NFD Il Blog
  • HOME
    • CONSACRAZIONE DEL NETWORK
  • FOCUS ON
    • MONDO OGGI
    • CHIESA OGGI
  • CHIESA CATTOLICA
    • FONDAMENTALI >
      • I 10 COMANDAMENTI
      • I 5 PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
      • 54 MODI DI ESSERE MISERICORDIOSI DURANTE IL GIUBILEO
      • 12 MODI PER ESSERE CATTOLICI MIGLIORI
      • GALATEO IN CHIESA
      • REGOLE PER I LETTORI
      • ATTENTI A MESSA
      • CIRCOSTANZE IN CUI BISOGNA EVITARE DI COMUNICARSI
      • DECALOGO DEL CHIRICHETTO
      • 17 SCUSE - SMONTATE - PER NON ANDARE A MESSA
    • RIFLESSIoni DI LUCE >
      • RIMEDITIAMOCI SOPRA >
        • ANNO B 2014 - 2015
        • ANNO C 2015 - 2016
        • ANNO A 2016 - 2017
        • ANNO B 2017 - 2018
        • ANNO C 2018 - 2019
        • ANNO A 2019 - 2020
        • ANNO B 2020 - 2021
        • ANNO C 2021 - 2022
        • ANNO A 2022 - 2023
      • SANTE PAROLE
      • RIFLESSIONI
      • VITA E DETTI DEI PADRI DEL DESERTO
    • UN SACERDOTE RISPONDE
    • ESAME DI COSCIENZA
    • LITURGIA
    • LECTIO BREVIS
    • PREGHIERE
  • NOVELLE MODERNE
  • MEDIA
  • DOWNLOAD
  • LINKS

LUTERO, SCUSE AI GAY E IL RISCHIO DELLA CONFUSIONE

29/6/2016

0 Comments

 
Lutero, scuse ai gay e il rischio della confusione
di Riccardo Calcioli per NBQuotidiana

Adesso appare proprio inutile cercare di rileggere la risposta del Papa, provare a spiegare che dalla risposta – per quanto confusa - si capisce che parla delle persone con tendenza omosessuale e non del movimento gay, che parla di pastorale e di accompagnamento e non di rivendicazioni politiche; che nel fare riferimento al catechismo si può immaginare che intenda tutto quello che il catechismo dice in materia. È assolutamente inutile, perché il messaggio - frutto della conferenza stampa sull'aereo di ritorno dall'Armenia - è già passato su tutti i media internazionali: «Il Papa: la Chiesa si scusi con i gay». 

Potremmo stare qui a discutere giorni, non cambierebbe la storia: anche chi solo si è distrattamente imbattuto in un giornale, in un sito web di informazione, in un notiziario radio e tv, ha già recepito e digerito il messaggio: la Chiesa si è sempre comportata male con i gay e ora deve chiedere scusa (il che, tradotto nel linguaggio mondano, significa assecondare tutte le richieste del movimento gay). 

Purtroppo siamo davanti al solito corto circuito comunicativo frutto di conferenze stampa “senza rete”, ovvero senza avere le domande in anticipo in modo da preparare le risposte. Anche questo sembra inutile ripeterlo, visto che ormai è successo tante volte che non si può onestamente attribuire questi incidenti al caso. Fatalmente in conferenze stampa di questo genere, a domande impegnative che magari richiederebbero risposte ponderate e precise nei termini, arrivano invece risposte approssimative e spesso confuse, tipiche di una chiacchierata colloquiale: gioia per i giornali che hanno assicurato un titolo ad effetto, motivo di disorientamento e confusione per i normali fedeli. 

Non solo le scuse ai gay, nel viaggio di ritorno dall’Armenia un altro punto fortemente critico è venuto dalla risposta su Lutero, presentato come «un riformatore» che forse ha sbagliato un po’ nei modi ma che in fondo aveva anche ragione su tante cose. In particolare, ha detto il Papa, «oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato». In realtà la questione è più complessa, la dichiarazione comune luterani-cattolici del 1999 non ha affatto risolto tutti i problemi legati alla dottrina della giustificazione. Ma certo sono questioni difficili da spiegare in due battute rispondendo a un giornalista che chiede se non sia arrivata l’ora di riabilitare Martin Lutero.

