia numero due: il Sinodo non consiglia da nessuna parte al Papa di aprire le porte della comunioneai divorziati risposati. L'espressione «comunione ai divorziati risposati» o altre analoghe nella relazione semplicemente non ci sono. La relazione ribadisce che il matrimonio cristiano è indissolubile e non contiene nessuna apertura al divorzio. Invita ad accogliere i divorziati risposati nelle comunità cristiane, esortandoli a partecipare alla Messa e alla vita parrocchiale, ma questo era stato detto tante volte in passato e non è certo una novità. Quanto alla «più piena partecipazione alla vita della Chiesa» dei divorziati risposati, il numero 85 della relazione invita a un discernimento. Tra i criteri di discernimento si suggerisce riguardo ai divorziati di «chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l'unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio». Ma il numero 86 esclude ogni gradualità della legge: «dato che nella stessa legge non c’è gradualità (cf. Familiaris consortio 34), questo discernimento non potrà mai prescindere dalle esigenze di verità», anche se dovrà mettere insieme verità è misericordia. 

Non è dunque neppure esatto scrivere che sulla comunione ai divorziati il Sinodo ha consigliato al Papa di invitare i sacerdoti a «decidere caso per caso». È vero che la «più piena partecipazione» potrebbe in astratto comprendere l'accesso ai sacramenti e questo spiega perché il numero 85 della relazione ha ottenuto la maggioranza prescritta per un solo voto. Ricordando sempre - a costo di sembrare ripetitivi - che la votazione riguardava semplicemente che cosa consigliare al Papa, si possono comprendere le ragioni di chi ha votato contro, osservando però che il numero 85 non consiste di punti esclamativi, ma di punti interrogativi, certo sintesi di posizioni diverse, a proposito delle quali spetterà al Pontefice sciogliere ogni dubbio. Per loro natura, i punti interrogativi si possono leggere in modi diversi. Ma affermare che nel numero 85 c'è scritto che è opportuno dare la comunione ai divorziati risposati significa, molto semplicemente, non averlo letto. 

Bugia numero tre: Chi legge certi quotidiani ha l'impressione che il Sinodo si sia riunito per parlare didivorziati risposati e di omosessuali. Il Papa aveva già messo in guardia: qual dei divorziati non è la questione principale. Ma nessuno gli ha dato retta. Di divorziati si parla in una paginetta e mezza di un documento molto ampio. La relazione finale vuole anzitutto che ovunque nella Chiesa si parli di più della bellezza della famiglia, del matrimonio, dell'amore fedele e indissolubile di un uomo e di una donna. Il Sinodo sa che in molti Paesi, Italia compresa, il primo problema non è la sorte dei matrimoni, ma il fatto che un numero crescente di giovani sceglie di convivere senza sposarsi. I padri sinodali non raccomandano al Papa anatemi e condanne, ma gli chiedono di guidare la Chiesa in una grande campagna mondiale perché i giovani si innamorino nuovamente del matrimonio e decidano di spendere la loro vita nel rischio e insieme nella bellezza della famiglia e dei figli. 

Nel discorso conclusivo Papa Francesco ha certo parlato di misericordia, ma ha anzitutto «sollecitatotutti a comprendere l’importanza dell’istituzione della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità, e ad apprezzarla come base fondamentale della società e della vita umana». La relazione propone un'amplissima trattazione della grandezza del matrimonio e del ruolo cruciale della famiglia nella Chiesa e nella società. Questo è il cuore del Sinodo.

Quarta bugia: riguarda solo alcuni giornali e giornalisti, ma forse è la più grossa. Qualcuno - a partiredal New York Times - ha voluto trovare nella relazione del Sinodo perfino un'apertura alle unioni omosessuali. Il Sinodo si è occupato poco di omosessuali, ma se n'è occupato abbastanza per dire precisamente il contrario. Certo, il Sinodo ha ripetuto quanto il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992 già affermava: le persone omosessuali vanno accolte nelle famiglie e comunità con «rispetto, compassione e delicatezza». Nello stesso tempo, il Sinodo ribadisce che il matrimonio è solo fra un uomo e una donna, e che la Chiesa non accetta «analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». L'inciso «neppure remote» è molto importante. Significa che la Chiesa rifiuta non solo il «matrimonio» omosessuale ma anche istituti, comunque si chiamino, che presentano «analogie» anche soltanto «remote» con il matrimonio. La senatrice Cirinnà, che aveva detto di aspettarsi dal Sinodo aperture alle sue unioni civili, che ovviamente hanno ben più di «analogie remote» con il matrimonio, è stata respinta con danni, e non solo lei. 

Lungi poi dal cedere a chi cerca d’intimidire la Chiesa sostenendo che la teoria del gender non esiste, il documento afferma al n. 8 che «una sfida culturale odierna di grande rilievo emerge da quell’ideologia del “gender” che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina». Nelle scuole e in altri ambiti educativi, denuncia il n. 58, «spesso vengono presentati modelli in contrasto con la visione cristiana della famiglia. La sessualità è spesso svincolata da un progetto di amore autentico. In alcuni Paesi vengono perfino imposti dall’autorità pubblica progetti formativi che presentano contenuti in contrasto con la visione umana e cristiana»: rispetto ad essi, «vanno affermati con decisione la libertà della Chiesa di insegnare la propria dottrina e il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli educatori». 