Stessa cosa per quel che riguarda la storia delle scuse ai gay. La giornalista americana chiede se ha ragione il cardinale Marx (uno dei 9 cardinali che affianca il papa nella riforma della Curia) a dire che «la Chiesa cattolica deve chiedere scusa alla comunità gay per aver marginalizzato queste persone» e se la strage di Orlando non sia da attribuire anche all’odio alimentato dalla comunità cristiana. 

Avrà letto il Papa ciò che il cardinale Marx ha detto la scorsa settimana a Dublino in occasione di una conferenza? Probabilmente no, così pare dalla risposta che infatti parte con il ricordare la prima conferenza stampa, quella del famoso “chi sono io per giudicare?”. Non c’entrava molto con le dichiarazioni di Marx che non solo ha detto che la Chiesa deve chiedere scusa, ma che è parte delle scuse riconoscere la positività delle unioni omosessuali, discorso già fatto nel Sinodo 2014 scandalizzando – lo ha detto lui – diversi confratelli (clicca qui). Né si può dire che il cardinale Marx sia isolato in questa visione, anche in Italia abbiamo visto sostenere posizioni analoghe ai massimi livelli ecclesiastici, come più volte abbiamo scritto. 

Non possiamo certo pensare che il Papa condivida questo approccio, che sarebbe l’esatto opposto non solo del catechismo ma anche di quanto diverse volte detto dallo stesso papa Francesco a proposito dell’ideologia gender. 

Bisogna dire invece una volta per tutte che a questi monsignori non sta tanto a cuore il destino delle persone con tali tendenze quanto la legittimazione dell’omosessualità. Altrimenti penserebbero a chiedere scusa, casomai, per le persone omosessuali che vengono ignorate nel loro bisogno di sanare la ferita all’origine della loro tendenza, e vengono invece spinte a persistere in comportamenti contro natura.

Sta di fatto che, a prescindere dalle intenzioni di papa Francesco, in un momento in cui tanti vescovi e sacerdoti sono sotto tiro per annunciare con chiarezza la verità sulla sessualità umana e sui rapporti uomo-donna, l’opinione pubblica è portata a pensare che il Papa sia contro di loro. Non c'è dubbio che ad alcuni in Vaticano questo faccia comodo, ma se c’è qualcuno tra i suoi collaboratori che vuole davvero bene a papa Francesco, che almeno lo renda consapevole.
0 Comments

GIUBILEO DELLA MISERICORDIA: 6 COSE CHE SICURAMENTE NON SAPEVATE SUL LOGO

9/6/2016

0 Comments

 
La spiegazione del logo dell'Anno Santo mostra degli affascinanti dettagli - che molte persone ignorano - sulla misericordia di Dio
di Garrett Johnson


Dal momento che il Giubileo della Misericordia è in corso, vorrei consigliarvi di riflettere sul suo logo ufficiale. Potremmo avere diverse sensibilità artistiche, ma è sempre importante chiedersi: Dio, in che modo lo stai usando per parlarmi? C’è qualcosa che non vedo o non comprendo?

Oggi voglio provarvi a spiegare alcune particolarità del logo dell’Anno della Misericordia, disegnato dall’artista Padre Marko Rupnik. Spero che vi possano aiutare ad approfondire il significato della misericordia di Dio nella vostra vita, portando altri a fare lo stesso.

1. Lo stile generale è simbolico

L’immagine non pretende di certo di essere una rappresentazione letterale di Gesù (le dimensioni, gli angoli e altri dettagli sono tutti stilizzati, non sono realistici). Lo stile è profondamente simbolico, poetico, metaforico. Questa è una scelta consapevole dell’artista. Quando state provando a dire qualcosa di molto profondo e bello, un linguaggio scientifico e preciso potrebbe non essere l’ideale. C’è bisogno di poesia. Lo stesso principio va applicato anche qui: un approccio più simbolico permette all’artista di trasmettere concetti che vanno ben oltre ciò che qualsiasi rappresentazione realistica potrebbe mai sperare di cogliere.

La sua natura simbolica implica anche uno sforzo in più da parte nostra. Il suo significato non è necessariamente chiaro a prima vista (come avviene così spesso nella nostra relazione quotidiana con Dio, sia nella nostra vita che durante la liturgia). Richiede pazienza, riflessione interiore, mitezza e apertura nei confronti di qualcosa che è diverso, che è nuovo. La chiave è comprendere l’intenzione dell’autore. Perché sono state usate determinate figure, forme e colori? In questo caso, benché Rupnik abbia certamente fondato uno stile nuovo e più moderno, ha utilizzato molti elementi e colori che rimandano a significati arrivati a noi dalle fasi più antiche dell’arte cristiana.

2. La forma a mandorla

La scena è rappresentata con un particolare elemento artistico, chiamato a mandorla. Si tratta di una forma ovale composta dalla sovrapposizione di due cerchi che si avvicinano tra loro. Funge da una sorta di parentesi all’interno di un’icona. Ciò che è presente all’interno di queste parentesi è un evento che in qualche modo trascende ciò che molti di noi considerano normale. In questo caso lo straordinario evento è l’Incarnazione di Cristo. La forma a mandorla rappresenta dunque l’unione di due cerchi, cioè le due nature di Cristo: divina e umana.

Il mandorlo è anche il primo albero a fiorire ogni anno in Grecia, a volte addirittura verso metà gennaio. È dunque un simbolo di nuova vita, di fertilità. Anche i miti dell’Antica Grecia collegano la mandorla (e la forma a mandorla) alla nuova vita. Ma a precederli da un punto di vista cronologico e di importanza è la storia del bastone di Aronne, da cui non solo erano sbocciati fiori, ma anche maturate mandorle (Numeri 17:23).

3. I colori

Il rosso rappresenta il sangue, la vita e, soprattutto, Dio.

Il blu rappresenta l’uomo, unica creatura a sapere come guardare il cielo (nel senso di paradiso).

Il bianco ha più significati. È il colore dello Spirito Santo perché riflette la vita della Trinità. In questo caso, Rupnik spiega che Cristo è bianco perché è l’anima di Cristo, il Suo Spirito, che discende agli inferi mentre il suo corpo riposa. Il colore bianco rappresenta dunque la luce che salva, la vita eterna del Figlio.

Il vestito di Adamo (l’uomo portato da Gesù, di cui parleremo più a fondo tra un po’) era verde (umanità) ma è stato trasformato in oro (divinità). Questo rappresenta il fatto che Adamo (così come ognuno di noi) è partecipe del processo di divinizzazione, cioè del diventare come Dio attraverso Gesù Cristo.

4. Fasce ovali blu

Anche le fasce blu, più scure man mano che ci sia avvicina al centro, sono un tema ricorrente di queste icone. Rimanda a quella che è chiamata metodo apofatico di indagare Dio. Per porre in termini semplici un’idea complessa, vuol dire che spesso è più semplice descrivere Dio – l’Ineffabile, l’Infinito – descrivendo ciò che Lui non è. Dio è così lontano dalla nostra limitata capacità di comprensione. Non è che noi non ci proviamo né che non possiamo conoscere alcune cose, ma il fatto è che più andiamo in profondità e meglio è che parliamo di ciò che Lui non è. Perché ciò che Lui è, è assolutamente ineffabile. Così come è guardare al Figlio, questo mistero splende troppo per poter essere contemplato.

Ecco perché la forma a mandorla che circonda Cristo di solito mostra delle fasce concentriche che diventano più scure verso il centro. Per incontrare Gesù Cristo dobbiamo passare per alcune fasi che sembrano essere sempre più incerte e misteriose. Più la santità aumenta, e meno è possibile rappresentare il suo splendore se non attraverso l’oscurità. Il colore scuro è dunque utilizzato per rappresentare l’onnipotente e splendente luce di Gesù! La luce del mondo non ha alcun significato all’infuori di Cristo, perché Lui è l’unica vera luce. Dove splende la Sua luce? Nel cuore dell’umanità.

Sebbene sia in un certo senso impenetrabile, questa luce ci chiama a riflettere sempre più. In questa particolare immagine, la profondità della tonalità più scura suggerisce l’impenetrabilità dell’amore del Padre che perdona tutti noi. Al centro del colore più scuro, dove sono i piedi di Gesù, c’è il grande mistero dell’Incarnazione, cioè del fatto che nella persona di Gesù si incontrano umanità e divinità: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Giovanni 1:14).

Procedendo nella direzione opposta, invece, i tre ovali concentrici dai colori più chiari man mano che ci avviciniamo all’esterno, indicano il movimento di Cristo che porta via l’umanità dalla notte del peccato e della morte, guidandola nella luce del Suo amore e perdono.