La relazione stigmatizza pure le organizzazioni internazionali che vogliono imporre la teoria del gender ai Paesi in via di sviluppo. Su questo punto come su altri – si condannano duramente aborto ed eutanasia, e in tema di anticoncezionali si afferma che la Humanae Vitae dev’essere «riscoperta», «al fine di ridestare la disponibilità a procreare in contrasto con una mentalità spesso ostile alla vita» – le bugie hanno le gambe corte. Ma non cortissime. Quanti, non solo fra i fedeli ma anche i sacerdoti, leggono solo i quotidiani laici anziché il testo della relazione del Sinodo e i discorsi del Papa?
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LA RELAZIONE FINALE DEL SINODO: DOVE SONO LE NOVITA'?

25/10/2015

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Premessa 1: 
ci vorrà tempo a leggere tutto il testo, ma, come spiegavo ieri sera a cena, contrariamente a quello che piacerebbe a certa stampa, il Sinodo cattolico non è un parlamento ‘democratico’, non si decide a maggioranza; è un organo consultivo, importante ma consultivo; una rappresentanza significativa dei vescovi riflette assieme al Papa e sotto la sua presidenza sulle tematiche che si incontrano nel proprio camminare insieme (sinodo significa esattamente “cammino insieme”). I titoli del tipo “Il Sinodo decide a maggioranza” non significano null’altro che ‘al Sinodo si è discusso su quel punto con punti di vista diversi’. E ci mancherebbe! Però il Papa, per dire, potrebbe decidere su di un punto particolare anche in contraddizione con la maggioranza del Sinodo.

Premessa 2:
le novità dottrinali, spiegatemele voi perchè io proprio non le vedo. Perchè non è stata cambiata la dottrina biblica sulla famiglia, si parla (punto 8) dell’ideologia del gender (che per il Papa ed i Vescovi evidentemente esiste!) come di una falsità, richiamando Genesi 1,26-27, si condannano chiaramente di nuovo (punto 33, chissà perchè non lo cita nessuno dei giornalisti) aborto e manipolazione genetica ed a fini riproduttivi, si ribadisce trattando di adozione ed affido (punto 65) che i bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma (non con due papà o due mamme!), non si cambia assolutamente nulla relativamente al modo di considerare l’omosessualità (punto 76), ribadendo il massimo rispetto per la persona e le sue scelte (questo e niente altro significa il famoso “chi sono io per giudicare” di Papa Francesco, che poi non è suo!) ma precisando che circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Il Sinodo ritiene in ogni caso del tuttoinaccettabile che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso.

Poi si arriva ai fatidici punti 84-86 dove si parla dei divorziati risposati per dire, niente di nuovo nemmeno qui, che occorre fare ogni sforzo per il discernimento e l’integrazione di questi ultimi nella comunità cristiana. I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo. 

Che occorre valutare caso per caso attraverso un percorso di accompagnamento spirituale guidato da un Vescovo o da un sacerdote, ma assistito e accompagnato da tutta la comunità. Si cita a riguardo la Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II (altro che superata…): «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido» (FC, 84).

Che questo percorso deve mirare in ultimo fine alla salvezza dell’animo del credente che si trova in questa situazione (confrontate per favore i canoni del codice di diritto canonico del 1983, non di ieri, che dicono la stessa cosa! e magari anche il catechismo della chiesa cattolica, numero 1735): In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. Perciò, pur sostenendo una norma generale, è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi.
Un consiglio ai giornalisti, ma non solo. Leggetelo tutto il documento, rifletteteci sopra, e poi scrivete…. Aggiungerei anche pregate lo Spirito perchè vi insegni il discernimento…
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ADOTTA UN PADRE SINODALE

7/10/2015

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Vuoi aiutare il matrimonio e la famiglia? Adotta un padre sinodale!
Ecco qualcosa che può fare davvero la differenza


Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia è in pieno svolgimento, e sembra che ogni “fazione” della Chiesa, i non cattolici e i media siano pronti a lamentarsi o a giudicare l’una o l’altra dichiarazione. Ma c’è un’alternativa: adottare un padre sinodale pregando per lui per tutta la durata del Sinodo, che terminerà il 25 ottobre.

Adopt a Synod Father è una semplice campagna web progettata per aiutare i fedeli a entrare in azione.

Come afferma il sito, “i nostri pastori hanno bisogno delle nostre preghiere per essere araldi della bellezza dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia come lo ha impartito Nostro Signore nei Vangeli e come ci è stato fedelmente trasmesso attraverso la tradizione come prezioso tesoro. In questo momento storico, le famiglie e la società in generale meritano la fedeltà della Chiesa e la sua testimonianza”.

Adottare un padre sinodale può essere un ottimo modo per far sì che la vostra famiglia sia solidale con i vescovi in questo incontro tanto importante nel quale discutono questioni che interessano coniugi, figli e la vita familiare in generale.

Aderire è facile. Basta andare sul sito e cliccare sull’icona “Adopt” a metà pagina. Dopo aver ricevuto un messaggio e-mail, ne dovrete inviare uno e riceverete una risposta con il nome di un padre sinodale per cui pregare.

So cosa state pensando: e se vi affidano qualcuno di cui non vi importa molto? Potreste dire che è proprio la persona per cui dovreste pregare, a vantaggio della vostra vita spirituale, con tutto il discorso sull’amare i propri nemici e così via.

Adottare un padre sinodale può non essere entusiasmante come dire ai vostri amici di Facebook quanto avete ragione sui pericolosi punti di vista dell’arcivescovo Tal dei Tali, ma se la Scrittura e i Santi hanno ragione, probabilmente sarà molto più efficace.
ADOTTA UN PADRE SINODALE
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