5. L’uomo sulle spalle di Gesù

Il logo mostra anche che Gesù porta un uomo sulle sue spalle. Padre Rupnik dice che questo è Gesù in quanto Buon Pastore che porta Adamo sulle sue spalle. Quando Gesù trova la pecora smarrita, “se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: ‘Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta’ ” (Luca 15:5-6) Qualcun altro ha proposto un’altra parabola come strumento interpretativo, quella del Buon Samaritano. Un uomo era stato rapinato, picchiato e lasciato in un fosso. I primi due viandanti hanno visto l’uomo e hanno attraversato la strada per evitarlo. Ma il Samaritano si è fermato per aiutare la vittima. Gesù ha chiesto a chi lo stava ascoltando: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso»” (Luca 10:36-37)

6. Un unico sguardo


Una delle caratteristiche più suggestive di quest’immagine è il fatto che Gesù e l’uomo sulle sue spalle hanno un occhio in comune (assolutamente nulla a che vedere con la teoria del “terzo occhio”). Cristo vede con gli occhi di Adamo, e Adamo vede con gli occhi di Cristo. Contemplando l’amore del Padre nel suo sguardo, ogni persona scopre in Cristo, il nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che l’attende.

Padre Rupnik spiega che Dio guarda l’uomo in modo da permettergli di comprenderLo; Dio comunica se stesso in modo tale da rendere l’uomo in grado di vedere. Soltanto nello sguardo del Padre possiamo davvero comprendere chi noi siamo e qual è la nostra identità: figli e figlie di Dio Padre!

Nel frattempo, attraverso l’umanità divina di Cristo, Dio vede ciò che vede l’uomo, il quale a sua volta inizia a vedere nel modo in cui vede Dio. Cristo non è mai lontano! In tutto ciò che vediamo, che viviamo, nelle nostre gioie e nei nostri dolori… Lui è lì, ci accompagna e vede tutto questo insieme a noi. Ci assicura che Lui sa ciò che stiamo attraversando. E in questo modo continua a invitarci ad una conversione più grande, a cambiare il modo in cui vediamo gli altri, affinché possiamo iniziare a guardare il nostro prossimo con i Suoi stessi occhi, pieni di misericordia.

Vale la pena fermarsi a riflettere su questo. Cristo vede con i nostri occhi in modo che noi possiamo vedere con i Suoi. Lui vive la nostra vita, sente con i nostri sensi e vede con i nostri occhi affinché ognuno di noi possa scoprire in Cristo la vera chiamata per la nostra stessa umanità. Nello stesso momento siamo chiamati a dire, con San Paolo, “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Ecco, siamo chiamati a guardare la realtà con lo stesso sguardo di Cristo. In ogni situazione della nostra vita siamo chiamati a scoprire, ascoltare e compiere la volontà del Padre, specialmente verso coloro che hanno più bisogno.

La vicinanza di Gesù ed Adamo

Ho trovato molto interessante la spiegazione data da Padre Rupnik sulla vicinanza del volto di Adamo con quello di Gesù. Quando Cristo è spirato sulla croce, l’uomo si è aggrappato a quel respiro per poter iniziare a respirare di nuovo. E quindi, così come Adamo ha ricevuto l’alito di vita durante la creazione, nel nostro battesimo noi riceviamo il nuovo alito di vita, quello dello Spirito di Cristo, con il quale possiamo iniziare a vivere una nuova vita in Cristo.
Immagine
0 Comments

    RSS Feed

    Archivi

    January 2023
    June 2021
    February 2021
    December 2020
    November 2020
    April 2020
    January 2019
    July 2018
    January 2018
    December 2017
    November 2017
    September 2017
    July 2017
    May 2017
    February 2017
    January 2017
    November 2016
    October 2016
    September 2016
    August 2016
    July 2016
    June 2016
    May 2016
    April 2016
    March 2016
    February 2016
    January 2016
    December 2015
    November 2015
    October 2015
    September 2015
    August 2015
    July 2015
    June 2015
    May 2015
    April 2015
    March 2015
    February 2015
    January 2015
    December 2014
    November 2014
    October 2014
    September 2014
    August 2014
    July 2014
    June 2014
    May 2014
    April 2014
    March 2014
    February 2014

Foto